Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo
Riga 430:
 
=== ''Galilei e Giudei in Giovanni'' ===
Il Gesù giovanneo appare a Gerusalemme durante la Pesach già nel secondo capitolo del Vangelo. Giovanni quindi collega esplicitamente la "purificazione del Tempio" con la predizione della sua distruzione quale predizione obliqua della Passione. Produce un commento di incomprensione ("Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?". Ma egli parlava del tempio del suo corpo" {{passo biblico2|Giovanni|2:20-21}}), ma senza ostilità, sacerdotale o altra.<ref>Nei sinottici, in contrasto, questo evento, messo alla fine della missione di Gesù, lo porta alla fatale attenzione dei sommi sacerdoti, che pertanto si decidono ad ucciderlo.</ref> In questa Pasqua particolare, continua Giovanni, "molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome" (v. 23). Gesù poi continua la sua missione in Giudea ({{passo biblico2|Giovanni|3:22-4:2}}), passa attraverso la Samaria, dove sembra lo proclamino il Cristo ({{passo biblico|Giovanni|4:3-43}} cfr. vv. 25, 29}}, e ritorna a casa in Galilea accolto con calore.
Il Ges giovanneo appare a Gerusalemme durante la Pesach già nel secondo capitolo del Vangelo.
 
La rappresentazione di Giovanni lascia aperta la possibilità che coloro in Gerusalemme che "credettero nel suo nome, vedendo i segni che faceva" fossero essi stessi galilei. "Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa" ({{passo biblico2|Giovanni|4:45}}). Poco dopo, le folle in Galilea vogliono "prenderlo per farlo re" ({{passo biblico2|Giovanni|6:15}}). La Giudea, in contrasto, è territorio ostile e Gesù comincia ad evitare di andarci. "[Gesù] non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo" ({{passo biblico|Giovanni|7:1}}, non dice perché).
 
Nonostante l'assenza di supporto locale, Gesù continua a frequentare la stessa Gerusalemme. Andato là ancora una volta, insegnando nel Tempio durante Sukkot/Tabernacoli, provoca di nuovo una controversia: il "popolo di Gerusalemme" dibatte se egli sia "il cristo" ({{passo biblico2|Giovanni|7:25-31}}) o "il profeta" ({{passo biblico|Giovanni|7:40-42}}). Alcuni gerosolimitani, in particolare i Farisei e i capi sacerdoti, vogliono arrestarlo. Ma non avviene alcun arresto (vv. 43-48), e la mattina presto Gesù è di nuovo nel Tempio ({{passo biblico|Giovanni|8:2}}). Dopo un lungo dialogo giovanneo classico, ostile e e teologicamente elaborato, gli ''Ioudaioi'' prendono delle pietre per lapidarlo, ma Gesù li elude ({{passo biblico|Giovanni|8:59}}); nel frattempo, continuano a dibattere se egli sia profeta o cristo ({{passo biblico|Giovanni|9:17,22}}). Evidentemente Gesù sta in città per diversi mesi tra i Tabernacoli agli inizi dell'autunno fino al festival invernale che celebra la purificazione maccavea del santuario, poiché lo vediamo di nuovo che cammina verso il Tempio durante quest'ultima festività ({{passo biblico|Giovanni|10:22}}). A questo punto gli ''Ioudaioi'' lo importunano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente" ({{passo biblico|Giovanni|10:24}}). Un altro intenso dialogo teologico si svolge tra di loro, l'umore diventa turbolento, e questi cercano di arrestarlo, ancora una volta invano (v. 39).
 
Gesù lascia Gerusalemme verso la Perea ({{passo biblico2|Giovanni|10:40}}) e ritorna a Betania in Giudea per far risorgere dai morti il suo amico Lazzaro ({{passo biblico|Giovanni|11:1-44}}). Questo avvenimento, inspiegabilmente, provoca una riunione del "consiglio" a Gerusalemme. I capi sacerdoti e i Farisei si preoccupano che i "segni" che opera Gesù faranno intervenire Roma pesantemente e porteranno alla distruzione del Tempio e della nazione (vv. 45-48). Decidono quindi che egli debba morire (vv. 50-53).
 
La Pesach finale di Gesù, come nei sinottici, inizia con l'Ingresso Trionfale: folle di pellegrini inneggianti lo accolgono con "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, ''il re d'Israele!''" ({{passo biblico|Giovanni|12:12-13}}). E Giovanni, similmente a Matteo, cita {{passo biblico2|Zaccaria|9:9}} quando Gesù cavalca in città sul dorso di un'asina: "Non temere, figlia di Sion! Ecco, ''il tuo re viene'', seduto sopra un puledro d'asina!" ({{passo biblico|Giovanni|12:15}}). Gesù dice alla folla che egli deve morire per crocifissione; gli altri controbattono "che il Cristo rimane in eterno" (vv. 32-34).