Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina 5: differenze tra le versioni

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Nel 1982 fu deciso di riorganizzare il S.Marco, fino ad allora una forza molto modesta numericamente, facendogli raggiungere il totale di 600 effettivi, con un Gruppo Operativo su due compagnie di 150 uomini l'una (e quindi la forza reale d'impiego era, in ogni caso, di appena 300 effettivi), un gruppo scuole e vari servizi. Nell'autunno di quello stesso anno il battaglione fu mandato in missione all'estero, in Libano per il contingente ITALCON, in missione di pace per proteggere i profughi palestinesi, perdendo in azione un operativo, Filippo Montesi.
 
Nel 1987 il San Marco fu presente nel Golfo Persico. Il conflitto Iran-Iraq si era esteso alle rotte commerciali del Golfo, arrivando a minacciare gli interessi commerciali dei paesi occidentali. Gli Iraniani accusarono Arabia Saudita e Stati Uniti di supportare militarmente l'Iraq, e cominciarono a colpire le navi occidentali in transito. L'Italia inizialmente non partecipò alla forza multinazionale ONU, salvo poi essere spinta ad intervenire il 3 agosto successivo dopo l'assalto iraniano alla una nave italiana Jolly Rubino. Sarebbero tornati in zona nel 1990, quando c'erano da ispezionare i mercantili in zona, durante la crisi che avrebbe portato a Desert Storm. Ma nel frattempo, nel 1987-88 giungevano due navi da sbarco di nuovo tipo, delle mini-portaelicotteri, le LPD S.Giorgio e S.Marco. I conflitti convenzionali a bassa intensità, da allora in poi, sarebbero stati molto più importanti rispetto alla situazione di un mondo ingessato dalla minaccia nucleare. I fucilieri di marina erano ovviamente ben predisposti per questo cambiamento e il processo di trasformazione per portare il S.Marco a livello di reggimento iniziò grossomodo da questo tempo. Anche perché nel 1991 venne impostata la S.Giusto, terza LPD, ufficialmente con compiti non tanto ben definiti (protezione civile? nave scuola?). Chiaramente fin troppe navi per una forza da sbarco di trecento soldati e vari supporti. Una nuova caserma venne poi aperta in località Brancasi, vicino Brindisi. Questa venne intitolata a Ermanno Carlotto, che fu un ufficiale morto durante la rivolta dei Boxers nel 1900, dove c'erano anche i Fucilieri di marina italiani a protezione delle ambasciate internazionali. Comunque sia, è chiaro che spostare i fucilieri di Marina dal Veneto alla Puglia significava qualcosa di ben precisio: la proiezione di potenza in località del mondo ben distanti dalla protezione del suolo patrio, operazioni non sempre pacifiche con buona pace dell'art. 11 della Costituzione.
 
Già nel 1991, appena pochi mesi dopo la fine della guerra del Golfo II il S.Marco venne mandato in Somalia su due navi per evacuare decine di civili dall'ambasciata italiana di Mogadiscio. L'anno dopo i Marò tornarono e parteciparono per tre mesi a Restor Hope, per poi infine ritornare in Somalia nel '95, quando oramai la missione ONU era in rotta, per coprire nell'ambito della missione UNITED SHIELD il disimpegno degli ultimi Caschi blu presenti. La Somalia era definitivamente persa.