Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Turchia: differenze tra le versioni

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In ogni caso gli elicotteri AH-1W sono stati integrati da un apprezzabile numero di AH-1P Cobra, 24 esemplari. Poi vi fu un altro contratto, pare nato attorno al 2000, per una cinquantina di AH-1 'King Cobra' ovvero gli AH-1Z 'turchizzati'. Ma la commessa collassò sotto problemi politici, di trasferimento tecnologico, di sviluppo (piuttosto tribolato del nuovo elicottero) e di denaro disponibile. Più in generale, l'invasione americana dell'Irak del 2003 e l'accordo con i 'Peshmerga' Kurdi non era certo una buona nuova per i Turchi: scontavano il ritardo nei diritti umani (che tuttavia non ha impressionato granché i politici di alcune nazioni come l'Italia, favorevoli all'entrata della Turchia nella UE), e la persecuzione dei nuovi 'amici' degli americani, usualmente fornitori dei Turchi.
 
La situazione era tesa: si parlava di ben 145 elicotteri, una minaccia alla stabilità della regione non ignorata nemmeno dalla FAS che ha lasciato in rete il seguente ammonimento: [http://www.fas.org/asmp/campaigns/alerts/Grassroots-Helo.html]. Il punto erano i diritti umani, che in Turchia avrebbero dovuto essere rispettati e garantiti nel territorio turco, specie per i Kurdi. Questa situazione non è stata migliorata in maniera apprezzabile, anzi oramai accade sempre più spesso che i Turchi entrino nell'Irak settentrionale a colpire 'i ribelli'. La scelta è stata fatta quindi per vari motivi: la Francia ha avuto obiettivi problemi di sviluppo del Tigre, inoltre non ha affatto giovato ai buoni rapporti tra i due Paesi l'approvazione di una legge che criminalizza il negare il genocidio armeno, che fa il paio con la posizione della Francia contraria all'ingresso della Turchia nell'UE [http://www.businessweek.com/ap/financialnews/D8O6LIU00.htm]. Insomma, i francesi avevano qualche problema tecnico e a parte questo vi erano pesanti motivi politici, che hanno comportato anche l'interruzione di rapporti diplomatici 'normali' tra le due nazioni verso la fine del 2006. Gli americani proponevano elicotteri validi ma ponevano problemi dal punto di vista turco: 1- riguardo lealle limitazioni del trasferimento di tecnologie avanzate e 2- riguardo ilal rispetto dei diritti umani, argomento ancora largamente tabù per i turchi e anche 3- un costo non trascurabile per il loro più potente prodotto l'AH-64D. I sudafricani proponevano il Rooivalk, la cui motorizzazine era francese e quindi, sarebbe stato comunque anche un successo dell'industria transalpina, già invisa anche per la sua vicinanza ai militari greci. I russi proponevano il Ka-50 ed erano appoggiati dagli israeliani, ma quest'elicottero poneva dei rischi non indifferenti e dei dubbi mai chiariti sulla sua reale efficacia, sebbene potenzialmente validissimo per compiti come l'attacco al suolo (anti-kurdo), dopotutto era stato 'battezzato' in Cecenia.
 
Alla fine ha vinto l'Agusta-Westland. Ancora una volta, la politica di 'vendere comunque' ha pagato nel mercato dei mezzi militari, specie con commesse del valore di miliardi di dollari. Di fatto, la proposta italiana non ha posto nessun limite né ai trasferimenti di tecnologia, né al rispetto dei diritti umani, Kurdi inclusi. Con buona pace di Ochalan, arrestato 10 anni fa dopo avere cercato asilo politico in Italia e ancora in attesa del riconoscimento di rifugiato politico. Certo non è il primo caso in cui gli affari prevalgono su tutto, ma non fa una bella impressione sentire parlare dai politici (italiani) di rispetto dei diritti umani quando al tempo stesso si vendono elicotteri d'attacco largamente intesi per bombardare uno dei popoli più perseguitati del Pianeta.