Scienze della Terra per le superiori/Il carsismo: differenze tra le versioni

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=== I caratteri e i problemi degli acquiferi carsici ===
GliLe acquiferi''falde costituitiacquifere'' dacontenute in rocce carbonatiche litificate (calcari, dolomie) hanno caratteristiche di ''porosità'' e ''permeabilità'' significativamentemolto diverse rispetto a quelli costituiti da rocce terrigene (sabbie, arenarie).
 
Nelle '''rocce carbonatiche''', molto sensibili all’alterazione di tipo chimico, dopo la deposizione e il seppellimento, con l’aumento progressivo della pressione e della temperatura e l’aggressività sempre maggiore delle soluzioni acquose circolanti nei pori, avvengono una serie di fenomeni di '''dissoluzione''', '''riprecipitazione''' e '''ricristallizzazione''' (crescita di cristalli di calcite o dolomite), che riducono drasticamente la porosità, e la permeabilità. Quando queste rocce vengono di nuovo in affioramento a causa dei movimenti tettonici, si crea una ''porosità secondaria'' dovuta sia alle discontinuità di origine tettonica (faglie, fratture e microfratture), sia ai fenomeni carsici di dissoluzione. Questa porosità è caratterizzata da ''alta permeabilità'', a causa delle dimensioni notevoli dei vuoti, dell’ordine anche dei metri. In queste condizioni, l’acqua si sposta prevalentemente (e molto velocemente) nella porosità secondaria e soprattutto nei ''sistemi di cavità carsiche''. Per questi motivi '''i sistemi carsici hanno una risposta molto rapida agli apporti meteorici'''<ref group=N> Questo, per inciso, è il motivo per cui è molto pericoloso trovarsi entro un sistema di grotte mentre piove (durante un temporale estivo ad esempio), perché le gallerie possono allagarsi molto rapidamente. I sifoni asciutti in particolare possono allagarsi completamente in breve tempo e intrappolare persone in gallerie o sale, soggette ad ulteriore allagamento. </ref>, simile a quella dei corsi d’acqua superficiali, e una '''scarsa capacità di filtrazione''' (per le grandi dimensioni dei meati in cui l’acqua si muove).
 
Per studiare i tempi e le modalità di risposta di un sistema carsico agli input di acque superficiali è necessario conoscere con buona confidenza i punti di uscita (la '''zona di emergenza''') del sistema stesso, di solito ''sorgenti o fiumi carsici''. La zona di emergenza e i punti di controllo vengono generalmente individuati mediante sostanze ''traccianti artificiali'' (chimici, ottici, isotopici, non inquinanti), immessi a monte in punti opportuni (pozzi artificiali, torrenti sotterranei…). Una volta individuate le stazioni di misurazione, vengono registrati i ''tempi tra l’inizio dell’episodio di pioggia e la fuoriuscita del tracciante dai punti di emergenza''. Parallelamente, vengono registrati altri parametri:; ad esempio: ''portata'', ''temperatura'', ''torbidità'', ''durezza'' (misura del contenuto in carbonato), ''conducibilità elettrica'', ''concentrazione di microrganismi''.
 
In generale, le '''sorgenti carsiche''' sono caratterizzate da una certa '''variabilità''' e da un''''ampia escursione stagionale''' della portata, soprattutto quelle che hanno alle spalle un sistema dominato da condotti carsici, mentre le sorgenti che derivano da un reticolo più diffuso (in cui prevalgono le fratture) hanno maggiore continuità e costanza nelle portate (anche se le portate possono essere quantitativamente limitate).
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La ''pendenza del picco di piena nella fase di deflusso'' è indicativa dei diversi contributi nell’ambito del reticolo carsico: così il ''tratto a maggior pendenza'' indica il contributo del sistema di ''condotti'' (da cui l’acqua defluisce molto rapidamente), mentre il ''tratto a pendenza minore'' indica il contributo del ''sistema diffuso di fratture'' (in cui l’acqua di piena defluisce più lentamente). Vi possono essere più colmi di piena dovuti alle fluttuazioni pluviometriche oppure alla complessità interna del sistema carsico, con diversi rami drenanti, che causa irregolarità e ritardi nel deflusso.
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La ricostruzione dei flussi all’interno del sistema carsico ha notevole importanza per l’accertamento della '''qualità delle acque''' e l’'''approvvigionamento idrico''' per le popolazioni locali. E’ infatti evidente che la rapidità di flusso all’interno dei sistemi carsici e la loro bassa capacità di filtrazione sono anche causa della loro '''vulnerabilità all’inquinamento'''. Inoltre l’'''ecosistema di grotta''', presente sia nella parte superficiale del sistema carsico che in quella profonda con adattamenti peculiari, è estremamente fragile e vulnerabile.<br>
 
 
La ricostruzione dei flussi all’interno del sistema carsico ha notevole importanza per l’accertamento della '''qualità delle acque''' e l’'''approvvigionamento idrico''' per le popolazioni locali. E’ infatti evidente che la rapidità di flusso all’interno dei sistemi carsici e la loro bassa capacità di filtrazione sono anche causa della loro '''vulnerabilità all’inquinamento'''. Inoltre l’'''ecosistema di grotta''', presente sia nella parte superficiale del sistema carsico che in quella profonda con adattamenti peculiari, è estremamente fragile e vulnerabile.<br>
Le sostanze inquinanti possono essere di tipo urbano (rifiuti solidi, materiali plastici e organici, idrocarburi, derivati da reti fognarie e discariche abusive) e di tipo agricolo (pesticidi e fertilizzanti dilavati dalle acque meteoriche). I ''fiumi allogenici'' (provenienti da aree esterne alla regione carsica) possono avere un ruolo notevole nell’apporto di inquinanti all’interno del sistema carsico, tanto più difficile da controllare in quanto spesso l’inquinamento proviene da aree a diversa giurisdizione.<br>
Inoltre, l’inquinamento non è dovuto soltanto all’apporto diretto delle acque superficiali. Infatti per le caratteristiche di sedimentazione e deposizione chimica all’interno di questi sistemi ''le sostanze inquinanti tendano ad accumularsi con le concrezioni e i depositi'', permanendovi anche a lungo inalterate per la relativa stabilità delle condizioni di temperatura e l’ambiente protetto dal vento e dalle intemperie, per infiltrarsi lentamente in profondità o essere rimesse subitaneamente in circolo in seguito ad eventi di piena particolarmente intensa o crolli o altri eventi erosivi.<br>