Carmina (Catullo)/37: differenze tra le versioni

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In questa poesia possiamo notare come Catullo non usi un linguaggio distaccato nei confronti di Lesbia nonostante la loro storia d'amore sia finita. Anzi Catullo continua ad esaltare la donna con espressioni che ricordani i carmi dell'amore felice: ''amata tantum quantum amabitur'' nulla e dicendo ai ''sopiones'' che frequentano la taverna che non la meritano.
L’autore riserva gli insulti ,la sua rabbia e la sua gelosia solo a questi uomini tralasciando quello che Lesbia stava facendo
Catullo usa un linguaggio volgare e scurrile, in quanto vuole esprimere il suo disprezzo e la sua ira nei confronti di queste persone, come ad esempio: “quod indignum est, omnes pusilli et semitarii moechi” (“non siete degni, insulsi e battitori di strade”); “cuniculosae Celtiberiae fili,Egnati, opaca quem bonum facit barba
et dens Hibera defricatus urina” (“venuto fuori dalla Celtiberia, terra di conigli che reputi bello esser coperto da quella tua barba,e che ti lavi i denti con l’urina spagnola.”). Queste frasi in particolare sono piene di odio e insulti nei confronti di Ignazio, uomo al quale Lesbia si è concessa. Nonostante l’amata di Catullo fosse piacevolmente consenziente alla situazione, il poeta esprime per lei solo parole piene d’amore, lodandola come sempre. Probabilmente Catullo ha questo comportamento perché è talmente accecato dall’amore per questa donna, che qualsiasi cosa essa faccia sarà sempre ben vista da lui, e al contrario, saranno gli altri ad errare.
 
==Sintesi della poesia==