Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

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[[File:Brooklyn Museum - Reconstruction of Jerusalem and the Temple of Herod (Réconstitution de Jérusalem et du temple d'Hérode) - James Tissot.jpg|left|280px|thumb|<small>''"Ricostruzione di Gerusalemme e del Tempio di Erode"'', di [[w:James Tissot|James Tissot]] (1894)</small>]]
[[File:Brooklyn Museum - Reconstruction of the Temple of Herod Southeast Corner (Reconstitution du temple d'Hérode. Angle sud-est.) - James Tissot.jpg|right|250px|thumb|<small>''"Ricostruzione del Tempio di Erode - Angolo sud-est"'', di [[w:James Tissot|James Tissot]] (1894)</small>]]
Se questa argomentazione è giusta – che il Gesù storico mantenne le leggi bibliche della purezza, e che il pubblico originale degli evangelisti, sentendo le loro storie, non ebbero ragione di pensare diversamente – allora che senso ha il resoconto degli evangelisti sull'azione di Gesù nel Tempio? Questa è la versione marciana dell'incidente:
{{q| Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!". L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando venne la sera uscirono dalla città.|{{passo biblico2|Marco|15-19}}}}
La versione di Giovanni, più drammatica ed elaborata, vien messa all'inizio del suo Vangelo, anch'essa appena prima della Pasqua:
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Ecco quindi "Gesù il contadino ebreo cinico" che predica un egalitarismo radicale e usa il linguaggio del Regno per parlare di una comunità religiosa non mediata fu un Gesù che ignorò e quindi sovvertì le leggi di purificazione. Egli stesso, come impresario di questo movimento del Regno, in effetti sta come opponente, alternativa e sostituto del Tempio. Il Tempio rappresenterebbe esattamente l'opposto di ciò che Gesù predicava. Quando rovesciò i tavoli nella corte, Gesù avrebbe rappresentato simbolicamente la sua distruzione. Ispirato da una visione radicalmente differente di cosa e come dovrebbe essere la società, Gesù mediante la sua azione simbolica ripudiò il culto del Tempio. Il Regno etico che egli predicò non lo contemplava affatto.
 
Oppure si consideri Gesù quale Persona-Spirito etica, egalitaria. Predicava e esortava un'etica di compassione; e inoltre usava un linguaggio del Regno non apocalitticamente ma metaforicamente, come modo per evocare la visione di una nuova socvietàsocietà più amorevole. Ma le regole della purezza distinguono e discriminano. Esse rinforzavano la ripida gradazione della piramide di potere del Secondo Tempio, con ai vertici le famiglie sacerdotali aristocratiche e possidenti, e i loro sottoposti – scribi, legali, Farisei – raggruppati vicino a loro il più possibile sui gradienti più alti. Alla base di questa pila stavano le masse deprivate, contadini che l'elite della purezza considerava degradati, impoveriti, sacrificabili e impuri. Gesù quale profeta sociale, impegnato in una critica sociale radicale, prdicando un'etica universale di amore e compassione, sovvertì queste regole nella sua missione e insegnamento. Le elite predicavano una politica di purezza; Gesù sosteneva la politica della compassione. Pertanto, quando andò a Gerusalemme quella fatidica Pasqua, questo Gesù rovesciò i banchi, accusando simbolicamente il Tempio ed il sistema religioso che supportava. Il suo gesto simbolizzò non la distruzione del Tempio, ma il suo rifiuto. L'azione di Gesù nel Tempio ripudiava la purezza e tutte le relative opere: l'oppressione politica, sociale e spirituale che incarnava e imponeva.
 
Oppure consideriamo il Gesù antinazionalista. Questo Gesù cercava di riformare la sua religione natia in parte concentrandosi specificamente sulle leggi della purezza. Tali leggi discriminavano contro gli infermi, ritenendoli impuri ritualmente e quindi tagliati fuori dal popolo di Dio. Ma Gesù, col messaggio "Dio vi ama", si rivolse agli infermi. Accolse i poveri e gli emarginati. Rifiutò le ossessioni dei suoi correligionari per l'esclusività e la purezza (che fosse rituale o razziale; quest'ultima sosteneva le distinzioni tra ebreo e Gentile, puntellando pertanto l'identità minacciata di Israele). Il Tempio supportava tutte queste cose, e anche solo per questa ragione Gesù l'avrebbe condannato. Ma peggio: il Tempio stava quale centro simbolico del violento nazionalismo dell'ebraismo. Quando andò a Gerusalemme per l'ultima Pesach, Gesù mise in atto una profezia della distruzione del Tempio. Se gli ebrei non avessero abbandonato le loro ossessioni nazionaliste, il Tempio sarebbe stato distrutto. Certamente non da Gesù stesso, ma da Dio, che avrebbe operato tramite l'agenzia di un esercito straniero, Roma, come aveva fatto nei giorni dell'Esilio babilonese. (E, ahimè, gli ebrei non ascoltarono; e così la profezia di Gesù si realizzò.) Gesù denunciò l'azione militare; esortò radicalmente che si amassero i propri nemici. Israele doveva essere una luce per le nazioni, non una potenza nazionale arida, cattiva, xenofoba. Allora, con un gesto altamente drammatico, Gesù emanò il giudizio di Dio sul tempio e predisse la sua reale distruzione militare.