Storia della letteratura italiana/Letteratura nell'Italia unita: differenze tra le versioni
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== Tra Destra e Sinistra storica ==
{{vedi pedia|Destra storica|Sinistra storica}}
[[File:BrecciaPortaPia.jpg|thumb|220px|left|La breccia di Porta Pia
Il regno d'Italia nacque ufficialmente nel 1861 e nel 1870, con la breccia di Porta Pia, Roma fu conquistata e dichiarata capitale. La Destra storica, composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari terrieri, formò il nuovo governo, che ebbe come primi obiettivi il completamento dell'unificazione nazionale, la costruzione del nuovo Stato (per il quale si scelse un modello centralista) e il risanamento finanziario mediante nuove tasse che produssero scontento popolare e accentuarono il brigantaggio, represso con la forza.
In politica estera, la Destra storica mantenne la tradizionale alleanza con la Francia, anche se le due nazioni si scontrarono
Nel 1876 il governo, presieduto da Marco Minghetti, venne esautorato per la prima volta non per autorità regia, bensì dal parlamento (''rivoluzione parlamentare''). Ebbe così inizio l'età della Sinistra storica, guidata da Agostino Depretis. Finiva un'epoca: nel 1878 Vittorio Emanuele II morì e gli succedette Umberto I.
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Per ciò che concerne la politica estera Depretis abbandonò l'alleanza con Parigi, in seguito alla conquista francese della Tunisia. L'Italia entrò quindi nella Triplice Alleanza, insieme a Germania e Impero austro-ungarico. Depretis favorì lo sviluppo del colonialismo italiano, innanzitutto con l'occupazione di Massaua in Eritrea.
L'epidemia di colera del 1884-1885 aveva mietuto in Italia quasi
== La rivoluzione industriale ==
{{vedi pedia|Seconda rivoluzione industriale}}
Nella seconda metà dell'Ottocento la crescita del capitalismo e dell'industria è resa possibile dalle innovazioni produttive introdotte dalla seconda rivoluzione industriale. Attraverso le colonie, le potenze europee allargano i propri mercati fino a renderli globali, e lo scambio di merci finisce per creare condizionamenti e omogeneizzazioni tra i diversi paesi. Lo sviluppo industriale, inoltre, comporta rapide modificazioni
A rendere possibile tutto questo è la collaborazione tra industria e ricerca scientifica. Nascono in questi anni nuovi mezzi di comunicazione (il telegrafo elettrico, il telefono, la radio) e di trasporto (il motore a scoppio e l'automobile, l'aeroplano). Queste invenzioni non sarebbero però state possibili senza le importanti scoperte nel campo della chimica, come la lavorazione
La rivoluzione industriale incide notevolmente sulla vita delle persone. Le città si allargano fino a diventare metropoli e diventano centri di attrazione economica, grazie alla grande varietà di merci che vi è possibile trovare. Viene inoltre organizzata una complessa rete di servizi e scambi, in cui il cittadino è parte di una massa. Nella seconda metà dell'Ottocento il benessere favorisce anche una revisione del ruolo della donna: le borghesi, sebbene escluse dalla politica e dal mondo del lavoro, possono ora affacciarsi alla cultura e all'educazione. Già alla fine del secolo si svolgono le prime manifestazioni femministe,
== Tendenze culturali in Europa ==
Sebbene fosse ancora diffusa una sensibilità di tipo romantico, la cultura della seconda metà dell'Ottocento non può più dirsi «romantica», dominata com'è dalla nuova corrente del positivismo. In Italia, l'unificazione del paese pone varie questioni politiche, a cominciare dall'omogeneizzazione linguistica e dalla diffusione della lingua nazionale: questo sarà possibile grazie all'estensione della scuola elementare obbligatoria (con la legge Casati, in vigore dal 1861), un provvedimento reso necessario anche dall'alta percentuale di analfabeti. In ambito letterario, invece, forte è l'influenza di correnti come il simbolismo e il naturalismo. Nella seconda metà dell'Ottocento si affermerà inoltre un nuovo termine, ''
=== Positivismo ===
{{vedi pedia|Positivismo}}
[[File:Darwin - John G Murdoch Portrait restored.jpg|thumb|left|Charles Darwin: il suo evoluzionismo segnerà la cultura europea della seconda metà dell'Ottocento]]
Il positivismo sostiene lo sviluppo delle scienze naturali e di quelle esatte, e dà voce a una cieca fiducia nel progresso. Tuttavia, diversamente dagli [[../Illuminismo in Italia|illuministi]], per i positivisti il progresso si commisura non alla ragione, ma ai fatti e ai dati ottenuti dalla realtà fisica. Particolare importanza avrà l'evoluzionismo darwiniano, che sarà utilizzato come schema interpretativo della realtà: le realtà storiche vengono considerate alla strenua di organismi che si trasformano secondo leggi stabili, e questa concezione finisce per influenzare anche la nascente sociologia, sorta all'inizio del secolo.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=750-751 }}</ref>
L'espansione economica e industriale, lo sviluppo della scienza e della tecnica, l'accesso di fette della popolazione all'istruzione
