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I missili SA-4 Ganef erano anch’essi in dotazione degli egiziani, ma vennero restituiti ai sovietici prima dell’inizio della guerra del Kippur, forse per avere più SA-6: probabilmente un errore, perché i due sistemi erano concepiti per integrarsi, con i Ganef che si occupavano delle quote medio-alte, meno agevoli da coprire per i GAinful.
Dopo la rottura con Mosca, l’Egitto cominciò ad avvicinarsi all’Occidente. Ottenne come prima cosa una commessa per Mirage 5, e a parte questo, si ritrovò con il problema di mantenere in efficienza i suoi sistemi d’arma sovietici. Si rivolse ai cinesi per molti di essi, cedendo anche preziose tecnologie. L’URSS aveva fatto in tempo a dotare l’Egitto di nuovi sistemi d’arma, prima che le relazioni si chiudessero per sempre. Pare che alcuni Su-20 siano stati usati dagli egiziani, ma non è ben chiaro in che quantità: essendo molto più potenti dei Su-7 avrebbero dovuto lasciare tracce maggiori, specie nelle missioni d’attacco, ma non pare che questo accadde e pertanto devono essere stati usati in maniera saltuaria. Forse, alcuni entrarono in azione addirittura prima del Kippur, durante
In ogni caso è sicuro che alcuni aerei Su-20 vennero ceduti entro il 1974: uno di questi (sn. 98-61) venne ceduto, nel 1985, alla Germania Ovest, dove venne testato al reparto di Manching, la ‘sperimentale’ tedesca, per complessive 25 ore. Questo aiutò molto a farsi un'idea delle capacità del nuovo Sukhoi, anche se si trattava di un Fitter-C, di primissima generazione, molto inferiore in termini avionici agli ultimi modelli. È per questo che quando nel 1991 arrivarono i SU-22 della DDR vennero sì testati, ma essenzialmente solo per quello che riguardava il sistema d’arma, trovato molto ‘interessante’ e certamente evoluto rispetto ai SU-20.
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