Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

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Nelle ricostruzioni recenti, questo incidente ha sopportato tutto il peso di dover spiegare come e perché Gesù finisce per morire in questa particolare Pesach. L'azione del Tempio serve simbolicamente a riassumere il significato essenziale della missione di Gesù, interpretata dalla maggioranza degli studiosi come missione esclusivamente galilea. E quale che sia il significato centrale che gli studiosi vedono in questo gesto (apocalittico, politico, critico — le interpretazioni variano molto), tale significato serve a spiegare cosa succede dopo: l'arresto di Gesù, i "processi", e la crocifissione. Il messaggio trasmesso nel ribaltare i tavoli e sconvolgere i venditori di colombi e i cabiavalute – quale che sia – deve quindi allarmare o offendere i sacerdoti così tanto che essi non solo vogliono morto Gesù, ma riescono anche a convincere Pilato a giustiziarlo.
 
Concentrandosi così sul gesto di Gesù al Tempio come ragione immediate per il suo arresto e morte, gli studiosi moderni hanno incoerentemente fuso due cronologie della Passione mutuamente esclusive, quella di Giovanni e quella di Marco. Quella di Marco domina; il presunto gesto di Gesù assume un'enorme im portanza interpretativa; il peso della congettura accademica influenza come Gesù debba aver affrontato i sacerdoti. Noi possiamo fare di meglio. Concentrandoci su ciò che veramente sappiamo – che Gesù fu crocifisso, ma che i suoi seguaci non lo furono – possiamo ritornare al dramma della presentazione marciana e allo scenario confuso delle circostanze finali di Gesù di Nazareth. Una volta ancora, quindi, dobbiamo ritornare al Monte del Tempio, poco dopo l'entrata iniialeiniziale di Gesù in città. Cosa fece lì, e cosa significò?
 
=== ''Ancora il Tempio'' ===
[[File:Hombre de Giv'at ha-Mivtar..jpg|right|300px|thumb|<div style="color: teal; font-size: 0.9em;">Crocifissione di [[w:Yehohanan ben Hagkol|Yehohanan ben Hagkol]] (I sec. e.v.): immagine del calcagno e rappresentazione dell'inchiodamento. L'osso è stato rinvenuto a [[:en:w:Givat HaMivtar|Givat ha-Mitvar (Gerusalemme)]] nel 1968.<br/>
«Nel ricostruire la crocefissione abbiamo utilizzato i reperti scheletrici assieme a osservazioni di Haas, di Barbet e delle fonti storiche antiche. Secondo tali fonti il condannato non portava mai la croce completa, come si ritiene di solito, invece veniva portata la traversa, mentre il palo verticale era permanentemente nel sito, dove era utilizzato per le esecuzioni successive. Inoltre, sappiamo da Giuseppe Flavio che durante il primo secolo il legname era così scarso a Gerusalemme che i Romani furono costretti a recarsi a dieci miglia da Gerusalemme per procurarsi il legname necessario per le macchine d'assedio. Perciò si può ragionevolmente assumere che la scarsità di legno possa essersi tradotta nell'economia della crocefissione nel fatto che la traversa e il palo verticale venissero usati ripetutamente. Così la mancanza di lesioni traumatiche nell'avanbraccio e nei metacarpi della mano sembra suggerire che le braccia del condannato fossero legate alla croce anziché inchiodate. Vi sono ampie evidenze letterarie e artistiche sull'uso di corde al posto di chiodi per fissare il condannato alla croce. Inoltre, in Egitto, dove secondo una fonte ebbe origine la crocefissione, la vittima non veniva inchiodata ma legata. È importante ricordare che la morte per crocefissione era il risultato del modo in cui il condannato era appeso alla croce e non delle ferite traumatiche causate dai chiodi. La sospensione dalla croce determinava un penoso processo di asfissia, in cui i due sistemi muscolari utilizzati per respirare, i muscoli intercostali e il diaframma, si indebolivano progressivamente. Col tempo il condannato moriva per l'incapacità di continuare a respirare adeguatamente.» (J. Zias e E. Sekeles, 1985)</div>]]
Nelle ricostruzioni moderne come nella narrazione di Marco, la scena al Tempio è la chiave per il resto della storia. Quegli storici che vedono l'azione di Gesù come un gesto profetico che predice la distruzione apocalittica del Tempio allora devono spiegare perché ciò adirò i sacerdoti. Forse ipotizzarono la sua scena di distruzione in effetti come una sorta di minaccia profetica? Questo spiegherebbe la ricorrenza di tale tema, messo in bocca ai "falsi testimoni" nelle successive tradizioni del processo. "Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo" {{passo biblico2|Marco|14:58}}. Questa minaccia riecheggia nella successiva tradizione cristiana. Nel processo a [[w:Stefano protomartire|Stefano]] nel Libro degli Atti, Luca scrive: "Lo abbiamo udito dichiarare che ''Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo''", cioè il Tempio ({{passo biblico2|Atti|6:14}}). Pertanto, in questa ultima Pasqua della vita di Gesù, forse insultati dal gesto di Gesù, forse offesi dalla (implicita?) minaccia, ansiosi di passare la festività senza incidenti, i capi sacerdoti e/o Caifa si mossero per arrestare Gesù, consegnarlo a Pilato, e raccomandargli la sua esecuzione quale potenziale istigatore.
 
