Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/L'uomo e il suo significato per il corso messianico degli eventi: differenze tra le versioni

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Nella sezione precedente si è accennato alla centralità dell'uomo nel mondo e nel corso messianico degli eventi. Permeare la ''Tanya'' è la capacità dell'uomo. Nell'interpretazione di {{passo biblico2|Deuteronomio|30:14}} all'inizio della ''Tanya'', si afferma che è possibile per qualsiasi ebreo osservare i comandamenti, raggiungere un livello più alto di servizio divino e percepire Dio attraverso la preghiera e la meditazione.
{{q|''Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.''|{{passo biblico2|Deuteronomio|30:14}}}}
Zalman propone come l'ideale per ogni chassid quello di Rabbah,<ref>Talmudista, che visse alla fine del IV secolo, noto per la sua presenza in storiastorie aggadiche nel [[w:Bavli|Talmud Babilonese]].</ref> che dichiarava di essere un intermediario (בינוני ''beinoni'').<ref>''Tanya'' cap. 1 con riferimento a ''Berakhot'' 61b. La comprensione chassidica della natura umana è costruita sulla fede nella conoscenza esoterica, o una verità elevata e nascosta. Si ritiene che questa conoscenza sia una Torah abramitica non scritta che ha preceduto la Torah data sul Monte. Sinai. Secondo il pensiero chassidico, l'uomo ha accesso a questa Torah abramitica segreta, ma non direttamente. È parzialmente rivelato nella tradizione testuale della [[w:Cabala ebraica|Cabala]] che, nella prospettiva della riflessione teologica chassidica, è necessaria per ricevere una comprensione più completa delle fonti ebraiche classiche. Magid 2003:1-2. La centralità dell'uomo è caratteristica del [[w:misticismo ebraico|misticismo ebraico]], come si può vedere nello ''[[w:Zohar|Zohar]]''. Poiché Dio ha creato il mondo terreno secondo il modello del mondo celeste, e ogni cosa sulla terra ha la sua controparte nei cieli, così Dio ha anche una parte corrispondente sulla terra. Questa parte apparterrebbe all'uomo, che quindi ha una posizione del tutto unica come pilastro che sostiene il mondo. Anche se il carattere dell'uomo è stato influenzato dal peccato di Adamo, l'uomo può ancora avere un posto superiore nel mondo, a meno che non pecchi ulteriormente. Questa visione non è in alcun modo unica dello ''Zohar'', ma esiste anche altrove nell'ebraismo. Tishby 1989 II:676.</ref> Questo termine deriva dal Talmud, ''Berakhot'' 7a, dove sono descritti cinque tipi di uomini. Anche Zalman descrive cinque tipi:
# Un uomo giusto che prospera ( צדיק וטוב לו ''zaddik ve’tov lo''),
 
# Un uomo giusto che soffre ( צדיק ורע לו ''zaddik ve’ra lo''),
 
# Un uomo malvagio che prospera ( רשע וטוב לו ''rasha ve’tov lo''),
 
# Un uomo malvagio che soffre ( רשע ורע לו ''rasha ve’ra lo'') e
# l'intermedio.<ref>''Tanya'' cap. 1. Continua, dicendo: ופירשו בגמרא צדיק וטוב לו צדיק גמור צדיק ורע לו צדיק שאינו גמור (Viene spiegato nella ''Ghemara'' che il giusto che prospera è lo zaddiq perfetto, il giusto che soffre è lo zaddiq imperfetto.)</ref>
Se una persona è giusta o malvagia non è preordinato da Dio, ma l'uomo ha il potere di decidere riguardo alla propria personalità e al proprio destino; se debba essere giusto o malvagio.<ref>D'altra parte, Zalman fa riferimento a Yoma 38b e {{passo biblico2|Proverbi|10:25}} che dicono che Dio ha piantato uomini giusti in ogni generazione ("il giusto ha un fondamento eterno"), perché lo zaddiq è il fondamento del mondo. Quindi, si può presumere che ci siano uomini la cui giustizia è predestinata da Dio.</ref> La superiorità dell'uomo è spiegata dal fatto che l'uomo è stato creato come il mondo sefiriotico (il modo cabalistico di spiegare il mondo) fattosi carne. Questa percezione, insieme alla convinzione che l'anima dell'uomo (cioè la sua anima divina, come verrà spiegato di seguito) ha origine nella divinità, dà all'uomo la capacità di avere un impatto sulla divinità, nel bene e nel male. L'uomo può farlo con il suo modo di vivere — rettamente oppure peccando.<ref>Secondo Isaiah Tishby, lo ''Zohar'' sottolinea che l'anima divina dell'uomo è il suo vero sé e che il corpo in realtà non ha rilevanza per la natura umana. La vera essenza dell'uomo è in Dio. Questa credenza è di assoluta importanza, perché è meditando su di essa che l'uomo può ricevere la comprensione dei misteri divini. L'anima si sforza sempre di riunirsi con la divinità. Tishby 1989:II 679-683.</ref>