Missione a Israele/Gerusalemme: differenze tra le versioni

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Tuttavia, poco dopo, vari gruppi dei suoi seguaci si convinsero di averlo rivisto, resuscitato dai morti. E la missione che Gesù aveva ripreso da Giovanni Battista e portato a Israele continuò, ora diffusa da questi seguaci, il cui messaggio differiva leggermente ma in modo significativo da quello di Gesù stesso. Il Regno di Dio è prossimo, dicevano; ma aggiungevano che Gesù stesso, il Cristo Risorto, sarebbe tornato ad inaugurarlo. Diffondendosi in tutti i villaggi della Giudea e della Galilea, percorrendo la costa e raggiungendo le città intorno al Mediterraneo tramite una rete di comunità sinagogali di lingua greca nell'Asia Minore, ora includendo notevoli quantità di Gentili oltre agli ebrei, il movimento che si era cristallizzato intorno a Gesù continuò a diffondersi a nome suo. E anche a nome suo i suoi apostoli battezzavano i Gentili in queste piccole nuove comunità, e a nome suo ebrei e Gentili insieme pregavano il Dio di Israele per una veloce realizzazione del Suo Regno ed il ritorno dal cielo di Suo Figlio.
 
Gli sviluppi ''dalla'' missione di Gesù sembrano più visibili di quegli sviluppi che la originarono; ma tutti insieme formano una traiettoria singola lungo la quale possiamo tracciare le origini e la crescita di questo particolare movimento messianico ebraico. Orientandoci dal punto finale ancora una volta – queste congregazioni miste di ebrei e Gentili nelle comunità della Diaspora – dobbiamo reimmaginare la missione ed il messaggio di Gesù, quel periodo della sua vita che cadde tra Giovanni il Battista da una parte e Pilato dall'altra.<ref>In questo Capitolo, sul Gesù politico e "militare", si veda S.G.F. Brandon, ''Jesus and the Zealots'', Manchester University Press, 1967, e Bammel & Moule, ''Jesus and the Politics of His Day'', C.U.P., 1984; sull'affidabilità storica dei resoconti evangelici sull'arresto, udienze ed esecuzione di Gesù, si veda J.D. Crossan, ''Who Killed Jesus? Exposing Roots of Anti-Semitism in the Gospel Story of the Death of Jesus'', HarperSanFrancisco, 1995; sul milleniarismo del primo movimento cristiano, si veda D.C. Allison, ''Jesus of Nazareth: Millenarian Prophet'', Fortress Press, 1998; in generale, cfr. N.T. Wright, ''The New Testament and the People of God'', Fortress Press, 1992; J. Neusner, ''et al.'', ''Judaisms and Their Messiahs at the Turn of the Christian Era'', C.U.P., 1987.</ref>
 
== La chiamata a Israele ==
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La prova di questa più ampia e vastamente disseminata missione è sparsa nei sinottici, ma è lì nondimeno. Una volta arrivato a Gerusalemme, il Gesù di Marco è come se già avesse dei contatti in zona: "Ora quando furono giunti vicino a Gerusalemme, verso Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte e, appena entrati in esso, troverete un puledro d'asino legato, sul quale nessuno è ancora salito; scioglietelo e conducetelo da me» ({{passo biblico2|Marco|11:1-2}}).
{{q|Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?". Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? "|{{passo biblico2|Marco|14:12-14}}}}
Il punto naturalmente non è che queste conversazioni accadderoaccadessero veramente: come potremmo mai saperlo? Piuttosto, il punto è che persino Marco, l'evangelista la cui rappresentazione dell'itinerario di Gesù è così importante per il messaggio del suo Vangelo e che investe così tanto significato nella traiettoria drammatica, a senso unico, Galilea→Gerusalemme — persino Marco sa quando la storia non può andare avanti senza che qualcuno in Gerusalemme faciliti le azioni di Gesù.
 
Questo è un punto letterario, che si basa su un'analisi della narrazione marciana. La narrazione di Giovanni, così com'è, trasmette meno interesse di quanto non abbia Marco sulla forma dell'itinerario missionario di Gesù. Giovanni investe il suo interesse nei suoi soliloqui [[w:belcanto|belcanto]] di Gesù sulla propria identità teologica. L'attenzione di Giovanni sull'itinerario è perlomeno casuale, e di tanto in tanto incredibilmente sciatto. Ciò non rende i particolari della sua presentazione dell'itinerario di Gesù ''ipso facto'' più affidabile di quella di Marco storicamente. Ma potrebbe ben significare che, poiché l'evangelista è meno impegnato nell'itinerario di Gesù, dato che non lo subordina alla sua teologia nel modo che fa Marco, l'impressione della forma della missione di Gesù data dal suo Vangelo potrebbe essere più affidabile, perché è meno rielaborata. Giovanni trasmette esplicitamente ciò che Marco implica soltanto, e ciò che Luca suggerisce ma non rappresenta (cfr. [[Passo biblico2|Luca|23:5}}), vale a dire, che Gesù e la sua missione – come Giovanni Battista e la sua – comprendevano Galilea ''e'' Giudea, e specificamente anche Gerusalemme.
 
 
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<references/>
 
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[[Categoria:Missione a Israele|Gerusalemme]]