Storia della letteratura italiana/Eugenio Montale: differenze tra le versioni

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La riflessione esistenziale di ''Ossi di seppia'' è qui meno esplicita, la parola poetica si concentra sugli oggetti (tanto che si parla di ''poetica degli oggetti''). Il poeta crea immagini dai rilievi netti e quasi allucinati. Il linguaggio si fa più complesso, difficile da decifrare. Da questo punto di vista, Montale si avvicina alle soluzioni raggiunte negli stessi anni dagli [[../Ermetismo|ermetici]]. Tuttavia, a differenza di questi ultimi, la poesia di Montale non si abbandona all'allusività e all'indeterminatezza, e rimane estranea al metodo dell'analogia utilizzato anche da Ungaretti. Piuttosto, carica le cose e le figure di una vigorosa tensione razionale e sentimentale. L'oscurità deriva non da una propensione verso il negativo, ma dalla necessità di trovare un barlume di luce in mezzo al buio. Tra questi barlumi è possibile trovare delle rivelazioni e dei momenti di improvvisa ebrezza. Si tratta però di rivelazioni insufficienti e sempre inquietanti, mentre un valore profondo e assoluto è sempre irraggiungibile.
 
Le poesie delle ''Occasioni'' partono sempre da dati reali ed esistenziali. La ricerca dell'altro è anzitutto la ricerca di un "tu", ancora una volta una figura femminile, che è perduta o che non si può raggiungere. La poesia è quindi un 'interrogazione della memoria, e i barlumi evocano la possibilità di un ritorno del tempo. Nella parte finale della raccolta, la figura femminile si staglia come una forza in grado di salvare il poeta, capace di riscattarlo dalla volgarità del presente. È l'eredità di una lunga tradizione letteraria, che ha le sue radici nello Stilnovo, con la quale la poesia negli anni del fascismo si distacca dal presente e ritrova un proprio valore umano e civile.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=999-1000 }}</ref>
 
== ''La bufera e altro'' ==