Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 1: differenze tra le versioni

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L'Ariete, in tempi di magra come quelli in cui s'é venuto a trovare, non ha mancato di causare polemiche sul tipo di mezzo che l'E.I. intendeva adottare. Nondimeno, su di un percorso di 10 km venne confrontato attorno alla fine del '92 con altri 2 carri armati, ovvero il Leopard 1 e l'M60A1. In appena 10 km di percorso cross-country ha staccato in media di ben 7 minuti l'M60, ma è riuscito anche a dare 3 minuti e mezzo al Leopard, nonostante che questo fosse rinomato per l'alta mobilità e che fosse in una versione ancora piuttosto 'nuda' rispetto a quella di un carro armato come il Leopard 1A5. La ragione era, nonostante tutto, un rapporto potenza-peso di circa 24 hp/t contro 20-21, ovvero circa il 15-20% in più, il che dava una migliore accelerazione e ripresa, e anche una leggermente superiore velocità di punta con un picco di oltre 70 km/h (nominalmente erano 65, ma attenzione, i carri moderni riescono spesso a superare, differentemente dai loro avi, la velocità 'ufficiale', persino con picchi dell'ordine dei 100 km/h...), ma anche un sistema di sospensioni capace di mantenere meglio le curve ad alta velocità rispetto a quanto possibile al più delicato Leopard 1. L'M60, invece, con i suoi 13-14 hp/t è stato proprio stracciato. Tutto questo venne ottenuto nonostante l'Ariete fosse stato appesantito con una zavorra dalle 52 t originarie a ben 55. Però il motore era stato a sua volta potenziato da 1.200 hp a 1.270 (non è chiaro se l'obiettivo finale fosse 1.300 netti, come indicato da molte fonti), per compensare in qualche modo l'aumento di peso, visto che originariamente era di circa 50 t. Il rapporto potenza-peso, così, è passato da 24 a 23,1 hp/t, ancora di quasi il 10% migliore del Leopard e quasi il doppio rispetto all'M60. Peccato che non siano stati divulgati dati sul tempo totale di percorrenza, forse dell'ordine del quarto d'ora.
 
Il costo base dell'Ariete all'epoca era stimato in circa 5,4 mld per mezzo, ma il costo del programma era di 1.400 mld dato che in questo erano compresi anche: 18 mld per l'acquisto del sistema d'allarme laser, oramai deciso (al 1992), 130 per il supporto logistico, 44 per collaudi e munizionamento, 70 per l'avvio della produzione e 50 per lo studio riguardo ilal previsto successore Ariete 2. Le disposizioni interne dell'Ariete presentato all'epoca comprendevano 15 colpi di pronto impiego stivati verticali (non esattamente la miglior forma di protezione...) sul cestello torretta, in una struttura corazzata, e 27 nella parte anteriore dello scafom a sinistra del posto di pilotaggio. La protezione antiesplosione non era quindi particolarmente curata rispetto all'M1 e anche ad altri carri. Nella controcarena c'era il calcolatore digitale Cosmo, l'apparato di ventilazione e quello NBC, nonché la radio RV-3/4. Lo spazio è maggiore rispetto a quello consentito dal Leopard 1, ma il conduttore può entrare dal suo portello solo se la torretta è girata a ore 3 o 9. La visione del capocarro era affidata al sistema panoramico della SFIM ma anche a 8 periscopi fissi con visione di 360 gradi eccetto il periscopio anteriore, che fa da ostacolo. Il caricatore, a sinistra, invece ne ha solo 3 e tutti rivolti verso l'avanti. La mitragliatrice MG 42/59 è installabile su di una rotaia che può essere sia sopra il portello del capocarro sia quello del caricatore (oppure di tutt'e due, magari con un piccolo scudo protettivo, come è successo poi in azioni di 'peace keeping' o di occupazione militare che dir si voglia). Sul fondo del carro c'è un'uscita d'emergenza, utilizzabile dal pilota ma anche dagli altri dell'equipaggio se la torretta è orientata a ore 6. Si tratta di un utile ausilio (anche se potenzialmente vulnerabile alle mine) per scappare dal mezzo sotto il fuoco nemico, senza sgusciare dall'alto dei portelli (o anche per entrare, se il portello è lasciato aperto). La dotazione di bombole antincendio è di 6 (almeno sul prototipo), sull'abitacolo del servente vi era la manopola di bloccaggio torretta, pannello elettronico per la presentazione delle munizioni selezionate, allarme laser, sistema NBC e antincendio, ectc., mentre il comandante tra l'altro aveva i comandi di sparo nebbiogeni e il pannello d'allarme laser, 2 cloche per orientare la torretta e molti altri sistemi, tra cui quello di sparo in emergenza del cannone, a magnete, uguale a quello del Leopard 1.
 
Le alternative all'Ariete sono state vagliate: l'offerta tedesca per il Leopard 2 era per 4,5 miliardi al pezzo più però le forniture logistiche, mentre una co-produzione avrebbe invece aumentato i costi del 20%. L'Ariete almeno come sistema di osservazione e di tiro era migliore (nessuna sorpresa, la tecnologica in 10 anni ne ha fatti di progressi), ma soprattutto si è voluta preservare l'industria nazionale del settore, ovviamente soprattutto Fiat-Iveco con 248 subappaltatrici (in particolare Galileo con il 14,8%, Marconi Italia con il 6,4%, Marelli Avio con l'1%). Nondimeno, il 14% dei materiali è stato comprato dall'estero, per non parlare delle licenze varie (le munizioni, per esempio, ma anche presumibilmente lo stesso cannone, sia pure realizzato in maniera leggermente diversa). L'M1 Abrams costava di meno rispetto a tutti gli altri ma la turbina non ha convinto concettualmente e come consumi. Il Leclerc era disponibile più o meno negli stessi tempi e non costava meno di 7 miliardi al pezzo.