Carmina (Catullo)/24: differenze tra le versioni

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Catullo in questa poesia si rivolge all'uomo amato, Giovenzio. Lo rimprovera per essersi concesso ad un altro uomo, per di più povero. Confessa che avrebbe preferito che egli donasse le ricchezze di Mida a costui, piuttosto che concedersi al suo amore. Gli rammenta che per quanto possa minimizzare questo fatto, tale uomo rimarrà sempre e comunque povero nonostante il bell'aspetto.
 
==Il tema==
Catullo in questo carme ci fa capire che probabilmente ha avuto un amore omosessuale e che ipoteticamente ebbe un amore con Giovenzio, screditando e anche rimproverando quest'ultimo, dicendo che egli è colpevole di essersi concesso ad una persona priva di denaro.
Possiamo definire Catullo un uomo bisessuale. Il termine omosessuale a quel tempo non esisteva e non veniva considerata una mancanza di virilità, in quanto come nell'antica Roma e nell'antica Grecia la virilità di un uomo si manifestava con un ruolo attivo di esso durante un rapporto sessuale.
Giovenzio era un giovane libero e di nobile famiglia veronese che venne mandato a studiare a Roma e venne affidato al poeta Catullo. Il suo personaggio è il protagonista di una piccola raccolta di poesie di cui ne è protagonista. Catullo dedica delle poesie a Giovenzio in modo molto romantico, quasi smielato, possiamo trovare questi elementi nella descrizione dei baci, e ci fa dedurre attraverso esse l'amore che prova per Giovenzio.
In questo carme possiamo dedurre un Catullo innamorato e arrabbiato con Giovenzio, Catullo lo scredita e lo rimprovera, dicendo che egli è colpevole di essersi concesso ad una persona priva di denaro, nonostante al tempo il desiderio sessuale di un uomo che voleva andare con un altro uomo veniva "saziato" attraverso i propri schiavi.
Attraverso carmi come questo possiamo dedurre la mentalità moderna e la libertà di pensiero che aveva Catullo.
 
==Il messaggio ==