Pluralismo religioso in prospettiva ebraica/Pluralismo, giustificazione, politica: differenze tra le versioni

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== I limiti del pluralismo ==
Se il pluralismo esprime una verità radicata sulla condizione umana, significa che il pluralismo è un valore assoluto? Non credo proprio. Il pluralismo è un bene strumentale, ma non un bene assoluto. Sebbene un mondo che consente più visioni, modi di vita e abitudini del cuore sia migliore di un mondo in cui ciò non è consentito, questo non significa che il pluralismo debba essere illimitato. Il pluralismo è limitato dalla moralità e dalla verità. Le opinioni o le pratiche che chiedono espressamente l'eliminazione dell’''Altro'' (come il nazismo invocava lo sterminio degli ebrei) o la sottomissione dell’''Altro'' (come hanno sostenuto le ideologie razziste negli Stati Uniti e nell'[[w:apartheid|apartheid]] del Sud Africa) sono entrambe moralmente sbagliate e false. Sono moralmente sbagliate perché compromettono (come minimo) l'umanità di coloro che sono dichiarati inferiori, e ciò che affermano sull’''Altro'' per legittimare la discriminazione e l'oppressione è di fatto falso (cioè, gli ebrei non sono una specie subumana; i neri non sono in natura inferiori ai bianchi).
 
Dichiarare falso un dato punto di vista implica che il valore di verità di varie affermazioni, comprese quelle pronunciate in nome di Dio, può essere messo in discussione da esseri umani razionali. Il pluralismo non significa che gli esseri umani debbano rinunciare alla loro capacità di esprimere un giudizio su varie affermazioni di verità. Questo non è per glorificare la razionalità umana né per equiparare l'umanità alla capacità di pensare. Piuttosto, significa che gli esseri umani hanno la responsabilità di impiegare la loro capacità di pensare e di non accettare certi insegnamenti come veri quando sono palesemente falsi. L'obbligo di esercitare la razionalità è acuto nella nostra generazione a causa della proliferazione di pubblicità sofisticate che manipolano facilmente i limiti umani. Come i nazisti capirono così bene, manipolare l'opinione pubblica e creare falsi miti è diventato molto più facile con i progressi tecnologici del ventesimo secolo. L'orrenda storia del razzismo, di cui gli ebrei sono stati vittime importanti, anche se non le uniche, impone agli esseri umani l'obbligo di distinguere tra verità e false affermazioni in modo da proteggere la dignità e il valore intrinseci della persona. Il pluralismo, quindi, non deve sfociare in un relativismo epistemico. Per quanto difettoso e limitato, il ragionamento umano può stabilire una ragionevole separazione tra ciò che è vero e ciò che è falso in un ampio segmento dell'esperienza umana. La dipendenza dalla ragione è stata la principale strategia di autodifesa che gli ebrei hanno impiegato nelle loro polemiche contro i non ebrei; dovrebbe ora essere impiegato nelle polemiche ebraiche interne.
 
 
== Ebraismo e le sfide della globalizzazione ==
Dove ci lascia tutto questo per quanto riguarda la globalizzazione? Con i progressi tecnologici del ventunesimo secolo e la rottura dei confini nazionali, il nostro mondo è diventato sempre più piccolo, costringendo gruppi, ideologie e tradizioni a venire a patti tra loro. La contrazione del mondo e la proliferazione di sofisticate tecnologie ci rendono tutti più vulnerabili ai conflitti che potrebbero facilmente distruggere non solo le parti in lotta ma anche ampi segmenti della popolazione mondiale — così come l'ambiente fisico che rende possibile la vita su questo pianeta. La globalizzazione sarebbe un processo positivo che porta alla pace nel mondo solo se consentisse la diversità, solo se consentisse il pluralismo di opinioni, stili, culture, ideologie e pratiche. Preservare le differenze può essere compatibile con l'ascoltarsi l'un l'altro, onorare le differenze e permettere all’''Altro'' di prosperare, se lo desideriamo. Ma per farlo, religioni, nazioni, ideologie e individui dovranno esercitare la virtù dell'autocontrollo. Dovranno limitare la portata delle loro affermazioni senza rinunciare alla propria identità. Facendo umilmente i conti con i limiti dell'esistenza umana creata ed evitando la tentazione dell'arroganza, dobbiamo permettere a coloro che sono diversi da noi non solo di esistere accanto a noi ma anche di prosperare. Nel mondo creato, finito, incompleto e irredento, non abbiamo altra scelta che seguire le parole di {{passo biblico2|Levitico|19:18}}: "אָהַבְתָּ לְרֵעַךָ כָּמוֹךָ בַּתּוֹרָה – ''ve-ahavta le-reakha kamokha'' (amerai il prossimo tuo come te stesso)". Ma per amare l’''Altro'' e fare del’''Altro'' nostro fratello, dobbiamo prima sapere chi siamo. Per me, in quanto ebreo, storico dell'ebraismo e teologo ebreo, questa conoscenza deriva dall'affermazione del legame con il passato, in particolare il passato del popolo ebraico.
 
È come ebreo che parlo contro i pericoli che confrontano un mondo governato da corporazioni transnazionali la cui preoccupazione principale è la massimizzazione del profitto. Il mondo transnazionale sarà, molto probabilmente, meno incline alle guerre globali (poiché mettono a repentaglio gli interessi delle multinazionali) ma è anche un mondo in cui la diversità umana è seriamente minacciata poiché i costumi, le tradizioni e le sensibilità locali vengono cancellati nel nome del materialismo corporativo. In questo ambiente, essere umani è equiparato al possesso di beni materiali da cui trarre conforto e piacere. Questa è un'interpretazione pericolosamente semplicistica di "umano" contro la quale l'ebraismo, così come altre tradizioni religiose, parlano più energicamente. L'ebraismo ci ricorda che, sebbene i piaceri del corpo siano buoni di per sé, non devono essere trasformati nel fine ultimo della vita umana. La nostra piena umanità può essere espressa non quando perseguiamo esclusivamente piaceri materiali, ma quando ci dedichiamo all'adorazione di Dio all'interno del quale la gioia corporea ha un posto legittimo. Poiché in passato l'ebraismo ha detto la verità alle potenze terrene, ora deve dire la verità alle multinazionali, resistendo alla loro campagna d'imporre al villaggio globale una forma superficiale di "felicità" incentrata sulle merci. L'ebraismo può e deve ricordare a tutti noi che il benessere umano implica molto più del comfort materiale e che né il profitto né l'efficienza sono valori umani ultimi. L'ebraismo e altre tradizioni religiose, ognuna nel suo modo unico, ci ricordano da dove veniamo e in cosa consiste la vita umana. Ricordiamoci queste lezioni mentre ci muoviamo per affrontare le sfide del "momento globale".
 
 
 
==Note==
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