Pluralismo religioso in prospettiva ebraica/Pluralismo, giustificazione, politica: differenze tra le versioni

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= Pluralismo religioso, giustificazione e politica =
== Ebraismo e pluralismo religioso ==
Le prime due sezioni forniscono molti dati storici per illustrare la mia posizione secondo cui non possiamo parlare di "religione" in termini generali astratti. È solo quando comprendiamo una tradizione religiosa nei suoi propri termini che possiamo iniziare a sviluppare una prospettiva sul ruolo della religione nella vita contemporanea. Allora cosa può dirci la storia dell'ebraismo sul problema dell'omogeneizzazione globale della cultura? Nell'ultima sezione di questo studio, rifletto sui dati storici da una prospettiva teologica. In qualità di teologo ebreo, considero tutte le fonti sacre dell'ebraismo (comprese quelle bibliche, rabbiniche, filosofiche e mistiche) come la fonte da cui attingo la saggezza che mi permette di dare un senso alla vita e di rispondere alle sfide contemporanee, compresa la sfida della globalizzazione. Parlando sulla base delle fonti dell'ebraismo, offro alcune riflessioni sulla sfida della globalizzazione non come conclusioni precise e argomentate in senso stretto, ma come suggerimenti per un'ulteriore riflessione.
 
== Il pluralismo è un bene umano ==
L'esperienza storica del popolo ebraico insegna la necessità di proteggere l'unicità dei gruppi e degli individui dalle richieste di omogeneizzazione. Nel loro rifiuto di principio di essere qualcosa di diverso da quello che sono, gli ebrei nel corso dei secoli in effetti hanno detto "rispetta la nostra differenza; permettici di essere chi siamo; non assimilarci alla tua autocomprensione; non imporci i tuoi valori, credenze, sensibilità e rituali, perché non siamo te". Nella loro presenza persistente e nei loro intensi dibattiti interni, gli ebrei sono una testimonianza del valore del pluralismo sia nei confronti delle altre tradizioni sia all'interno dello stesso ebraismo. Pertanto, io sostengo che '''il pluralismo è di per sé un bene''': una società che ammette la diversità religiosa è migliore di una società in cui solo una visione o una prospettiva può fiorire. Questo messaggio è particolarmente rilevante oggi in un mondo che sta diventando sempre più omogeneo, dove le differenze culturali sono state offuscate e le culture locali e le tradizioni religiose sono a rischio di estinzione. La storia degli ebrei ci suggerisce che ogni volta che viene permesso a una sola forma di autoespressione umana (sia essa religiosa o secolare) di fiorire, ne deriva necessariamente ingiustizia, perché altre forme devono essere oppresse, emarginate o cancellate. La stessa tenacia del popolo ebraico rappresenta una sfida contro l'uniformità e il conformismo.
 
Lo stesso vale per l'ebraismo stesso. Gli ebrei moderni devono ricordarsi che l'ebraismo tradizionale non è mai stato monolitico, anche se fino al periodo moderno gli ebrei hanno accettato la versione rabbinica come normativa. Gli ebrei sono stati in disaccordo sul significato dell'ebraismo anche nel periodo premoderno: nel X secolo i [[w:Caraiti|Caraiti]] sfidarono l'autorità dei rabbini e nel XIII secolo i filosofi discussero il vero significato del monoteismo ebraico. Le pratiche non meno delle credenze furono oggetto di accesi dibattiti, specialmente quando ebrei di diverse regioni furono costretti a convivere a causa di espulsioni e migrazioni. La diversità ebraica interna è stata intensificata nel periodo moderno perché nessun ente comunitario ha alcuna autorità sugli ebrei. Pertanto, qualsiasi tentativo di rendere una versione dell'ebraismo l'unica versione "autentica" è storicamente, teologicamente e politicamente discutibile. Storicamente, nega l'effettiva pluralità di opinioni nell'ambito dell'ebraismo; teologicamente è, almeno a mio avviso, una lettura errata del monoteismo ebraico; e politicamente, porta alla coercizione religiosa in cui gli ebrei commettono ingiustizie gli uni contro gli altri. La coercizione religiosa è in conflitto non solo con il principio democratico della libertà di pensare e di credere, ma anche con alcuni dei più profondi insegnamenti religiosi dell'ebraismo che consigliano pace, tolleranza, rispetto e amore per l’''Altro''. Imporre una sola interpretazione dell'ebraismo, escludendo tutte le altre, è un grave errore.
 
== Giustificazioni religiose per il pluralismo ==
== Il pluralismo è un bene umano ==
Il mio sostegno al pluralismo religioso e all'opposizione alla coercizione religiosa (tra ebrei e non ebrei, o tra ebrei) può sembrare contrario alle affermazioni del monoteismo. Dal momento che il monoteismo, dopo tutto, afferma l'esistenza di un solo Dio, lo stesso monoteismo ebraico non legittima forse la lotta contro gli "dèi contendenti"? Non a mio modesto parere. Il monoteismo ebraico, per come lo intendo io, è compatibile con il pluralismo perché afferma che la vera unità appartiene solo a Dio e non agli esseri umani, nemmeno agli esseri umani che parlano in nome di Dio o di una verità assoluta. L'unità e la verità appartengono a Dio perché Dio è il Creatore di tutte le cose e tutte le cose alla fine devono la loro esistenza a Dio. Poiché l'ordine creato, per definizione, è governato dalla molteplicità e non dall'unità, qualsiasi tentativo delle creature di imporre l'uniformità di una visione singolare nel mondo creato significa fingere impropriamente di essere Dio, conoscere la mente di Dio e dire la verità di Dio come Dio la conosce. Questo, credo, è il segno dell'arroganza umana, l’''[[w:hybris|hybris]]'' che è alla base di tanti conflitti etnici, politici e religiosi nella società umana. Tale ''hybris'' si basa sull'idea errata che gli esseri umani possano, in linea di principio, possedere l'intera verità. Ma la verità divina è infinita; non può mai essere esaurita da una sua versione umana. La verità divina è sempre più grande, più profonda, più complessa e più sottile di quanto qualsiasi prospettiva umana possa esprimere. Quando gli esseri umani cercano di "giocare a fare Dio", danno necessariamente a ciò che è finito, parziale e incompleto lo status di infinito, pieno e completo. In altre parole, se permettiamo a una sola versione parziale della verità infinita di dominare tutte le altre, propaghiamo necessariamente l'errore e commettiamo ingiustizia opprimendo, emarginando o cancellando altre visioni della realtà.
 
 
 
== Giustificazioni religiose per il pluralismo ==