Non mancano tuttavia correnti filosofiche che prendono le distanze dal positivismo, prospettando una critica dei valori borghesi e ponendo l'attenzione su elementi che sfuggono al controllo fattuale. Tra queste la più importante è il materialismo storico sviluppato da Karl Marx e Friedrich Engels a partire da una critica interna all'idealismo hegeliano. Che poi i fenomeni sociali non potessero essere spiegati in chiave puramente evoluzionistica è avvertito anche da intellettuali come Max Weber e dal padre della psicanalisi Sigmund Freud, che studierà il campo dell'irrazionale e dell'inconscio. Negli stessi anni, infine, si collocano il pensiero di Friedrich Nietzsche e Henri Bergson.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=752-754 }}</ref>
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{{vedi pedia|Naturalismo (letteratura)}}
[[File:Emile Zola.jpg|thumb|Émile Zola]]
Una corrente letteraria che dalla Francia ha vasta eco in tutta Europa è il naturalismo, che risente della filosofia positivista. Gli autori di questa corrente ritenevano che la letteratura dovesse essere una continuazione e un completamento della scienza, e dovesse quindi studiare l'uomo «naturale», sottoposto alle leggi chimico-fisiche e all'influenza dell'ambiente. Il
L'opera d'arte viene considerata come un pezzo di vita, che deve essere sezionato e studiato scientificamente. Il romanzo
Tutte le teorie naturalistiche trovano però una sistemazione compiuta nell'opera di Émile Zola. Nel volume ''Il romanzo sperimentale'' (1880) lo scrittore sostiene che il metodo sperimentale delle scienze, dopo essere stato applicato agli oggetti inanimati e agli esseri viventi, deve ora essere utilizzato per studiare gli aspetti spirituali che caratterizzano la vita degli esseri umani. In quest'ottica, compito del romanziere è quello di svolgere un'indagine scientifica per scoprire quali leggi regolano il comportamento umano, utilizzando poi il romanzo per esporre al pubblico il resoconto dei propri esperimenti (da qui la formula di «romanzo sperimentale»). Il romanzo diventa quindi lo strumento attraverso cui l'uomo conosce e impara a controllare i propri meccanismi psicologici, così come la scienza e la tecnica gli hanno dato il dominio sulla realtà fisica, e i primi due principi motori della vita passionale e intellettuale vengono individuati nell'eredità biologica e nell'influenza dell'ambiente sociale. In questo modo, la letteratura aiuta economisti e politici a migliorare le condizioni sociali, evidenziandone le storture
Queste teorie prendono corpo nell'opera più importante di Zola, il ciclo dei ''Rougon-
Il naturalismo francese influenzerà enormemente la produzione letteraria italiana, e in particolare gli autori della [[../Scapigliatura|Scapigliatura]] e del [[../Verismo|verismo]].
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Nel 1857, lo stesso anno in cui viene pubblicato ''Madame Bovary'' di Flaubert, compare anche una raccolta poetica destinata a generare scandalo, al punto di subire processi: ''Les fleurs du mal'' (''I fiori del male'') di Charles Baudelaire. L'originale intreccio di vita e poesia espresso dalla poetica baudelairiana influenzerà la stagione del [[../Decadentismo|decadentismo]], che caratterizzerà la produzione letteraria europea tra la metà del XIX e i primi anni del XX secolo.
Fenomeni come l'espansione borghese, la nascita di nuovi orizzonti culturali e il riassorbimento dell'arte all'interno del mercato trovano infatti resistenza da parte degli intellettuali, soprattutto nei paesi economicamente e tecnologicamente più avanzati: da ciò nasce una frattura tra intellettuali e società, in cui l'artista si colloca in una posizione separata dal mondo, rivendicando la purezza della propria ricerca artistica, che viene contrapposta alla mediocrità borghese. L'artista assume quindi un ruolo sacerdotale, in quanto portavoce di valori sommi, e a questo scopo sceglie di seguire stili di vita irregolari (definiti ''
Come si è detto, Baudelaire sarà il punto di riferimento per questo tipo di esperienze letterarie, a cominciare dal simbolismo. Questo dalla Francia si estenderà a tutta l'Europa, cercando di svincolare la poesia dalle convenzioni e concentrandosi sull'uso di simboli e analogie
In Italia l'esperienza del "maledettismo" verrà ripresa dalla scapigliatura milanese. Il simbolismo inoltre influenzerà vari autori, da [[../Giovanni Pascoli|Pascoli]] all'[[../Ermetismo|ermetismo]] degli anni trenta del Novecento. È poi da ricordare l'esperienza solitaria di Gian Pietro Lucini (Milano, 30 settembre 1867 – Breglia, 13 luglio 1914), poeta e critico letterario, autore di una teoria del simbolo visto come occasione per liberare l'uomo e consentirgli di realizzare tutte le sue potenzialità (una posizione che per certi versi anticipa il [[../Futurismo|futurismo]]).<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=861 }}</ref>
== Intellettuali e cultura nell'Italia post-unitaria ==
All'unità politica segue il riassetto delle istituzioni culturali. Molti intellettuali vengono coinvolti nella vita politica della nazione, mentre la cultura si diffonde sempre nella società, grazie alla creazione di un'ampia rete scolastica e alla riorganizzazione delle università.
