Storia della letteratura italiana/Giacomo Leopardi: differenze tra le versioni

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=== Fuori da Recanati ===
<u>Nel 1822 Leopardi può finalmente uscire dal paese natìo (una "tomba de' vivi") e si reca a Roma, ospite dello zio Carlo Antici. Ben presto però rimane deluso dagli ambienti letterari romani, che gli paiono vuoti e meschini. L'anno dopo rientra a Recanati, dove si dà alla composizione delle ''Operette morali'', espressione del suo pensiero pessimistico. L'aridità di questo periodo non gli consente di comporre versi, perciò si dedica alla prosa, all'investigazione dell'"acerbo vero".</u>
 
<u>Nel 1825 gli si presenta l'occasione di vivere del proprio lavoro intellettuale cessando di dipendere dalla famiglia: l'editore milanese Stella gli offre un assegno fisso per una serie di collaborazioni</u> (un'edizione di Cicerone, un commento a Petrarca, un'antologia della poesia e una della prosa). <u>Soggiorna così a Milano e a Bologna, per passare a Firenze nel 1827, dove conosce Gian Pietro Viesseux e il gruppo di intellettuali che fa capo alla rivista ''Antologia'',</u> periodico di cultura per certi aspetti erede del ''Conciliatore''. L'inverno tra il 1827 e il 1828 è trascorso a Pisa: qui una relativa tregua dai suoi mali favorisce una ripresa della sua facoltà di sentire e di immaginare; nella primavera del 1828 compone ''A Silvia'', il primo dei cosiddetti "grandi idilli".<ref name="Baldi122" />
 
=== Ultimo soggiorno a Recanati; Firenze, Napoli ===