Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

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Ciononostante, ci sono numerosi punti nelle poche lettere che comunque abbiamo dove egli avrebbe potuto citare questo drammatico segno della prevista Fine del Mondo. Per esempio, consolando i suoi infelici Tessalonicesi, un po' dopo {{passo biblico|Tessalonicesi|4:15}}: "Questo vi diciamo sulla parola del Signore" che il Tempio verrà distrutto e stabilito da Dio quale parte degli eventi della Fine. O anche dopo {{passo biblico2|Filippesi|4:5}}: "Il Signore è vicino! Una volta che il Tempio non ci sarà più, allora verrà nella gloria ricostruito dal Padre". O in {{passo biblico2|1Corinzi|15}}, dove nuovamente ripete la sequenza di eventi alla Fine. O perlomeno in Romani — capitolo 8, quando parla della trasformazione dell'universo? Dopo il capitolo 11, quando Israele viene reincorporato nella redenzione e tutti sono salvati? Nel capitolo 15, quando porta le offerte dei Gentili a Gerusalemme come se svolgesse un servizio sacerdotale "non presso questo Tempio terreno, che voi sapete il Signore ha detto che non esisterà più, ma al Tempio Eterno". Invece niente, non dice proprio nulla di sorta. Da nessuna parte. Data la coincidenza dell'evidenza storica che sopravvive in merito a questo periodo del movimento, uno non dovrebbe dare troppa enfasi al "silenzio" di Paolo. Ma comunque silenzio è.
 
E infine, c'è il problema della corte stessa del Tempio. Quest'ultimo punto è in realtà un esercizio a pensare concretamente. Se esaminiamo il [[Missione a Israele/Dio e Israele#Pratica e tradizione|modello del Secondo Tempio riportato nel Capitolo 2]], i cambiavalute e i venditori di colombi quasi sicuramente si trovavano o nel Portico Reale o sotto la stoa e lungo il colonnato: fuori dalla pioggi durante l'inverno, fuori dal sole cocente che si rifletteva dal muro di pietre della corte, in primavera ed estate.<ref>Un altro punto contro la rappresentazione di Giovanni in {{passo biblico|Giovanni|2:14}}: nessungrossi grossoanimali animale sacrificalesacrificali, come pecore o buoi, non sarebbero mai stati tenuti nell'ambito della corte stessa. Avrebbero insozzato i recinti. Piuttosto, sarebbero stati venduti nell'area del mercato sotto al Tempio, nella parte occidentale dell'area, e i buoi in ogni caso sarebbero stati utilizzati solo raramente.</ref>
 
Ora immaginiamoci il luogo totalmente stipato da una moltitudine immensa di gente – decine di migliaia di pellegrini – durante i giorni tra l'otto ed il 14 di Nisan. Immaginiamoci poi Gesù che va verso i tavoli di alcuni dei venditori e li ribalta. Chiediamoci allora: quante persone sarebbero state in grado di vederlo? Quanti l'avrebbero notato? Diciamo al massimo le persone appena vicine a Gesù avrebbero potuto vederlo. E i pellegrini al piano terra se ne sarebbero accorti, anche cinque o sei metri da lui? Avrebbero sentito il trambusto? E quelli distanti 15-20 metri? O nel mezzo della corte, o finanche un'altra sezione della stoa?
 
L'area del Tempio racchiusa dalle mura era enorme: circa 16000 metri quadrati. Un archeologo ha stimato che 12 campi di calcio ci sarebbero entrati comodamente. Tale misura eccezionale pone la domanda: se Gesù fece quel gesto, che l'avrebbe visto? I suoi seguaci e coloro che stavano vicino a lui, Altrimenti le persone con la migliore veduta – ''se'' Gesù si fosse trovato vicino agli orli del tetto dei colonnati ovest ed est piuttosto che più in là, nell'interno – sarebbero stati, ironicamente quei soldati romani che pattugliavano sul tetto della stoa nella parte ''opposta'' della corte. L'effetto del gesto di Gesù a livello d'occhio – dove stavano tutti gli altri – sarebbe stato ovattato, attutito e coperto dalla folla pressante dei pellegrini. Quanto dovevano preoccuparsi quindi i sacerdoti?
 
Stiamo ancora cercando una ragione del perché Pilato avrebbe giustiziato Gesù con la crocifissione. La scena nella corte del Tempio, se storica, lascia comunque un vuoto nel quadro d'insieme: se Caifa volle eliminare Gesù a causa di una qualche offesa che la sua azione aveva prodotto, e Pilato acconsentì a giustiziarlo, perché non assassinarlo in privato, senza tante storie? E se la scena nella corte non è storica – molte considerazioni lo fanno pensare – allora come si coinvolsero i sacerdoti, e perché?
 
A questo punto, ricordiamoci della descrizione fatta da Flavio Giuseppe sul fato degli ebrei che scappavano da Gerusalemme durante l'assedio, e i pensieri di Tito sulla questione. Quando venivano catturati, scrive Flavio
[...]
{{q|di conseguenza venivano flagellati e sottoposti a torture di ogni tipo prima di essere uccisi e poi crocifissi davanti alle mura... La principale ragione [di Tito] per non fermare le crocifissioni era ''la speranza che lo spettacolo poteva forse indurre gli ebrei ad arrendersi, per paura che essi continuando a resistere avrebbero fatto la stessa fine''.|''BJ'' 5.450}}
La crocifissione era una forma romana di annuncio pubblico di servizio: non fate sommesse come questa persona, altrimenti il vostro fato sarà simile. Lo scopo dell'esercizio non era tanto la morte del colpevole, quanto attirare l'attenzione di coloro che guardavano. La crocifissione è innanzitutto indirizzata ad un pubblico.
 
Penso che è qui che dobbiamo cercare una spiegazione per la morte di Gesù. E non in una presunta protesta o profezia messa in atto al Tempio che, anche se avvenne, non spiega il suo fato. Non nella psiche di Gesù o nelle sue più profonde convinzioni su se stesso e sulla sua identità, alle quali non abbiamo comunque accesso. Anche se per qualche ragione Gesù fosse stato convinto di essere il messia, sebbene in un qualche modo radicalmente nuovo ed inanticipato, la sua immagine di sé non avrebbe interessato nessuno di chi era al potere, e non avrebbe avuto senso per nessuno al di fuori di se stesso. Né per il suo programma, come noi possiamo ricostruirlo dalle tradizini sulla sua missione: se tale programma fosse stato pericoloso, finanche minaccioso, anche soltanto implicitamente per le autorità al poterte, Antipa l'avrebbe levato di mezzo per primo. Dovremmo invece rivolgerci alle folle in Gerusalemme. Queste sono il pubblico a cui si rivolge Pilato. In tale senso, esse sono la ragione per la morte di Gesù.
 
I pellegrini ebrei salutarono Gesù come messia a Gerusalemme. Pilato lo uccise come messia pretendente — di nuovo, non perché ''Gesù'' pensava di essere il messia (che gliene importava a Pilato di come Gesù si identificava?), ma perché altri lo pensavano e lo proclamavano tale. Ma Pilato lo sapeva meglio di loro, o sapeva che i pellegrini sbagliavano, perché egli non uccise nessun altro di questo gruppo se non Gesù stesso. Qual è il significato di questi fatti? Cosa c'entrano i sacerdoti? E perché Gerusalemme durante la Pesach — o proprio questa particolare Pesach?
 
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[[Categoria:Missione a Israele|Contesti sociali]]