La prosa ultima di Thomas Bernhard/Introduzione 2: differenze tra le versioni

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Molti degli eventi in ''Beton'' non sono chiaramente inventati anche se sono romanzati. È un tale adattamento autoriale degli eventi presi dalla vita reale che porta Mittermayer a dire: "die Grenze zwischen Authentizität und Fiktion [in ''Beton'' ist] auffällig porös".<ref>Mittermayer, ''Thomas Bernhard'', p. 106.</ref> Questi collegamenti non sono, tuttavia, una via di accesso ad un'autobiografia indiretta di Bernhard. I sette anni prima del 1982 avevano visto cinque volumi autobiografici e, come ammette Bernhard, nel 1982 ne aveva avuto abbastanza: "Nach dem fünften Band [der Autobiographie] entschied ich mich, einen Schlußstrich zu ziehen".<ref>Jean-Louis de Rambures, "Alle Menschen sind Monster, sobald sie ihren Panzer lüften", trad. Andres Miiry in Dreissinger, ''Von einer Katnstrophe'', pp. 104-13 (p. 107). Questa intervista apparve originalmente su ''Le Monde'' (7 gennaio
1983), seguita da una vesioneversione abbreviata sul ''Frankfurter Allgemeine Zeitung'' (24 febbraio 1983) intitolata "Ich behaupte nicht, mil der Welt gehe es schlechter".</ref> La narrativa di Rudolf, sebbene in una modalità in prima persona urgente e soggettiva, è racchiusa in frasi in terza persona (nella prima e nell'ultima pagina) che ci ricordano che autore e narratore, per quanto strettamente correlati, sono entità distintamente separate.<ref>Si veda: Bernhard, ''Beton'', pp. 7 e 212-13.</ref> Bernhard si assicura che qualsiasi lettore tentato a costruire un'identificazione biografica o sistematica tra autore e narratore-protagonista venga contrastato. ''Beton'' è, in effetti, un'esplorazione narrativa profondamente personale, ma episodi narrativi importanti, come la storia di Anna, sono usati dall'autore all'interno della narrativa di Rudolf come dispositivo creativo e letterario per l'auto-esplorazione del protagonista immaginario. Le circostanze esterne di Rudolf lo distanziano dal suo creatore: Bernhard non aveva una casa di famiglia come Peiskam su cui contare; non aveva una sorella maggiore; a differenza di Rudolf, non aveva un reddito privato e l'atteggiamento spendaccione di Rudolf contrasta nettamente con la parsimoniosa vita domestica rappresentata nei volumi autobiografici come ''Der Keller'' e ''Ein Kind''; i riferimenti del diario agli illustri antenati di Rudolf, come un feldmaresciallo e un ambasciatore a Mosca, non hanno paralleli nella vita reale di Bernhard.<ref>Si veda: Huguet, ''Chronologie'', p. 21: "Diese [Bernhards Vorfahren] sind keineswegs die betuchten Bürgersleute, als die sie der Autor beschreibt [...]."</ref>
 
Il risultato di un'opera romanzesca in cui lo scrittore è naturalmente più distante dalla storia narrata che non nell'autobiografia, è che la narrazione può diventare un'esplorazione letteraria in cui l'autore può sperimentare e sondare determinati interessi tematici e stilistici usando la sua figura narrante. Tuttavia, mentre Bernhard chiaramente non è Rudolf, sarebbe sbagliato scartare i collegamenti manifesti tra autore e protagonista poiché tutti i parallelismi sopra menzionati illustrano chiaramente che gli eventi della sua vita personale hanno catturato l'immaginazione di Bernhard in modo sufficiente da fargli desiderare di esplorarli all'interno di un immaginario, narrativa letteraria romanzata. La prosa, a differenza delle sue opere teatrali, è sempre il principale mezzo creativo di Bernhard per la propria introspezione. È il mezzo in cui può aver luogo un'intensa auto-esplorazione, lontano dagli espedienti drammatici necessari per una pièce eseguita di fronte a un pubblico dal vivo ('"[beim Roman] bleibt man allein'").<ref>Karin Kathrein, "Es ist eh alles positiv: Thomas Bernhard über seine Bücher, seine Feinde und sich selbst" in Dreissinger, ''Thomas Bernhard: Portraits'', pp. 187-91 (p. 188). Questa intervista apparve originalmente su ''Die Presse'' (22/23 settembre 1984).</ref> Non sorprende quindi che, più che mai dopo l'inizio del progetto autobiografico nel 1975, i protagonisti di Bernhard condividano con il loro creatore un elemento importante della loro identità, persino la situazione personale, anche se sono soprattutto personaggi di fantasia di per sé stessi. Va inoltre considerato che, nel 1981, quando Bernhard stava lavorando su ''Beton'', il ciclo autobiografico era ancora chiaramente ben fisso nella sua mente. Ma ''Beton'' è enfaticamente un romanzo, e segna un ultimo passo via dai ricordi autobiografici per tornare a un narratore fittizio.