Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Il mondo non ancora pronto per Dio: differenze tra le versioni

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Fondamentale nella visione del mondo di qualsiasi religione è la questione del male e cosa farne. Anche la ''Tanya'' è preoccupata di rispondere alla domanda su come il male sia entrato nel mondo e come vincerlo in modo che Dio possa vivere sulla terra. Nella ''Tanya'', il male è indicato come ''[[w:Qelipot|qelipah]]'' (קליפה) e letteralmente significa "guscio", o ''[[w:Qelipot|sitra achra]]'' (סטרא אחרא), che significa "l'altra parte". Sia "qelipah" che "sitra achra" sono termini cabalistici che indicano il male, a significare che il male è diametralmente opposto alla santità, completamente diverso da Dio. Tutto ciò che separa da Dio appartiene al ''sitra achra'', che è la radice del male.<ref>''Tanya'' cap. 1.</ref> Ma come è venuto in esistenza il male? Si crede che l'atto della creazione sia avvenuto attraverso quella che viene chiamata contrazione (צמצום ''[[w:Tzimtzum|zimzum]]''), in cui Dio "si nasconde".<ref>הסתר פנים העליונים</ref> La contrazione è spiegata come così potente e l'occultamento così grande che anche cose impure possono esser generate. Le ''qelipot'' e il ''sitra achra'', tuttavia, non ricevono il loro sostentamento da Dio (qui chiamato il Volto Superno), ma da quella che viene definita la "parte più preterita" di Dio<ref>אחוריים</ref> — dove il nutrimento è dato malvolentieri come a un nemico. Poiché le ''qelipot'' non ricevono la loro forza vitale da Dio, sono chiamate "altri dèi"<ref>אלהים אחרים</ref> e ''Lessons in Tanya''<ref>''Lessons in Tanya'' è la ''Tanya'' con commentari di [https://www.chabad.org/search/keyword_cdo/kid/17762/jewish/R-Yosef-Wineberg.htm Rabbi Yosef Wineberg] pubblicato da Kehot Publication Society. La prima edizione è del 1997.</ref> spiega che l'unità di Dio non riguarda solo il fatto che non c'è altro dio all'infuori di Lui, ma anche che Egli è l'unico essere esistente. Avere un'identità separata da Lui (come le ''qelipot'' e il ''sitra achra'') è idolatria.<ref>''Tanya'' cap. 22; ''Lessons in Tanya'' I:296</ref>
 
Il concetto di ''zimzum'' nel chassidismo ha avuto origine con [[w:Isaac ben Solomon Luria|Luria]]. Per i filosofi e i cabalisti ebrei la questione fondamentale riguardante la creazione del mondo era basata sulla percezione che Dio è infinito. Come può un dio che non ha fine creare qualcosa al di fuori di se stesso, qualcosa di finito? Luria insegnava che la creazione era venuta all'esistenza attraverso scintille divine (che ora sono inerenti a tutti gli ebrei) inviate dalla ''Shekhinah''. Alcune erano intrappolate nel materiale, in ciò che è descritto come gusci (''qelipah''), e necessitavano di liberazione: la liberazione era la redenzione dall'esilio. Per Luria, questo era, quindi, un modo per spiegare la redenzione: una volta che tutte le scintille fossero state liberate e restituite a Dio, l'esilio sarebbe finito e sarebbe arrivato il tempo del Messia. Si ritiene che le scintille siano liberate dall'obbedienza dell'uomo ai comandamenti, e quindi l'uomo ha una parte centrale nell'adempimento dell'opera di salvezza.<ref>Meijers 1997:429; Jacobs 1999:188.</ref> Vorrei sottolineare l'importanza di osservare i comandamenti per completare la liberazione delle scintille divine in modo che il Messia possa venire, perché in questo sta un '''motivo centrale''' dell'attivismo di Lubavitch.
 
[[File:Expansion de l'univers.gif|thumb|left|<small>Espansione dell'Universo</small>]]
[[File:Cosmos-animation De-Sitter.gif|thumb|right|<small>Lo ''Tzimtzum'' permette all'Universo di espandersi: questo modello è dominato dalla [[w:costante cosmologica|costante cosmologica]] <math>\Omega_{\Lambda}=1</math></small>]]
Per Lubavitcher ''zimzum'' è vista come "la dottrina più cruciale" nella Cabala lurianica.<ref>Si veda il gloossario della ''Tanya'' 1993:853.</ref> L'idea di Luria, secondo il pensiero di Chabad, era che prima della creazione Dio stesso riempiva lo spazio universale, quindi non c'era nessuna possibilità, nessuno spazio per qualsiasi altra esistenza. Ma poiché Dio lo voleva, si ritirò in modo che si formasse un vuoto o uno spazio vacuo.<ref>Mangel 1993:856.</ref> I Lubavitcher spiegano lo ''zimzum'' in modo leggermente diverso. Per i chassidim l'interpretazione letterale di Dio che si contrae era impensabile, poiché la ritrazione è un fenomeno di corporeità e Dio non può essere descritto in termini corporei. {{passo biblico2|Geremia|23:24}} e {{passo biblico2|Isaia|6:3}} parlano di Dio che riempie l'intera terra, e quindi non può essersi contratto, spiegano i Lubavitcher. Inoltre, {{passo biblico2|Malachia|3:6}} dice che Dio non cambia. L'enfasi in Chabad è più sull'occultamento dell'emanazione dalla divinità, dove la creazione prende la sua forma finita e fisica attraverso uno sviluppo progressivo dell'autorivelazione di Dio, manifestata in un qualcosa chiamato "la luce dell'[[w:Ein Sof|Ein Sof]]". La comprensione chassidica [Chabad] dello ''zimzum'' in generale è che non influisce sull'essenza di Dio.<ref>''Tanya'' espone la materia dello ''zimzum'' nei capitoli 21-22, 33, 38, 48-49 e lo ''Sha’ar ha-Yichud veha-Emunah'' nei capitoli 3-4, 6-7 e 9-10. Si veda anche Mangel 1993:856-858; Schochet 1993:889.</ref>
 
Il concetto teologico di ''zimzum'' ha conseguenze di vasta portata per la condotta pratica dei chassidim, e questo è anche uno degli argomenti in cui differiscono dall'ebraismo rabbinico ultraortodosso. Per i mitnaggedim, ''zimzum'' significava che Dio si è ritirato dalla creazione, lasciando la creazione meno divina. In pratica questo significa disprezzo per il mondo mondano e per tutto ciò che gli appartiene. Per i chassidim, ''zimzum'' non implica che Dio si sia ritirato, piuttosto che Egli abbia occultato la Sua manifestazione, il che a sua volta denota che Egli è presente nel creato e può essere trovato nel mondo mondano. Quindi, non solo il lavoro spirituale è significativo: piuttosto, ogni atto con la giusta scelta morale nel mondo materiale è reso importante allo scopo di raccogliere le scintille; tutta la vita quotidiana ha uno scopo, un significato e un valore per i chassidim.<ref>Meijers 1997:429-430.</ref> Per i Lubavitcher questo implica che non vi è alcuna difficoltà nell'essere attivi nella comunità secolare e nell'usare la tecnologia moderna come strumenti per raggiungere gli altri, perché Dio è presente nel mondo.
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Le strutture basilari del pensiero ebraico|Non c'è alcun altro}}
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