Missione a Israele/Contesti sociali: differenze tra le versioni

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"Quello che Mosè ha ordinato" appare nel dettaglio in {{passo biblico2|Levitico|14}}, quando Dio, parlando a Mosè, dice: "Questa è la legge da applicare per il lebbroso per il giorno della sua purificazione" ({{passo biblico2|Levitico|14:1}}). Dopo un esame completo da parte del sacerdote, al (già) lebbroso verranno dati "due uccelli vivi, mondi, legno di cedro, panno scarlatto e issòpo" (v. 4). Un uccello viene sgozzato in un vaso di terracotta con acqua viva, e gli altri elementi del sacrificio (l'altro uccello vivo, il cedro, il panno scarlatto e l'issòpo) immersi nel suo sangue. L'ex lebbroso viene poi asperso sette volte col sangue dell'uccello sgozzato. È quindi dichiarato mondo e si lascerà andare libero per i campi l'uccello vivo (vv. 5-7). Dopo aver lavato i suoi abiti, tosato tutti i capelli e immerso in vasca, l'ex lebbroso aspetta sette giorni e poi si rasa nuovamente (il testo specifica barba, capelli, ciglia, tutto, v. 9). Si immerge un'altra volta, "e sarà mondo".
 
Ma poi segue una lista più lunga di offerte "nell'ottavo giorno": "due agnelli senza difetto, un'agnella di un anno senza difetto, tre decimi di efa di fior di farina, intrisa nell'olio, come oblazione, e un log di olio". Il sacerdote li usa per seguire un particolareggiato protocollo di macellazione, unzione, aspersione e immolazione arsa sull'altare (vv. 11-20). "Così il sacerdote farà per lui l'espiazione, ed egli sarà puro" (v. 20). Altri dettagli seguono: un elenco alternativo di offerte ("Se quel tale è povero e non può procurarsi queste cose", v. 21) adatto ai mezzi dell'adoratore. "Questa è la legge relativa a colui che... non ha mezzi per procurarsi ciò che è richiesto per la sua purificazione" (v. 32). Dio quindi continua a spiegare la procedura per diagnosticare la lebbra nelle case. (vv. 33-53).
 
Non c'è modo di sapere se qualcosa di simile a questa conversazione tra Gesù ed il lebbroso avvenne veramente. Ma non è questo il punto. Piuttosto, è la storia stessa di Marco che ci interessa. Il suo Gesù invoca qui una elaborata cerimonia di purificazione. I suoi particolari sono sconosciuti alla maggioranza dei lettori moderni. Ma per chiunque tra gli ascoltatori ebrei di Marco, e forsanche per quei Gentili associati alla comunità diasporica tramite la sinagoga, questi protocolli della legge per la purificazione di un lebbroso sarebbero stati familiari, una questione di pubblica conoscenza: non una volta ma molte nel corso degli anni costoro li avrebbero uditi letti ad alta voce, discutendone l'interpretazione e confrontati con altri comandi simili. Questo apprendimento orale comunitario della Legge era una parte standard della cultura sinagogale, la ragione principale dei raduni comunitari durante lo Shabbat.
 
Altrove Marco è perfettamente capace di presentare, o interpretare, Gesù che contravviene le leggi di purezza. Nel capitolo 7, il suo Gesù critica l'estensione farisaica di questi codici (abluzione rituale della mani prima dei pasti, purificazione dopo esser tornati dal mercato, immersione degli utensili alimentari, {{passo biblico2|Marco|7:3-4}}), e Marco lo interpreta come se rifiutasse le leggi alimentari in generale ({{passo biblico|Marco|7:19}}; cfr. {{passo biblico2|Matteo|15:17-20}}). Ma quando Marco non elabora una qualche controversia tra Gesù ed i suoi contemporanei ebrei, egli lo presenta come un personaggio che normalmente osserva la Legge. Anche le procedure per l'ex lebbroso citate in {{passo biblico2|Marco|1:44}}, sebbene ci colpiscano come alquanto complesse, nell'antichità sarebbero state "normalmente osservate secondo la Legge". E così un pubblico antico avrebbe interpretato Gesù in questa storia.
 
L'osservanza da parte di Gesù dei codici di purezza biblica sottende a livello latente anche i resoconti evangelici. Per "latente" si intende quegli incidenti nella narrazione evangelica che si riferiscono ad una questione di purezza che non figura prominentemente di per se stessa, ma dà forma alla storia in modo discreto. Si consideri l'istruzione che il Gesù di Matteo dà ai suoi seguaci durante il Sermone della Montagna:
{{q|Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.|{{passo biblico2|Matteo|5:23-24}}}}