Nonostante gli sforzi, l'unità culturale del paese è ancora ben lontana. Si diffonde
{{nota|titolo=Romanzi d'appendice|contenuto=Sono i romanzi pubblicati a puntate in appendice ai giornali. Ebbero un grande successo in Francia negli anni trenta dell'Ottocento (dove erano noti come ''roman-feulleton''), e continuarono a essere il principale veicolo di diffusione della letteratura fino al Novecento. Pur rivolgendosi a un pubblico molto vasto, non sempre si trattava di testi di facile consumo; al contrario, alcuni grandi capolavori della letteratura ottocentesca sono stati inizialmente pubblicati come romanzi di appendice. Tra questi si ricordano i romanzi avventurosi di Alexander Dumas padre, ma anche ''La vieille fille'' di Honoré de Balzac, ''I misteri di Parigi'' di Eugène Sue e, fuori dalla Francia, ''La freccia nera'' di Robert Louis Stevenson, ''I fratelli Karamazov'' di Fedor Dostoevskij, ''Guerra e pace'' di Lev Tolstoj.}}
Anche l'editoria, con l'allargamento del pubblico all'intera penisola e la caduta delle barriere doganali, conosce delle trasformazioni. Se all'inizio dell'Ottocento non era ancora possibile distinguere la figura dell'editore da
Acquistano maggiore rilievo la stampa quotidiana e i periodici, sulle cui pagine vengono pubblicati i cosiddetti romanzi d'appendice, un genere narrativo che raggiungerà un alto numero di lettori. Il pubblico medio dell'epoca è rappresentato dalla borghesia colta e da piccoli intellettuali borghesi, ma esiste anche una nascente letteratura "popolare" che si rivolge al proletariato operaio. Sempre più importanza ha poi il pubblico femminile. Intellettuali e scrittori collaborano attivamente con quotidiani e riviste, soprattutto per quanto riguarda la ''terza pagina'', destinata a temi culturali. Il giornalismo italiano della prima metà dell'Ottocento infatti non aveva ancora l'importanza e la diffusione raggiunte in Francia e Gran Bretagna a partire dal Settecento: spesso in Italia le testate nascevano dall'iniziativa di singoli intellettuali e avevano una vita effimera. Anche le forme della moderna letteratura europea, come il romanzo, seppur richiesti dal pubblico, per lunga parte del secolo avevano incontrato l'ostilità dei letterati ancora legati alla tradizione.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|p=14}}</ref>
La situazione sarebbe mutata negli ultimi decenni del secolo, dopo l'unità d'Italia. A larghi strati della popolazione vengono offerti libri di autori contemporanei italiani e stranieri, dai romanzi di consumo alle opere dei maggiori scrittori del periodo, oltre a classici e manuali.<ref>{{cita libro|autore1=Alberto Cadioli|autore2=Giuliano Vigini|titolo=Storia dell'editoria italiana dall'unità ad oggi|editore=Editrice Bibliografica|città=Milano|anno=2012|p=27-28}}</ref> In questo contesto, Milano assurge a capitale italiana dell'editoria, mentre Roma diventa il centro di vari stimoli culturali provenienti da tutta la penisola.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=762-763 }}</ref><ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=8 }}</ref> In questo periodo iniziano la loro attività alcuni editori destinati ad avere un ruolo nella storia della letteratura italiana, come i Fratelli Treves (
L'unificazione linguistica rappresenta una sfida per il nuovo Stato, sul cui territorio sopravvivono secolari differenze regionali. L'italiano all'epoca era utilizzato solo dalla burocrazia e in molti casi solo come lingua scritta, mentre l'analfabetismo nel 1861 interessava il 70% della popolazione. Quest'ultimo dato era però destinato a calare, di pari passo con la diffusione dell'istruzione pubblica, lo sviluppo industriale, il miglioramento delle condizioni di vita: nel 1911 il tasso di analfabetismo era sceso al 40%.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=759-760 }}</ref> Il sistema scolastico rispecchiava però la società dell'epoca. Pochissimi proseguivano gli studi oltre la formazione elementare fino a ottenere un diploma, la dispersione scolastica era altissima e solo un'élite di allievi provenienti dai licei riusciva a raggiungere la laurea, andando a comporre la classe dirigente del paese. A questo si aggiunge, alla fine del secolo, il fenomeno della disoccupazione intellettuale: molti giovani diplomati e laureati rimangono senza lavoro a causa dell'arretratezza del sistema produttivo, che non è in grado di assorbire questa tipologia di forza lavoro. Come conseguenza, molti giovani borghesi finiscono per avvicinarsi al socialismo, come forma di protesta sociale.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=9 }}</ref> Negli ultimi decenni dell'Ottocento prosegue inoltre il dibattito relativo alla questione della lingua, come si è già visto nel [[../Questione della lingua nell'Ottocento|modulo precedente]].
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