Guida maimonidea/Meditazione logica: differenze tra le versioni

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{{q|L'uomo non deve immergersi in questo soggetto sublime e venerabile in una maniera affrettata e superficiale, senza prima familiarizzarsi con le altre scienze e con la conoscenza genuina. Deve purificare il suo carattere totalmente e attentamente, e sottomettere i suoi desideri e le passioni generate dalla sua immaginazione. Tuttavia, se conosce le vere premesse, se padroneggia i metodi di ragionamento e deduzione, se sa come guardarsi dai sofismi del pensare, allora gli può essere permesso di iniziare un'esplorazione di questo soggetto. Ma non deve, proprio all'inizio della comprensione, darne un giudizio decisivo, o dare libero sfogo alle sue idee attribuendo ai suoi pensieri il potere di comprendere Dio. Invece deve esercitare cautela e moderazione ed aspettare che le verità gli si dischiudino poco per volta. È alla luce di tale comportamento che dobbiamo interpretare il versetto: "Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio" ([[w:Libro dell'Esodo|Esodo 3:6]])|''Moreh Nevukhim'' I, 5}}
 
Quale tecnica di meditazione utilizzò? Maimonide continuò a chiedere alla sua ragione: Come si conosce Dio? Quali caratteristiche e qualità di Dio possono essere enunciate? "Le nostre menti sono semplicemente troppo deboli per conoscere anche soltanto l'essenza del Cielo, che è, dopo tutto, un corpo in moto. L'abbiamo misurato in spanne e cubiti e, riguardo lealle sue parti, siamo consci della loro misura e la maggioranza dei suoi movimenti. Sappiamo che di necessità il Cielo ha materia e forma, ma questa materia non è la stessa che noi possediamo. Quindi, non possiamo descriverla con affermazioni positive, ma solo con espressioni che non siano affermative, come: Il Cielo non è leggero né pesante, non è impressionabile o soggetto a qualsiasi influenza e pertanto non assorbe influenze, non ha sapore né odore — e altri termini negativi di tal fatta, i quali tutti sono necessari perché non conosciamo la natura di questa materia. Quale sarà quindi lo stato della nostra conoscenza quando mira a comprendere qualcosa che è immateriale, assolutamente semplice, e necessariamente esistente?" (''Moreh Nevukhim'' I, 58). Fece il seguente esempio:
{{q|Un uomo ha riconosciuto come vero che una "nave" esiste, tuttavia non sa a cosa applicare tale termine, se sia un essere indipendente o un incidente. Un altro uomo successivamente capisce che la nave non è un incidente. Un altro uomo ancora apprende che non è un animale, un altro uomo che non è un minerale, un altro che non è una pianta attaccata alla terra. Poi ad un altro uomo viene rivelato che non è un corpo singolo le cui parti aderiscono in maniera naturale. Un altro uomo ottiene la convinzione che non abbia una forma piartta come le tavole o le porte; l'uomo successivo scopre che non ha una forma sferica; un altro che non è appuntita; un altro che non è rotonda né equilatera; e infine un altro uomo capisce che non è una massa solida. È ora chiaro che quest'ultimo uomo, attraverso tutte queste asserzioni negative, è quais arrivato alla nozione corretta della nave com'è veramente, e in una certa misura è alla pari con l'uomo che concepisce la nave come un corpo allungato fatto di legno incavo, con molti pezzi di legno, ma che ha raggiunto tale nozione mediante asserzioni affermative. Quanto agli altri, ciascun uomo che giudica la nave è più distante dal concetto corretto che non il suo successore, cosicché il primo uomo non sa altro che il nome "nave".|''Moreh Nevukhim'' I, 60}}
Allo stesso modo, Maimonide sperava di usare affermazioni negative per avvicinarsi alla conoscenza e al concetto di Dio.<ref name="Aheschel">Abraham Joshua Heschel, ''Maimonides'', Farrar, Straus and Giroux, 1983, pp. 157-162.</ref>