Quegli studiosi che vedono il gesto di Gesù come un atto profetico non apocalittico, basano la propria interpretazione sulla loro ricostruzione della sua missione più in generale. L'opposizione di Gesù al Tempio o quello che poteva essere il suo significato in queste ricostruzioni – un monopolio ingiusto dell'espiazione, una gerarchia spirituale ed economica, le oppressioni della cultura purificatrice, la base di partenza dele elite del potere, il centro di nazionalismo virulento – diventa in effetti l'indizio definitivo non solo della sua visione della propria missione, ma anche della sua visione di se stesso. Da questo punto, culmine rappresentativo della sua missione, il salto è breve direttamente dentro la testa di Gesù: "Gesù deve aver pensato che..." oppure "Se fece questo, Gesù deve per forza aver pensato che..." Quindi il Gesù che svolge l'azione nel Tempio è un Gesù che in verità – e secondo alcuni studiosi, in intento – offre se stesso e/o il suo movimento quale alternativa al Tempio o suo rimpiazzo. Non c'è quindi da meravigliarsi che i sacerdoti fossero così arrabbiati.
 
(Peccato che non persero tempo a riflettere concretamente. Il loro amato Tempio veniva forse messo in pericolo dalla audace mossa interpretativa di Gesù? E le comunità ebraiche in tutto il Mediterraneo avrebbero veramente iniziato a interpretare la Torah differentemente, cessando di andare a Gerusalemme per adorare? Avrebbero le carovane da Babilonia forse depositato a Cafarnao i loro grandi carichi di donazioni monetarie da parte dei devoti? Se Gesù pensò che egli o la comunità dei suoi seguaci fossero l'alternativa al Tempio, cosa voleva significare in pratica? E chi, fuori dal suo gruppo, avrebbe potuto capirlo? E se il suo significato era così idiosincratico per la sua missione, quanto poteva essere pericoloso?
 
Il problema fondamentale nel concentrarsi in questo modo sull'incidente del Tempio è che, in qualsiasi tesi, ci presenta il pesante problema di Gesù coi sacerdoti. Considerando la faccenda primariamente come un problema tra i sacerdoti e Gesù aumenta solo la difficoltà di capire perché Pilato l'avrebbe giustiziato per crocifissione. Penso sia tempo di riconsiderare l'importanza di Gesù che rovescia i tavoli dei venditori nel Tempio, il presunto collegamento di ciò con le predizioni della distruzione del Tempio, e la verosomiglianza che il suo insegnamento riguardo al Tempio, sia che fosse in parole ({{passo biblico2|Marco|13:2}}: "Non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà diroccata") o in azioni (ribaltare i tavoli, come interpretato dagli studiosi moderni), portò direttamente alla sua esecuzione.
 
Alla luce del modo in cui gli evangelisti interpretano e presentano l'azione di Gesù al Tempio, dobbiamo prima di tutto chiederci: chi avrebbe compreso il simbolismo di tale gesto? Se Gesù, ribaltando i tavoli dei cambiavalute, aveva inteso simbolizzare una prossima distruzione – che fosse del Tempio stesso o un qualche aspetto del suo universo simbolico (purezza, gerarchia, nazionalismo, e via dicendo) – come avrebbero potuto gli altri indovinare il suo significato? Sia i sinottici che Giovanni, evidentemente indipendenti l'uno dall'altro, interpretano l'azione imputata a Gesù come una condanna dei servizi di supporto del Tempio.