La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/"Mishneh Torah" come parabola: differenze tra le versioni
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Ovviamente, è solo "in prima istanza" che le cose esistono per se stesse. La ''Mishneh Torah'' è un codice di legge; esiste per il bene dell'ordine morale e sociale. La sua identità come codice di legge, tuttavia, non è separato dalla sua identità come opera d'arte: i due si originano nello stesso unico punto.
Il portale attraverso il quale transitiamo per entrare nella ''Mishneh Torah'' è la consapevolezza dell'esistenza di Dio. Ciò comporta il primato della forma sulla materia che prevale in tutta la creazione ed è anche la struttura fondamentale dei comandamenti. Negli esseri umani, la cui forma è una capacità intellettuale come quella degli angeli e delle sfere ma che, a differenza di questi, consiste di materia degenerativa, stabilire l'ordine giusto è un compito consapevole. La ''Mishneh Torah'' deriva la sua energia e tensione drammatiche dal momento in cui inizia il concorso, in "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:2, a cui abbiamo riferito tante volte e in cui l'essere umano adamico archetipico, vedendo il cosmo come fosse la prima volta, vien preso da meraviglia e amore, e poi da timore. Dall'amore si origina il desiderio di conoscenza di Dio, l'attualizzazione della forma umana, mentre il timore è consapevolezza dell'impedimento materiale alla conoscenza. Nella ''Guida'' il timore è associato ai comandamenti; l'amore alla filosofia.<ref>Vedi ''Guida'' iii.52 (p. 630).</ref> Ma mentre la ''Guida'' tratta filosofia e comandamenti come
Il timore ha diverse connotazioni per Maimonide. Come concomitante dell'amore, reazione cosciente nel riconoscimento dell'infinito divario tra conoscenza divina e umana, è necessario e salutare; distaccato dall'amore, diventa patologico.<ref>Ciò è anche valido pert l'amore distaccato dal timore, come succede nella confusione e corruzione che risulta dalla ricerca della conoscenza senza la disciplina della formazione morale e un corso di studi ordinato. Vedi ''Commantario alla Mishnah'', ''Ḥag.'' 2:1, e ''Guida'' i.34-5 (pp.72-81).</ref> Nella narrazione del capitolo 1 di "Leggi dell'Idolatria", la via dell'amore e della conoscenza viene bloccata e l'errore e l'ignoranza danno origine af un regime sfruttatore basato sulla paura: i falsi profeti "dicevano al popolo che questa particolare figura conferiva benefici e infliggeva danni e che era opportuno venerarla e temerla".<ref>"Leggi dell'Idolatria", 1:2.</ref> Fu Abramo "il mio amore" che ruppe la morsa di questa paura.<ref>Vedi anche ''Guida'' iii.24 (pp. 500-1), dove Abramo personifica la combinazione ideale di amore e timore nella prova del sacrificio di Isacco.</ref>
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