La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Introduzione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
ortografia
Riga 316:
Si diceva sopra che la forma della ''Mishneh Torah'' può essere interpretata a livelli di idee ed ispirazione. Si ci aggiungiamo il significato superficiale, otteniamo un'esegesi a tre livelli corrispondente ai livelli di mito demonico, eiconico ed enteastico di Proclo. Abbiamo visto che il mito enteastico è caratterizzato da inclusività. La ''Mishneh Torah'' certamente soddisfa tale condizione, in più modi. La sua inclusività è sia reale, in quanto include l'intera Torah, che governa l'intera vita umana dalla più alta aspirazione intellettuale alla più bassa funzione corporale, sia simbolica, nella sua forma microcosmica. Il fine del mito enteastico, di risvegliare nello spirito del lettore un desiderio di comprendere l'intera realtà, richiama molto la persona che ammira la creazione e brama la conoscenza di Dio in "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:2. ''La Mishneh Torah'' stessa, vista nel suo complesso, mira a stimolare, catturare, intensificare ed incanalare quel desiderio, che è realizzato dal profeta "che contempla l'intera saggezza di Dio come viene dimostrata dalle Sue creature, dalla prima forma sino al centro stesso della terra."<ref>"Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:1.</ref>
 
L'idea del cosmo come modello letterario della teoria letteraria neoplatonica, applicata con attenzione, può quindi aiutarci a capire l'uso maimonideo della forma microcosmica. Forma e materia sono termini relativi nel pensiero neoplatonico. Ogni livello della gerarchia ontologica è come materia al livelo superiore, e come forma al livello inferiore.<ref>Si veda anche il ''Trattato di Logica'' 9: "Poiché, alcune delladelle quattro cause sono propinque e altre remote... Uno può seguire il loro esempio in merito a forma e scopo finché uno può differenziare lo scopo propinquo da quello remoto, ed la prima forma dall'ultima" (Maimonide, ''Trattato di Logica'', 50-51).</ref> Inoltre il parallelo tra autore e Demiurgo giustifica un parallelo tra forma nel senso letterario artistico e forma nel senso filosofico. Come menzionato sopra, è praticamente una definizione dell'arte dire che, in arte, forma nel senso estetico di figura e forma nel senso filosofico di essenza si fondono. Con questo in mente, la gerarchia di forma e materia può essere applicata alla ''Mishnah Torah'', sostituendo a "materia" la parola "contenuto": Dio, la forma delle forme, è la forma del cosmo, il cui contenuto diventa la forma della ''Mishneh Torah'', il cui contenuto, i comandamenti, diventa a sua volta la forma di certe azioni.
 
L'intuizione più importante cha scaturisce da un confronto di Maimonide coi neoplatonici è che il valore filosofico/teologico supremo di unità è la base anche del valore estetico.<ref>Sull'unità come ideale comune a differenti dottrine dell'arte e della critica, si veda Richard McKeon, "The Philosophical Bases of Art and Criticism", ''Modern Philology'', 41/2, 1943, pp. 82-83.</ref> La conoscenza dell'unità di Dio è il terzo comandamento della ''Mishneh Torah'', dopo la conoscenza dell'esistenza e unicità di Dio. Questa unità è ultimamente incomprensibile, tuttavia, come si asserirà nel prossimo capitolo, la perfezione di un essere umano è di avvicinarsene il più possibile. L'unità organica della ''Mishneh Torah'', il modo in cui tutti i suoi dettagli sono connessi all'idea singola e centrale della conoscenza di Dio, la rende l'equivalente estetico dell'ideale etico ed intellettuale che propone. Della conoscenza di Dio Maimonide afferma: "Non c'è modo di comprenderLo eccetto '''''attraverso le cose che ha fatto'''''." La percezione dell'unità della natura in leggi scientifiche universali è la nostra unica maniera di afferrare una qualche nozione dell'unità trascendente di Dio, sebbene sorpassi sempre la nostra comprensione. Replicando la natura nelle leggi che governano la forma della ''Mishneh Torah'', Maimonide porta il suo lettore più vicino alla comprensione di Dio, '''''attraverso la cosa che (Maimonide) ha fatto'''''.