Platone: istruzioni per il mondo delle idee/Apologia di Socrate: differenze tra le versioni

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L'''Apologia di Socrate'' è un testo scritto in giovane età da Platone. Elaborato tra il 399 e il 388 a.C., rappresenta la più credibile fonte di informazioni riguardo ilal processo di Socrate.
 
Il testo inizia con Socrate che, facendo sfoggio della sua famosa ironia, dichiara di essere rimasto sorpreso dall'ars oratoria dell'accusa al punto da non credere quasi più alla propria innocenza. Gli accusatori, infatti, dipingono il filosofo come un ottimo oratore nonostante egli non si ritenga tale perché, non essendo mai stato in tribunale prima di allora, conosce poco le logiche di questi. Socrate, quindi, non solo dimostra di essere un cittadino onesto, ma anche di non saper dire altro che la verità.
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==Interpretazione e attualizzazione==
Quest'opera ci ha fatto riflettere sulla figura di Socrate, in modo particolare riguardo laalla sua dedizione alla filosofia e alla ricerca della verità che dal suo punto di vista può essere considerata un mezzo di salvezza. Socrate ha come obbiettivo quello di far "partorire" agli uomini delle verità comuni, che al di là della soggettività si avvicinano intellettualmente tra loro, ma non può comunicargliela lui stesso; infatti tramite il suo caratteristico discorso, in cui riempie l'interlocutore di domande, lo aiuta a distruggere la propria verità parziale e a far emergere a verità in senso assoluto.
 
Noi non crediamo esista una sola verità ma che essa vari in base alle persone, in base al punto di vista del quale le stesse abbiano vissuto un certo evento. Infatti di ogni storia esistono più versioni proporzionali al numero di persone coinvolte.