Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iraq-Iran: differenze tra le versioni

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Dal 5 gennaio 1981 scattò un'offensiva iraniana che tuttavia venne frustata da un contrattacco irakeno. La forza iraniana comprendeva carri Chieftain e M60, ma subì una sconfitta netta dalla manovra dei reparti irakeni di T-62, che si mossero ai fianchi dei carri e ne causarono pesanti perdite, nonostante l'appoggio dei Cobra e dell'aviazione. Molti Chieftain vennero catturati e in seguito tali preziosi carri non vennero più usati per azioni d'attacco del genere. In ogni caso, dopo una certa riduzione delle operazioni, le Guardie Rivoluzionarie dell'Iran vennero supportate pesantemente dall'aviazione ed esercito nel settembre del 1982 riconquistando Khoramshahr, cosa che cacciò gli irakeni dal territorio iraniano. Nel 1983 le forniture di armi ripresero abbondantemente da Francia e URSS, mentre gli USA facevano il doppio gioco con forniture militari all'Iran (il famoso scandalo Iran-gate, con i soldi ricavati dalle forniture usati poi per finanziare i Contras del Nicaragua).
 
Al 1984 le forze iraniane erano abbastanza ben riorganizzate e con l'offensiva Kheibar le guardie rivoluzionarie ebbero un supporto costante di circa 100 missioni aeree della sola IRIAF, più quelle degli elicotteri. Dati i problemi di manutenzione dei tipi più moderni, gli F-5E erano i caccia oramai standard dell'IRIAF quanto a missioni aeree. Sempre nel 1984 aumentò la potenza degli attacchi contro le petroliere, la cosiddetta 'Tanker war', iniziata per colpire i traffici nemici dall'autunno del 1981. Questi attacchi furono pagati caro dagli Irakeni, date le difficoltà che incontravano, ma erano anche capaci di rendere il conflitto di proporzioni internazionali e quindi, alla lunga, a vantaggio irakeno data la minaccia che veniva vista nel governo rivoluzionario iraniano. Alla fine accadde persino che gli USA intervenissero direttamente contro gli iraniani, nonostante che l'attacco alla USS Stark era stato fatto dagli irakeni. Pare che in tutto gli Irakeni avrebbero avuto circa 600-800 missili Exocet, di cui circa 600 usati in 400 missioni d'attacco con 250 centri su circa 115 navi, anche se non certo tutte erano state distrutte. La percentuale del traffico era circa l'1%, ma i premi assicurativi e le tensioni in proporzione furono ben più pesantemente afflitti di quanto queste cifre possano far pensare, con tanto di ingresso nel Golfo di numerose marine occidentali. Nata nell'ottobre 1981, per il 1985 era diventata l'aspetto più importante della guerra e al contempo l'IRIAF era stata sia dispersa lungo la costa, sia rinforzata nel 1985-87 da aiuti americani e israeliani (proprio gli stessi che ora sarebbero interessati a sferrare un attacco contro l'Iran). L'offensiva principale fu la Valfajr-8, contro la penisola di Faw dell'Irak meridionale, dove dal 9 febbraio 1986 gli iraniani sferrarono un potente attacco di notevole successo. Durante gli attacchi irakeni di rimando, vennero persi 45 aerei ed elicotteri dovuti peraltro maggiormente alle difese dei missili HAWK e ai cannoni contraerei di vario tipo. I danni furono pesanti per l'IrAF e l'aviazione dell'esercito. Nel periodo 1974-86 di 160 Su-20 e 22 consegnati vennero persi circa il 50% del totale. L'uso di cannoni ZSU sovietici, comprati a suo tempo, assieme a missili HAWK fu certo la maggiore forza degli iraniani dell'epoca, che crearono a tutti gli effetti 'trappole aeree' sugli obiettivi che gli irakeni stavano attaccando. La reazione irakena fu quella di aumentare le ECM, introdurre i missili ARM e addestramento specifico per compiti di soppressione delle difese aereaeree, nonché missili e bombe plananti per tirare quanto più possibile fuori tiro nemico. Nel frattempo, nel Golfo, continuavano le operazioni aeronavali, con i P-3F iraniani che erano fondamentali per localizzare sia le navi da attaccare, che le forze internazionali da evitare.
 
Ma oramai anche Saddam Houssein era convinto che la guerra si poteva vincere anche diminuendo le pressioni politiche sull'aviazione, consentendole di essere quello strumento indipendente che poteva diventare, mentre i sovietici pensarono bene di vendere aerei più moderni di quelli che fin'allora avevano inviato in Irak, così da far cassa dati i loro problemi finanziari. Francesi ed Egiziani aiutarono l'addestramento dei reparti e così dal 1987 gli Irakeni cominciarono ad attaccare pesantemente sia obiettivi strategici che la sfida diretta ai caccia nemici, abbattendo qualche F-14 con i Mirage F.1 e con l'aiuto delle informazioni passate dagli americani, colpendo obiettivi come Khark, dove l'ultimo degli attacchi, il 18 marzo 1988, distrusse due superpetroliere, anche se gli irakeni persero 5 aerei tra cui 2-3 tra Tu-22B e MiG-25RB. I caccia F-14 continuavano a fare impressione per le loro capacità, anche se di attivi ce n'erano pochi. La loro azione permise di causare danni notevoli ai caccia irakeni, ma anche, in circa il 60% dei casi (spesso con l'aggiunta o l'alternativa degli F-4) di mettere in fuga gli aerei nemici. Oramai c'erano persino azioni d'attacco americane a causare problemi agli iraniani, come si sarebbe verificato in aprile, tanto che si verificò la singolare coincidenza dell'Operazione Praying Mantis con l'offensiva terrestre irakena che sconfisse gli iraniani a Faw, liberandola dall'occupazione iraniana. Il 3 luglio un Airbus fu 'per errore' colpito da un incrociatore americano AEGIS e il 19 luglio due F-14 vennero abbattuti dai Mirage F.1EQ-6. Alla fine la guerra, sia pure di misura, si può dire che la vinse l'Irak. Le sue lezioni furono tuttavia ignorate, più che altro perché c'era l'interesse a farlo. L'IRIAF era malvista dal regime islamico e i suoi uomini, per quanto avessero combattuto coraggiosamente, non erano certo le 'star' della situazione, tanto che se c'era modo, il merito dei successi contro gli aerei irakeni era preso dall'Esercito con le sue batterie contraerei.