Storia della letteratura italiana/Niccolò Machiavelli: differenze tra le versioni

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== La vita ==
=== La formazione e i primi incarichi ===
[[File:Portrait of Niccolò Machiavelli by Santi di Tito.jpg|thumb|left|Santi di Tito, ritratto di Niccolò Machiavelli, seconda metà del XVI secolo. Firenze, Palazzo Vecchio]]
Niccolò Machiavelli nasce a Firenze il 3 maggio 1469 da Bernardo, dottore in legge, e Bartolomea de' Nelli. Pochi mesi dopo la nascita di Machiavelli, il 3 dicembre, Piero de' Medici, signore di Firenze, muore e lascia il potere ai figli Giuliano e [[../La corte di Lorenzo il Magnifico|Lorenzo]], detto il Magnifico.
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Gli anni seguenti sono costellati da missioni diplomatiche. Nel 1499 è da Iacopo IV d'Appiano a Piombino, quindi in aprile compone il ''Discorso su Pisa'', grazie al quale Venezia accetta di togliere l'appoggio a Pisa, all'epoca in guerra con Firenze. Dopo essere stato ricevuto da Caterina Sforza Riario a Imola, nel 1500 compie una legazione a Pistoia e poi in Francia, in seguito all'attacco francese al Regno di Napoli. L'11 novembre Luigi XII e Ferdinando il Cattolico si spartiranno il territorio partenopeo. Intanto, nell'agosto 1501 Machiavelli sposa Marietta di Luigi Corsini, da cui avrà sette figli.
 
=== Le imprese di Cesare Borgia ===
Negli stessi anni si compie l'ascesa di Cesare Borgia, detto "il Valentino", figlio del papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia). Grazie all'appoggio del padre, nel settembre 1500 conquista Rimini e Pesaro, e all'inizio del 1501 diventa duca di Romagna. L'anno successivo allarga il suo potere arrivando sino a Urbino (21 giugno 1502). Machiavelli prosegue la sua attività diplomatica e nel 1502, in seguito a una missione a Pistoia durante la lotta tra le fazioni dei Cancellieri e dei Panciatichi, compone il ''De rebus pistoriensibus''. In maggio è ricevuto a Bologna, mentre nel mese di giugno esplode la rivolta ad Arezzo e nella Valdichiana, fino ad allora controllate da Firenze. Questa verrà domata in estate dall'esercito francese.
 
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Per Machiavelli prosegue intanto l'attività diplomatica, che lo porta presso varie corti italiane, e si occupa anche della riorganizzazione della milizia fiorentina, a cui dedica lo scritto ''La cagione dell'Ordinanza'' (1506). Il 12 gennaio 1507 è infine nominato cancelliere dei Nove della milizia e segue da vicino lo scontro tra Firenze e Pisa, recandosi spesso sul campo. Nel 1509, quando Pisa si arrende a Firenze, partecipa agli accordi tre le due città ed è incaricato di scegliere le milizie che entreranno a Pisa, in modo da evitare razzie.
 
=== Il ritorno dei Medici a Firenze ===
La situazione nella penisola si fa però sempre più intricata. Il 10 giugno 1511 Machiavelli, come rappresentante di Firenze, è a Pisa, dove si riunisce il "conciliabolo" voluto dalla Francia per contrastare Giulio II. In risposta, il 4 ottobre si forma la Lega Santa, che riunisce il papato, la Spagna, Venezia e la Svizzera contro la Francia, con lo scopo dichiarato di liberare l'Italia dagli stranieri. Nel giugno del 1512 gli eserciti del papa e della Spagna attaccano la repubblica fiorentina, allo scopo di ripristinare il potere dei Medici. Il 29 agosto le milizie spagnole compiono il sacco di Prato, quindi il 31 dello stesso mese Piero Soderini è costretto a lasciare l'incarico di gonfaloniere e a scappare. Il 16 settembre i Medici tornano a essere signori di Firenze. Capo della famiglia è ora il cardinale Giovanni de' Medici, figlio del Magnifico, che torna insieme al fratello Giuliano e al nipote Lorenzo.
 
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[[File:Faltignano, casa di machiavelli, 02.JPG|left|thumb|L'''Albergaccio'' di Machiavelli a Sant'Andrea in Percussina]]
 
Infine, l'11 marzo 1513 Giovanni de' Medici è eletto successore deldi papa Giulio II, con il nome di Leone X. Viene promulgata un'amnistia generale, grazie alla quale anche Machiavelli viene liberato. Si ritira così a Sant'Andrea in Percussina e inizia una fitta corrispondenza con Francesco Vettori, all'epoca ambasciatore di Firenze a Roma. All'amico, alla fine dell'anno, anticipa di avere scritto un opuscolo intitolato ''De principatibus''. Inizialmente pensa di dedicare il libro a Giuliano de' Medici e, dopo la morte di lui, scrive lo dedica a Lorenzo, ma questo tentativo di guadagnare la stima dei Medici non avrà effetti.
 
