Geografia OpenBook/Geografia regionale europea: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 151:
Le migrazioni consistono nello spostamento individuale o di gruppi, grandi o piccoli, di persone da un territorio ad un altro. Le cause delle migrazioni possono essere riferite alla mera sopravvivenza (fuga da guerre, carestie, catastrofi naturali, ecc.) o al miglioramento delle condizioni di vita stessa (attrazione verso migliori opportunità di lavoro, di benessere, ecc.), anche se la differenza fra le due cause è più sfumata di quel che sembra.
 
Le migrazioni costituiscono un fenomeno che riguardastoricamente annualmentesi è spesso verificato ed attualmente riguarda nel mondo decine di milioni di persone, l'anno; quanto la popolazione di un Paese di medie dimensioni.
 
Nel caso di migrazioni riferite al miglioramento delle condizioni di vita, a parità di altre condizioni come la permeabilità dei confini, il flusso migratorio fra due Stati sarà tanto più intenso quanto maggiore la popolazione dei due Paesi (provenienza e destinazione) e maggiore la differenza di reddito fra essi. Il flusso migratorio fra due Stati sarà minore quanto più grande la distanza che li separa. Inoltre, tali flussi saranno maggiori quanto forti le somiglianzasomiglianze culturali (linguistiche, religiose) fra i due Paesi. Tale spiegazione dei flussi migratori fa riferimento ad un modello interpretativo detto "gravitazionale".
 
Per immigrazione si intende l'arrivo in un territorio di persone provenienti da altri luoghi, per emigrazione la partenza di persone verso altri territori.<br/>
Negli ultimi anni in Europa, ed anche in Italia, i fenomeni migratori hanno avuto una certa rilevanza sia in termini numerici che nel dibattito pubblico intrecciandosi inevitabilmente con fenomeni e temi più propriamente economici di cui in fondo sono causa ed effetto.<br/>
Spesso, infatti, le motivazioni alla base dei movimenti migratori sono quasi sempre economiche e riguardano la ricerca di migliori condizioni di vita. E' stato così con la crescita dei grandi centri urbani moderni durante l'industrializzazione, fenomeno che in Italia si è presentato ad esempio durante gli anni del ''boom'' economico europeo negli anni '50 e '60 del 900 con una forte migrazione sia interna (da sud a nord Italia principalmente) sia verso l'estero (dal sud Italia verso Germania, Belgio, Svizzera, ecc.). Oggi l'Italia è nuovamente interessata da fenomeni migratori sia verso l'estero sia provenienti dall'estero le cui ragioni sono molto spesso le simili.
 
Negli ultimi anni in Europa, ed anche in Italia, i fenomeni migratori hanno avuto una certa rilevanza sia in termini numericiquantitativi chesia nel dibattito pubblico, intrecciandosi inevitabilmente con fenomeni e temi più propriamente economici e politici di cui in fondo sono causa ed effetto.<br/>
Inoltre, negli ultimi anni il ridimensionamento del ruolo dello Stato e quindi dei suoi confini, determinato dai processi di liberalizzazione commerciale e finanziaria, e dalla maggiore internazionalizzazione (globalizzazione) economica, si è ripercosso anche sui movimenti migratori amplificandone l'intensità. La globalizzazione in molti casi ha ampliato gli squilibri economici fra aree centrali forti ed aree periferiche deboli sostenendo i movimenti migratori fra queste.<br/>
Spesso, infatti, le motivazioni alla base dei movimenti migratori sono quasi sempre economiche e riguardano la ricerca di migliori condizioni di vita; in tal caso i flussi sono piuttosto continui anno dopo anno. E' stato così con la crescita dei grandi centri urbani moderni durante l'industrializzazione, fenomeno che in Italia si è presentato ad esempio durante gli anniperiodo del ''boom'' economico europeo neglidegli anni '50 e '60 del '900 con una forte migrazione sia interna (da sud a nord Italia principalmente) sia verso l'estero (dal sud Italia verso Germania, Belgio, Svizzera, ecc.). Oggi l'Italia è nuovamente interessata da fenomeni migratori sia verso l'estero sia provenienti dall'estero le cui ragioni sono molto spesso le similieconomiche.
 
In determinati periodi, in corrispondenza di gravi crisi politiche interne, guerre civili o militari si generano vere e proprie "ondate" migratorie, intense e concentrate nel tempo, come nel caso della guerra in Siria (2013-17), o nel caso del collasso dei Paesi filo-sovietici nell'Europa dell'est, come ad esempio dell'Albania (1997).
L'Italia, inoltre, situata geograficamente al limite fra le regioni centrali europee ad alto reddito (pil procapite) e le regioni periferiche africane a reddito inferiore, si trova interessata da movimenti migratori anche di ''transito''.
 
Inoltre, negli ultimi annidecenni il ridimensionamento del ruolo dello Stato e quindi deidel ruolo suoi confini, determinato dai processi di liberalizzazione commerciale e finanziaria, e dalla maggiore internazionalizzazione (globalizzazione) economica, si è ripercosso anche sui movimenti migratori amplificandone l'intensità internazionale. La globalizzazione in molti casi ha ampliato gli squilibri economici fra aree centrali forti ed aree periferiche deboli sostenendo i movimenti migratori fra queste.<br/>
In base ai dati delle Nazioni Unite sui movimenti migratori è possibile visualizzare questo [http://metrocosm.com/global-migration-map.html planisfero animato] per approndire il fenomeno. E' possibile ingrandire la regione europea per verificare nel dettaglio i flussi.
 
L'Italia, inoltre, situata geograficamente al limite fra le regioni centrali europee ad alto reddito (pil procapite) e le regioni periferiche africane ed orientali, a reddito inferiore, si trova interessata da movimenti migratori anchedi arrivo e di ''transito''.
 
In base ai dati delle Nazioni Unite 2010-15 sui movimenti migratori è possibile visualizzare questo [http://metrocosm.com/global-migration-map.html planisfero animato] per approndire il fenomeno. E' possibile ingrandire la regione europea per verificare nel dettaglio i flussi.
 
Gli effetti dei flussi migratori sono spesso duplici e quindi ambivalenti, sia per ciò che riguarda i Paesi di provenienza che quelli di destinazione.
Nei Paesi di provenienza l'emigrazione può essere sia un impoverimento di risorse umane spesso qualificate ed istruite sia uno "sfogo" che può risolvere tensioni sociali altrimenti esplosive (disoccupazione, ecc.povertà). Nei Paesi di arrivo l'immigrazione può essere sia un arricchimento di risorse umane qualificate ed istruite sia un amplificatore di disagio sociale in situazioni già difficili.
 
Vista la situazione economica in molti Paesi europei, Italia compresa (vedi sotto: Andamento economico dei principali Paesi UE), l'arrivo di migranti può essere osservato con favore da chi può impiegarli per lavori a costi generalmente minori rispetto a quelli dei residenti, il che equivale ad una delocalizzazione produttiva senza costi di trasferimento per alcuni settori non delocalizzabili (agricoltura, edilizia, trasporti, ecc.).
 
Altrettanto, però, l'arrivo di migranti può generare difficoltà nelle comunità locali già provate da anni di tagli ai servizi sociali, impoverite da redditi bassi ed incerti, spesso privateprive delle risorse necessarie per l'integrazione, che si trovano a riceverericevono nei propri territori persone a basso o bassissimo reddito, bisognose di tutto o quasi.
 
Quando l'integrazione è un successo si determina spesso un arricchimento culturale e materiale. Quando l'integrazione è un insuccesso si determinano spesso segregazione e maggiori conflitti sociali.