Isaac Luria e la preghiera/Capitolo I: differenze tra le versioni

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Nella [[w:Mishnah|Mishnah]], così come nel [[w:Talmud di Gerusalemme|Talmud gerosolimitano]] e quello [[w:Bavli|babilonese]], vennero discusse la corretta postura e le giuste pratiche di una persona mentre recita lo ''Shema''. La discussione più nota è quella tra le [[w:Dispute talmudiche tra Bet Shammai e Bet Hillel|Accademie di Hillel e di Shammai]], sulla necessità di prostrarsi o stare in piedi mentre si recita tale brano.<ref>Mishnah Brakhot 1:6.</ref> Allo stesso modo, il Talmud babilonese riporta una storia in cui Rabbi [[w:Giuda il Principe|Yehuda HaNasi]], il tradizionale compilatore del Mishnah,<ref>Stephen G. Wald, "Mishnah" in ''Encyclopaedia Judaica'', cur. Michael Berenbaum & Fred Skolnik, II ed. 22 voll. (Detroit: Macmillan Reference USA, 2007) 14:319-­331.</ref> recitava lo ''Shema'' durante l'esecuzione di un'azione specifica. Questa storia è significativa nel rintracciare l'usanza di coprirsi gli occhi durante ''Qeri’at Shema'' poiché è la prima prova testuale dell'uso delle mani durante detta preghiera:
{{q|ILingua nostri rabbini hanno insegnato che "Ascolta O Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è Uno" è la recita dello Shema secondo Rabbi Yehuda il Principe. Rav disse a Rabbi Chiya: "Non ho visto Rebbi (Rabbi Yehuda il Principe) accettare su di sé il giogo del cielo". [Rabbi Chiya] rispose: "Figlio dei grandi! Nel momento in cui [Rabbi Yehuda il Principe] si passò le mani sul viso, accettò la sovranità di Dio".|T.B. Brakhot, 13b.ebraica|ת״ר ׳׳שמע ישראל ה׳ אלקינו ה׳ אחד״ זו ק״ש של ר׳ יהודה הנשיא. א״ל רב לר׳ חייא ׳לא חזינא ליה לרבי דמקבל עליה מלכות שמים.׳אמר ליה ׳בר פחתי בשעה שמעביר ידיו על פניו מקבל עליו עול מלכות שמים|lingua=he}}
{{q|I nostri rabbini hanno insegnato che "Ascolta O Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è Uno" è la recita dello Shema secondo Rabbi Yehuda il Principe. Rav disse a Rabbi Chiya: "Non ho visto Rebbi (Rabbi Yehuda il Principe) accettare su di sé il giogo del cielo". [Rabbi Chiya] rispose: "Figlio dei grandi! Nel momento in cui [Rabbi Yehuda il Principe] si passò le mani sul viso, accettò la sovranità di Dio".|T.B. Brakhot, 13b}}
Questa storia dal Talmud babilonese descrive il modo in cui Rabbi Yehuda il Principe recitò lo ''Shema'' e attraverso i movimenti delle sue mani trasmise la sua accettazione del giogo del cielo. Le azioni di Rabbi Yehuda sono significative nella ricerca sullo ''Shema'' perché le sue azioni vengono successivamente interpretate come la base di varie usanze legate a questa preghiera, inclusa la copertura degli occhi. L'analisi delle azioni di Rabbi Yehuda è radicata nella tradizione rabbinica secondo cui le azioni dei leader religiosi devono essere viste come precedenti per la pratica successiva.
 
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[[w:Hai Gaon|Rav Hai Gaon]], il capo dell'[[:en:w:Talmudic Academies in Babylonia|accademia babilonese]] di [[w:Pumbedita|Pumbedita]] dalla metà del X secolo alla metà dell'XI, spiegò questo passo come segue:
{{Lingua ebraica|בשעה שמעביר ידיו על גבי עיניו פי' רב האי מפני רבנן שלא יראו עיניו כשהוא מסביבן ומתגנה}}
{{q|"Nel momento in cui [Rabbi Yehuda] si mise le mani sugli occhi", Rav Hai [spiegò che era] dovuto ai saggi [che egli facesse così], in modo che non vedessero i suoi occhi quando li muoveva e pertanto cadere in disgrazia.|Nathan ben Jeḥiel, ''Sefer ʻArukh ha-­Shalem: ha-­lo Sefer he-­ʻArukh asher bo niḳbetsu ke-­ʻamir gornah kol ha-­milot ha-­ḥamurot ba-­Talmud u-­Midrashim: ṿe-­nisderu ʻa. pi a[lef] b[et] le-­maʻan yaruts ha-­ḳore bo'', cur. Alexander Kohut, Gerusalemme: Shiloh, 1969, 181.|בשעה שמעביר ידיו על גבי עיניו פי' רב האי מפני רבנן שלא יראו עיניו כשהוא מסביבן ומתגנה|lingua=he}}
 