Tornato a Firenze nel 1514, Machiavelli confida di poter entrare al servizio di Giuliano de' Medici, ma i suoi tentativi vengono ostacolati dal cardinale Giulio de' Medici (figlio del fratello del Magnifico). Attorno alla metà del 1515 inizia inoltre a frequentare gli Orti Oricellari, un cenacolo di intellettuali aristocratici che coltivavano il culto per la Roma repubblicana e che si riunivano nei giardini di Palazzo Ruccellai (da cui il nome del gruppo). Negli anni seguenti compie missioni in varie città, per conto di Vettori e di alcuni mercanti fiorentini. Nel 1520 riesce infine a essere ricevuto dal cardinale de' Medici, tornato a Firenze per riordinare la città dopo la morte di Lorenzo (che dal 1515 era stato capitano generale della città). In quanto capo dello Studio fiorentino, Giulio de' Medici ordina a Machiavelli di scrivere il ''Discursus florentinarum rerum post mortem iunioris Laurentii Medices'', che sarà inviato a Leone X.
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Nel 1522 Leone X muore e gli succede per breve tempo Adriano di Utrecht, con il nome di Adriano VI. Alla morte di quest'ultimo, nel 1523, verrà eletto papa un altro esponente della famiglia Medici, il cardinale Giulio, che sceglie il nome di Clemente VII. Nel 1525 Machiavelli presenta al papa le ''Istorie fiorentine'', e poco dopo il pontefice lo invia presso Guicciardini, all'epoca presidente della Romagna.
 
Nell'aprile 1526 si prepara però una nuova guerra tra la Francia e l'imperatore Carlo V. Machiavelli è nominato provveditore e cancelliere dei Procuratori delle mura di Firenze. Il 22 maggio il papa, la Francia, Firenze, Milano e Genova stringono a Cognac una Lega Santa. In luglio Milano è occupata dagli spagnoli. Machiavelli compie varie missioni presso Guicciardini, in concomitanza con la discesa dei lanzichenecchi in Italia. Questi il 6 maggio raggiungono e saccheggiano Roma (il celebre "sacco di Roma"). Il 17 maggio a Firenze viene dichiarata decaduta la signoria, mentre il 5 giugno Clemente VII è fatto prigioniero da Carlo V. Il 10 giugno Francesco Tarugi diventa segretario del governo fiorentino, venendo preferito a Machiavelli, che in questo periodo cade malato, forse di ulcera o di appendicite. Muore a Firenze il 21 giugno; il giorno successivo è sepolto nella basilica di Santa Croce.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro| autore=Niccolò Machiavelli | titolo=Il Principe | curatore=Giorgio Inglese | editore=Einaudi | città=Torino | anno=2013 | pp=LI-LIX }}</ref>
 
Il 10 giugno Francesco Tarugi diventa segretario del governo fiorentino, venendo preferito a Machiavelli, che in questo periodo cade malato, forse di ulcera o di appendicite. Muore a Firenze il 21 giugno; il giorno successivo è sepolto nella basilica di Santa Croce.<ref>''Cronologia'' in {{cita libro| autore=Niccolò Machiavelli | titolo=Il Principe | curatore=Giorgio Inglese | editore=Einaudi | città=Torino | anno=2013 | pp=LI-LIX }}</ref>
 
== Gli scritti politici precedenti al ''Principe'' ==
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* '''scritti di governo''', in concomitanza con occasioni politiche e amministrative.
 
A questi si aggiungono i cosiddetti '''scritti politici minori''', dedicati a particolari questioni su cui Machiavelli espone il suo personale punto di vista. A titolo di esempio si possono citare il ''De rebus pistoriensibus'', in cui ipotizza come intervenire nei contrasti interni a Pistoia, e il ''De natura gallorum'', una raccolta di massime sul comportamento dei francesi. ''Il modo che tenne il Ducaduca Valentino per ammazar VitellozzoVitellozo, Oliverotto da Fermo, il SignorS. Paolo eet il Duca di Gravina Orsini in Senigaglia'' è invece il racconto della strage compiuta da Cesare Borgia contro i suoi alleati che congiuravano contro di lui, che nel 1532 è statoviene pubblicato in appendice alla prima edizione del ''Principe''.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=268-269 }}</ref>
 
== ''Il Principe'' ==
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== I ''Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio'' ==
{{vedi source|Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio}}
I tre libri dei ''Discorsi'' partono dalla lettura dei primi dieci libri di ''Ab Urbe condita'', l'opera di Tito Livio dedicata alla storia di Roma antica. La sua stesura è stata molto complessa. Sembra che già nel 1513 Machiavelli stesse scrivendo un libro sulle repubbliche, che però èera stato abbandonato quando l'autore si èera dedicato esclusivamente al ''Principe''. Queste sono state poi riprese e inserite in una nuova opera, composta tra il 1515 e il 1517. L'edizione a stampa sarebbe però stata pubblicata postuma, nel 1531.
 
Dedicati a Zanobi Buondelmonti e Cosimo RuccellaiRucellai, due giovani esponenti degli Orti Oricellari, i ''Discorsi'' affrontano il problema della vita delle repubbliche, prendendo a modello della repubblica romana e partendo dalla sua esperienza diretta di Machiavelli come cancelliere della repubblica fiorentina.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=273-275 }}</ref>
 
Rispetto al ''Principe'', i ''Discorsi'' hanno un tono più disteso, con lunghe riflessioni sull'organizzazione dello Stato. Il ''Principe'' inoltre affrontava il tema della monarchia per rispondere a un'urgenza, quella della crisi politica in cui versava l'Italia. I ''Discorsi'' sono invece il frutto di una riflessione durata anni, da cui traspare la simpatia dell'autore per la repubblica. Simpatia che è comprensibile se si considera che Machiavelli ha trascorso gran parte della sua vita politica nelle istituzioni della repubblica di Firenze. Più precisamente, riteneva che la nascita di un nuovo Stato fosse possibile solo grazie all'azione di un principe, inteso come un uomo straordinario, ma che per governare poi questo Stato non ci fosse forma migliore della repubblica.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Machiavelli e Guicciardini | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=6 }}</ref>