Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

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Questa interpretazione ha il vantaggio di unire il gesto di Gesù con la sua proclamazione del prossimo Regno di Dio. E reintegra ciò che sappiamo del comportamento religioso dei suoi discepoli dopo la morte di Gesù con l'antecedente missione di Gesù (quando era in vita). Ovviamente essi avrebbero continuato ad adorare nel Tempio: Gesù non disse mai di non farlo. L'incidente del Tempio non aveva nulla a che fare con una qualsiasi presunta "purificazione", critica, o condanna. Simboleggiando una distruzione (apocalittica), puntava al futuro, ad un rinnovo e ricostruzione escatologici. Il gesto di Gesù era semplicemente una rappresentazione drammatica del principale messaggio della sua missione, che il Regno era veramente in arrivo.
 
Comunque, nella ricerca del Gesù storico nessuna interpretazione di consenso unico convince mai al 100 percento l'opinione degli studiosi. Alcuni commentatori sostengono ancora una qualche versione dell'interpretazione tradizionale più vecchia. Altri critici, osservando giustamente il ruolo cruciale giocato dall'incidente del Tempio nella versione marciana della storia di Gesù – senza di essa Marco avrebbe avuto difficoltà nel portare Gesù all'attenzione dei sacerdoti – mettono in dubbio se sia mai vermanete accaduto. La storia reale raramente obbliga a trame narrative così esatte: forse l'intera scena è un'invenzione di Marco.<ref>Una tale ipotesi, tuttavia, richiede che il Quarto Evangelista conoscesse il Vangelo di Marco o almeno questa tradizione da cui si origina, poiché l'incidente del Tempio, sebbene reinterpretato, appare anche in {{passo biblico2|Giovanni|2}}.</ref> Ancora altri hanno polemicamente sostenuto la posizione che l'agitazione provocata da Gesù in verità simbolizzi distruzione. Ma poiché questi supportano un Gesù non apocalittico, di conseguenza devono ridefinire cosa significasse questa profezia di distruzione.
 
PertantoEcco quindi "Gesù il cinico contadino ebreo cinico" che predica un egalitarismo radicale e usa il linguaggio del Regno per parlare di una comunità religiosa non mediata fu un Gesù che ignorò e quindi sovvertì le leggi di purificazione. Egli stesso, come impresario di questo movimento del Regno, in effetti sta come opponente, alternativa e sostituto del Tempio. Il Tempio rappresenterebbe esattamente l'opposto di ciò che Gesù predicava. Quando rovesciò i tavoli nella corte, Gesù avrebbe rappresentato simbolicamente la sua distruzione. Ispirato da una visione radicalmente differente di cosa e come dovrebbe essere la società, Gesù mediante la sua azione simbolica ripudiò il culto del Tempio. Il Regno etico che egli predicò non lo contemplava affatto.
 
Oppure si consideri Gesù quale Persona-Spirito etica, egalitaria. Predicava e esortava un'etica di compassione; e inoltre usava un linguaggio del Regno non apocalitticamente ma metaforicamente, come modo per evocare la visione di una nuova socvietà più amorevole. Ma le regole della purezza distinguono e discriminano. Esse rinforzavano la ripida gradazione della piramide di potere del Secondo Tempio, con ai vertici le famiglie sacerdotali aristocratiche e possidenti, e i loro sottoposti – scribi, legali, Farisei – raggruppati vicino a loro il più possibile sui gradienti più alti. Alla base di questa pila stavano le masse deprivate, contadini che l'elite della purezza considerava degradati, impoveriti, sacrificabili e impuri. Gesù quale profeta sociale, impegnato in una critica sociale radicale, prdicando un'etica universale di amore e compassione, sovvertì queste regole nella sua missione e insegnamento. Le elite predicavano una politica di purezza; Gesù sosteneva la politica della compassione. Pertanto, quando andò a Gerusalemme quella fatidica Pasqua, questo Gesù rovesciò i banchi, accusando simbolicamente il Tempio ed il sistema religioso che supportava. Il suo gesto simbolizzò non la distruzione del Tempio, ma il suo rifiuto. L'azione di Gesù nel Tempio ripudiava la purezza e tutte le relative opere: l'oppressione politica, sociale e spirituale che incarnava e imponeva.
 
Oppure consideriamo il Gesù antinazionalista. Questo Gesù cercava di riformare la sua religione natia in parte concentrandosi specificamente sulle leggi della purezza. Tali leggi discriminavano contro gli infermi, ritenendoli impuri ritualmente e quindi tagliati fuori dal popolo di Dio. Ma Gesù, col messaggio "Dio vi ama", si rivolse agli infermi. Accolse i poveri e gli emarginati. Rifiutò le ossessioni dei suoi correligionari per l'esclusività e la purezza (che fosse rituale o razziale; quest'ultima sosteneva le distinzioni tra ebreo e Gentile, puntellando pertanto l'identità minacciata di Israele). Il Tempio supportava tutte queste cose, e anche solo per questa ragione Gesù l'avrebbe condannato. Ma peggio: il Tempio stava quale centro simbolico del violento nazionalismo dell'ebraismo. Quando andò a Gerusalemme per l'ultima Pesach, Gesù mise in atto una profezia della distruzione del Tempio. Se gli ebrei non avessero abbandonato le loro ossessioni nazionaliste, il Tempio sarebbe stato distrutto.
 
 
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