Scienze della Terra per le superiori/Il modellamento dovuto a fenomeni atmosferici: differenze tra le versioni

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== Erosione causata da organismi (bioclastismo)viventi ==
Il '''bioclastismo''' è la disgregazione fisica delle rocce prodotta da organismi viventi. Il complesso di dei processi ''in situ'' di alterazione fisico-chimica già visti creano un suolo regolitico che può ulteriormente essere elaborato da ''processi biogenici''. Le radici delle piante che penetrano nel substrato roccioso possono frantumare ulteriormente la roccia, e l'accumulo di materiale vegetale sotto forma di '''humus''' causa cambiamenti nel chimismo delle acque sotterranee generando ''acidi umici'' (che, come già visto favoriscono processi di corrosione delle rocce come l'''idrolisi''). Gli animali scavatori, terrestri o marini, contribuiscono al fenomeno, sia con la loro attività di scavo, sia alterando chimicamente la roccia e la regolite con sostanze acide e alcaline prodotte dalla decomposizione dei corpi dopo la morte. Il profilo del suolo aumenta progressivamente di spessore nel tempo, con la frantumazione del bedrock e l'accumulo di materia organica.
Anche l'attività di pascolo e razzolamento del bestiame selvatico e domestico (specie se in gruppi numerosi o mandrie) contribuisce all'erosione del terreno, provocandone il denudamento dal manto vegetativo e favorendo l'erosione da parte degli elementi (pioggia, vento) e degli agenti dell'alterazione (termo- e crioclastismo).
 
Diversi organismi intaccano direttamente la roccia esposta. I ''licheni'' contribuiscono all’erosione delle rocce mediante processi sia fisici che chimici, come la rottura meccanica del substrato da parte delle ife che penetrano i primi millimetri di roccia, l’espansione e la contrazione con le variazioni di umidità della biomassa di micelio penetrata nella roccia, la secrezione di acidi organici (ad esempio acido ossalico) che favoriscono la dissoluzione dei carbonati. L’anidride carbonica, prodotta dalla respirazione del tallo, dissolve le rocce calcaree in presenza di umidità, portando alla formazione di bicarbonati solubili che possono essere dilavati.
Altri esempi in ambiente marino sono alcune specie di molluschi (ad esempio i bivalvi ''Lithophaga lithophaga'', il cosiddetto "dattero di mare", e ''Pholas dactylus'') si insediano nella roccia calcarea perforandola mediante secrezioni acide del mantello. La loro azione, che produce fori fino ad alcuni centimetri, può contribuire ad indebolire il piede di falesie calcaree, facilitandone l'erosione. Le strutture provocate da questo tipo di organismi (''gastrochenoliti'') si possono rinvenire anche fossili. Altri molluschi, come le ''patelle'' (gasteropodi) producono acidi che riescono a corrodere anche rocce silicatiche. Altri tipi di organismi marini perforanti sono alcune specie di ''poriferi'' (''spugne'' del genere ''Cliona''), vermi come ''anellidi policheti'' e ''sipunculidi'', che producono fori di dimensioni da millimetriche a centimetriche. Diversi ''funghi'', ''alghe'' e ''cianobatteri'' producono fori inferiori al millimetro (dell'ordine dei 100 micrometri). In questi casi si parla più propriamente di '''bioerosione'''.
 
Una forma molto comune di azione biologica sui terreni e sui sedimenti è la '''bioturbazione'''. Molti organismi, soprattutto invertebrati, sia di terraferma sia acquatici (sia continentali che marini) con la loro attività "disturbano" la tessitura e la struttura originaria dei suoli e dei sedimenti, dando luogo a strutture specifiche: si hanno strutture interpretabili come tracce di abitazione ("tane" e gallerie); tracce di locomozione, di reptazione, orme; tracce di nutrizione (di organismi ''limivori'', che si nutrono della materia organica contenuta nel fango del fondale). Non si tratta tanto di una forma di erosione in senso stretto (perché non abbiamo trasporto) quanto di un'azione di ''trasformazione'' del sedimento. L'intensità di bioturbazione può arrivare a obliterare completamente la struttura originaria del sedimento (stratificazione, laminazione) e ad alterarne la tessitura (granulometria). L'intensità e la tipologia della bioturbazione inoltre è strettamente correlata a fattori come l'ossigenazione, la salinità delle acque, la presenza di correnti, il tasso di sedimentazione, che hanno un significato ecologico e paleoecologico di notevole interesse.
 
Gli organismi viventi dotati di parti mineralizzate (calcaree, silicee, etc.) una volta morti danno origine ad ''accumuli bioclastici'' che possono rimanere in posto o essere trasportati e rimaneggiati dagli agenti dell'erosione dando luogo a ''depositi bioclastici'' di varia natura. Questo aspetto però verrà approfondito in seguito, soprattutto nel capitolo riguardante il modellamento in ambiente marino.
 
 
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