Abulafia e i segreti della Torah/Introduzione 1: differenze tra le versioni

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Ultimi ma certamente non meno importanti tra quelli che considero “scontenti” ci sono [[Franz Kafka]] e il suo grande ammiratore [[w:Walter Benjamin|Walter Benjamin]]: entrambi ebbero un profondo impatto su Scholem, sebbene Kafka, pur appartenendo al gruppo degli scontenti, fosse molto più interessato all'universo enigmatico come lo si vede ora che con uno strato segreto di testi che possono essere compresi solo in linea di principio ma mai del tutto conosciuti nel presente. Benjamin fu probabilmente influenzato anche dalla teoria del linguaggio ideata da Abramo Abulafia – che sarà oggetto della nostra discussione più avanti – per mezzo dello stesso Scholem, il quale, nelle prime fasi di contatto con Benjamin a Monaco, scrisse una tesi di dottorato incompiuta sulle teorie cabalistiche del linguaggio, in particolare quella di Abulafia. Scholem non terminò questa tesi perché aveva trovato l'argomento molto difficile e in seguito spostò il suo focus di studio sul ''[[w:Sefer haBahir|Sefer haBahir]]''.<ref>Si veda Idel, ''Old Worlds'', 168–75.</ref>
 
Intendo studiare questi approcci accademici sia seriamente che criticamente, poiché ognuno ha aperto nuove prospettive di pensiero pur essendo condizionato da tipi specifici di letterature e situazioni storiche.<ref>Si veda Idel, ''Ascensions on High'', 4–10.</ref> Tuttavia, una precondizione per l'utilizzo di tali approcci e di qualsiasi altro che sia stato formulato indipendentemente dal materiale analizzato è una buona conoscenza di tutte le fonti di origine primaria pertinenti disponibili, delle loro numerose interpretazioni da parte di altri studiosi e dei loro molteplici contesti. Questi materiali dovrebbero essere affrontati con attenzione per tutte le loro complessità, incongruenze e fluidità. Gli interpreti di questi materiali dovrebbero anche tenere conto della possibilità di contraddizioni e, per quanto possibile, evitare interpretazioni riduzioniste che hanno maggiori probabilità di dimostrare la pertinenza dei metodi adottati dall'interprete e degli schemi monocromatici generali, piuttosto che dimostrare una comprensione più profonda dei contenuti dei testi interpretati, come vedremo di seguito. Un esempio di tale riduzionismo è l'adozione di Strauss, Eliade, Scholem o di altre "solide griglie" di metodo interpretativo moderno senza ulteriore riflessione sui loro punti di forza in termini dei problemi in esame.
 
L'interesse per l'esoterismo è stato notevolmente rafforzato negli ultimi decenni con l'emergere di una nuova tendenza nella ricerca che si occupa di ciò che è stato etichettato come "esoterismo occidentale", una varietà di letteratura scritta nei secoli più recenti, iniziata da [[w:Antoine Faivre|Antoine Faivre]]<ref>Si veda specialmente Antoine Faivre, ''Access to Western Esotericism'' (Albany, NY: SUNY Press, 1994).</ref> e continuata da [[:en:w:Wouter Hanegraaff|Wouter J. Hanegraaff]].<ref>Wouter J. Hanegraaff, ''Esotericism and the Academy: Rejected Knowledge in Western Culture'' (Cambridge: Cambridge University Press, 2012), e il libro scritto con Antoine Faivre, ''Western Esotericism and the Science of Religion'' (Leuven: Peeters, 1998). Per una panoramica di questo sviluppo e ulteriori studi, si veda Alessandro Grossato, cur., ''Forme e correnti dell’esoterismo occidentale'' (Milano: Medusa, 2008). Cfr. anche Antoine Faivre, Roelof van den Broek, Jean-Pierre Brach e Wouter Hanegraaff, curr., ''Dictionary of Gnosis and Western Esotericism'' (Leiden: Brill, 2005).</ref> Le varie forme di esoterismo occidentale furono influenzate in diversi aspetti e con intensità variabili dalla [[w:Cabala ebraica|Cabala ebraica]] o, più specificamente, dalla mediazione della Cabala cristiana, che si appropriò di alcune sfaccettature del simbolismo cabalistico e si sviluppò in ristretti circoli nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, scavalcando il "razionalismo" dell'[[w:Illuminismo|Illuminismo]]. Sebbene questa tendenza sia stata definita in vari modi da Faivre e Hanegraaff, non accetto che le loro descrizioni, che possono essere appropriate per fenomeni successivi, si applichino al metodo del cabalista medievale, soprattutto perché questi studiosi assumono una forma di incarnazionalismo<ref>Hanegraaff, ''Esotericism and the Academy'', 350, 353–54.</ref> che è, a mio avviso, chiaramente assente nei testi cabalistici che analizzo di seguito.
 
Queste categorie, utilizzate dagli studiosi del settore, rappresentano in misura maggiore i riverberi dell'approccio spesso astorico al misticismo di [[w:Henry Corbin|Henry Corbin]], che è stato imposto ai testi e ai concetti mistici di base dell'Islam e di altre religioni come se riflettessero una qualche forma di esperienza ontologica.<ref>Hanegraaff, 341–46. La combinazione delle categorie di incarnazione con l'esoterismo e l'immaginario, caratteristica della misteriologia di Corbin, ha avuto un profondo impatto sulla concettualizzazione della Cabala da parte di [[:en:w:Elliot R. Wolfson|Elliot Wolfson]], un fatto che a volte egli indica esplicitamente. Si vedano, per esempio, il suo "Textual Flesh, Incarnation, and the Imaginal Body: Abraham Abulafia’s Polemic with Christianity", in ''Studies in Medieval Jewish Intellectual and Social History: Festschrift in Honor of Robert Chazan'', curr. David Engel, Lawrence H. Schiffman e Elliot R.Wolfson (Leiden: Brill, 2012): 189–226; il suo ''Language, Eros, Being: Kabbalistic Hermeneutics and Poetic Imagination'' (New York City: Fordham University Press, 2004), xii, xviii, 28–29, 239, 391, note 3, 5, 392; nota 10, 239; e il suo "Kenotic Overflow and Temporal Transcendence: Angelic Embodiment and the Alterity of Time in Abraham Abulafia", ''Kabbalah'' 18 (2008): 144–45, note 40, 44, 147; in nota 53, applica anche le vedute di Corbin in merito ad Abulafia. Per i problemi metodologici della visione alquanto idiosincratica di Corbin riguardo alla religione, si veda Wasserstrom, ''Religion after Religion'', 172–81. Si veda anche l'[[Abulafia e i segreti della Torah/Appendice E|Appendice E]] in seguito.</ref> In un certo senso, questa è una reificazione di concetti che Corbin ha usato abilmente e ripetutamente nei suoi scritti influenti, come se questi concetti rappresentassero una sorta di realtà nella stessa vena che si può trovare in molti degli scritti di Eliade e Jung. Nella sua scrittura, il concetto [[w:sufismo|sufi]] del "mondo delle immagini" (''ʿālam al-miṯāl''), che Corbin tradusse come ''mundus imaginalis'', si trasformò in una forma di ontologia oggettiva piuttosto che nella visione di una sola e specifica scuola sufi. Le opinioni di Corbin a volte si basavano sulla lettura accademica del misticismo oltre l'Islam, nonché su una forma di psicoanalisi.