Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Libia: differenze tra le versioni

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A quel punto, grazie anche agli aiuti portati da 3 C-5A dell'USAF, i chadiani attaccarono Zouar, dove avea sede un'altra brigata libica.
Malgrado che i libici avessero oramai ben 14,500 truppe in zona, queste erano piuttosto demoralizzate e fu soprattutto la LARAF che tentò di ostacolare i movimenti delle truppe chadiane, ma senza l'aeroporto di Ouadi Doum (riparato, ma con ogni probabilità non più pienamente operativo) non era abbastanza servita dalle infrastrutture locali per funzionare a sufficienza. I Libici si videro costretti a quel punto a tentare di stroncare una volta per tutte l'attività locale dei chadiani, muovendo due brigate per attacareattaccare Fada. Si trattava di una manovra a tenaglia, che venne scoperta dai chadiani la mattina del 19 marzo. Questi, per niente intimoriti, passarono subito al contrattacco contro la prima colonna, che ebbe 384 soldati uccisi e 47 catturati. Solo 24 ore dopo la seconda brigata fu colpita e dovette ritirarsi, lasciando sul campo altri 467 soldati e ingenti quantità di materiali. Queste perdite erano state terribili per soldati già demoralizzati di loro. Ma c'era di peggio. I libici si ritirarono in fretta nella loro base di Ouadi Doum, che era protetta da estesi campi minati. I guerriglieri chadiani seguirono le tracce per evitare tali protezioni, e attaccarono il settore centrale della base. Ne seguì una battaglia durata 3 giorni e la grande installazione libica venne catturata. I libici, come se non bastassero le loro precedenti sconfitte ebbero non meno di 1269 morti e 438 prigionieri. Vennero perduti o catturati 89 T-55, 120 BMP-1 (notare che da un lato, i libici non schieravano carri più moderni come i T-62 e 72, dall'altro avevano invece consistenti quantitativi di BMP per operare a fianco dei corazzati), 2 SF-260WL, 3 Mi-25, e addirittura 2 Tu-22 Blinder, per non parlare di 11 L-39 (altro aereo ampiamente usato come macchina antiguerriglia assieme agli SF-260 e agli elicotteri) e 2 batterie di moderni SA-8. Inutile dire che gli americani e anche i francesi erano interessati a molto di questo materiale, che prese il volo nei 5 giorni successivi. Gli L-39 presero invece la via dell'Egitto, che verosimilmente li mise poi in servizio come addestratori.
 
È difficile spiegare una tale catastrofe in termini logici. Del resto, una nazione come il Marocco, che è differentemente dalla Libia, assai USA-dipendente come materiali, è stato a sua volta messo in grave crisi quando ha dovuto affrontare le truppe del Polisario, subendo spesso perdite dolorose, fino a che dovette costruire un lungo muro fortificato per difendersi dalle incursioni dei guerriglieri sahariani e rinunciando pertanto all'iniziativa in maniera quasi totale. Le basi libiche erano oramai praticamente indifendibilie e i libici dovettero abbandonare anche Faya Largeau e Aouzou, in maniera tanto rapida da lasciarsi dietro vaste quantità di materiali. Questi vennero colpiti a partire da Aprile, e continuarono ad essere bombardati fino all'8 agosto 1987. I vettori di simili azioni furono i Tu-22B Blinder, macchine decisamente costose, ma le uniche che ora potevano affrontare tali lunghe azioni di bombardamento in territorio ostile. Ma quell'ultimo giorno successe qualcosa di imprevisto: molto materiale libico catturato era costituito da sistemi antierei, e questi vennero talvolta rimessi in servizio dagli stessi chadiani. Tra questi vi erano anche dei missili SA-6. Quando i libici si avvicinarono con due aerei, quel giorno, si ritrovarono illuminati da uno di questi sistemi antiaerei e un missile SA-6 fece il suo lavoro propriamente, proteggendo la base di Aouzou. Uno dei Tu-22 venne abbattuto in fiamme e l'altro si allontanò rapidamente.