La spiegazione di Rav Hai Gaon si trova nel compendio dell'XI secolo intitolato ''Ha-Arukh'', scritto da [[w:Nathan ben Yehiel|Nathan ben Jeḥiel]] di Roma. Questa spiegazione aggiunge due importanti informazioni a detta storia. In primo luogo, Rav Hai Gaon vide le azioni di Yehuda il Principe nel contesto di una dichiarazione apparsa poche righe prima di questa storia nel Talmud, che descriveva come Rabbi Yirmiya recitava lo ''Shema''. [[w:Rabbi Yirmiya|Rabbi Yirmiya]] era abituato a prolungare la sua recitazione della lettera ''[[w:Daleth|dalet]]'' nello ''Shema'' e lo fece di fronte a Rabbi [[:en:w:Hiyya bar Abba|Ḥiya bar Abba]]. Rabbi Ḥiya gli disse che non è necessario prolungare la lettera:
{{q|PerchéLingua se [mentalmente] incoroni [Dio] sopra e sotto, e nelle quattro direzioni dei cieli, non è più necessario [prolungare].|''ibid.''ebraica|כיון דאמליכתיה למעלה ולמטה ולארבע רוחות השמים תו לא צריכת|lingua=he.}}
{{q|Perché se [mentalmente] incoroni [Dio] sopra e sotto, e nelle quattro direzioni dei cieli, non è più necessario [prolungare].}}
Rav Hai Gaon considerava Rabbi Yehuda come se stesse facendo la stessa pratica muovendo gli occhi in tutte e quattro le direzioni come suo modo di accettare su di sé la regalità di Dio. In secondo luogo, questa fonte utilizzò una versione alternativa del testo talmudico che non dice "lail suasuo facciavolto" ma piuttosto "i suoi occhi". Il significato di questo testo alternativo per lo studio della pratica è che se esiste un testo alternativo che utilizza "i suoi occhi", in contrasto con "lail suasuo facciavolto", allora nel Talmud esiste una base molto più forte per coprirsi gli occhi durante lo ''Shema''.
 
 
L'edizione critica di ''Ha-’Arukh'' della metà del diciannovesimo secolo di [[:en:w:Alexander Kohut|Alexander Kohut]] prendeva nota della variante del testo talmudico qui citato, e Kohut scrisse che l'edizione di Monaco del Talmud e molti altri testi<ref>I seguenti manoscritti del Talmud babilonese (''Bavli'') sono quelli che contengono "i suoi occhi" e non "il suo volto". Oxford Opp. Add. fol. 23, Cambridge -­ T-­S NS 329.252, Cambridge -­ T-­S F2 (1) 90, Firenze II-­I-­7, New York -­ JTS ENA 3035.3. [http://www.lieberman-­institute.com The Saul Lieberman Institute], (Acc. Sett. 1, 2015).</ref> dichiaravano "i suoi occhi", non "il suo volto".<ref>Nathan ben Jeḥiel, ''Sefer ʻArukh ha-­Shalem'' 181, n. 1.</ref> Inoltre, Kohut citava l'affermazione di Rav Hai Gaon così come veniva riportata nel ''Sefer Ha-Eshqol'' di [[:en:w:Abraham ben Isaac of Narbonne|Abraham ben Isaac di Narbonne]], un rabbino provenzale del XII secolo, che afferma:
{{Lingua ebraica|אבל רב האי גאון כתב וכו' דהא דמעביר ידיו על פניו מפרשי רבנן שלא יראו תלמידיו כשהוא מסביב עיניו לכל הרוחות.}}
{{q|Tuttavia, Rav Hai Gaon scrisse... che [Yehuda il Principe] si pose le mani sul viso, come spiegarono i saggi, in modo che i suoi studenti non vedessero quando spostava gli occhi in tutte le direzioni.<ref>Abraham ben Isaac II, ''Sefer Ha-­Eshqol'', as found in ''Sefer ʻArukh ha-­Shalem'' cur. Alexander Kohut, 181, n. 2.</ref>}}
Questa fonte non utilizza la versione "occhi" usata da Rav Hai Gaon, ma piuttosto il testo talmudico che afferma "volto" e inoltre omette l'ultima parola della versione di ''Ha-Arukh'', "disonorato" ("caduto in disgrazia"), il che implica che se gli studenti di Yehuda il Principe avessero visto il suo volto, Yehuda il Principe si sarebbe sentito svergognato. Questo estratto dal ''Sefer Ha-Eshqol'' utilizzava il testo talmudico con "volto", che lascia un'ambiguità su quale versione del testo Rav Hai Gaon abbia effettivamente utilizzato. L'interpretazione di Rav Hai Gaon della storia consente lo sviluppo di usanze successive per quanto riguarda la copertura del viso o degli occhi, tuttavia, Rav Hai Gaon non citò questa storia come fonte per una qualche usanza specifica nell'XI secolo.
 
==­ Interpretazioni nordafricane ==
[[w:Chananel ben Chushiel|Rabbenu Ḥananel]], un commentatore talmudico tunisino dell'XI secolo, spiegava la pratica di Yehuda il Principe in un contesto diverso da Rav Hai Gaon:
{{Lingua ebraica|רבי בעת שהיה מעביר ידיו על פניו ורחצם במים היה אומר שמע ישראל ה' אלוקינו ה' אחד ומקבל מלכות שמים עליו.}}
{{q|Nel momento in cui Rebbi (Rabbi Yehuda il Principe) si passava le mani sul viso e si lavava [il viso] con acqua, diceva: "Ascolta O Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è Uno", e accettava su di sé il giogo del paradiso.<ref>Commentario di Rabbeinu Ḥananel su T.B. Brakhot 13b.</ref>}}