Torah per sempre/Divisi da una Scrittura comune: differenze tra le versioni

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Ci si aspetterebbe che la Scrittura unisca le denominazioni ebraiche, ma in realtà le divide.<ref>Niente di nuovo qui. Si potrebbe dire che ebrei e cristiani siano "divisi da una Scrittura comune" e le sette ebraiche nel periodo del Secondo Tempio erano parimenti divise dalla loro scelta e interpretazione dei testi sacri; si veda Blenkinsopp, "Interpretazione and the Tendency to Sectarianism".</ref> La prima traduzione della Bibbia edita dalla Jewish Publication Society (d'America) fu un progetto congiunto tra ebrei ortodossi, conservatori e riformati. La traduzione revisionata doveva parimenti essere un progetto comune ed il comitato creato nel 1966 per preparare la sezione degli ''[[w:Ketuvim|Scritti (Ketuvim)]]'' collaborò "in associazione coi Rabbini Saul Leeman, Martin S. Rozenberg e David Shapiro dei movimenti Conservatore, Riformato e Ortodosso",<ref>Dalla Prefazione della prima edizione (1985), citata in ''[[:en:w:New Jewish Publication Society of America Tanakh|JPS Hebrew-English Tanakh]]'', p. xxiii.</ref> ma l'eccellente traduzione che hanno prodotto non è stata adottata dagli Ortodossi. Questo fu un primo sintomo della rottura nel consenso confessionale della lettura della Torah.
 
Ebrei ortodossi, conservatori e riformati leggono la Torah tutti dallo stesso rotolo tradizionale di pergamena e non ci sono differenze imortantiimportanti tra i rotoli usati dai tre movimenti o nel testo ebraico dei libri che i congreganti tengono in mano.<ref>Il testo ebraico di ''Etz Hayim'' conservatore si basa sul Manoscritto di Leningrado B19A (L) presentato dalla ''Biblia Hebraica'' di Stuttgart, ma con quattro aggiustamenti dei segni musicali e pertanto differisce in una quantità di particolari minori dalle versioni stampate comuni. Si veda ''Etz Hayim'', p. xviii.</ref> Le differenze stanno nelle traduzioni, ma ancor di più nei commentari; ognuna delle tre denominazioni ha favorito il proprio modo di leggere la Torah, rinforzato da una versione istituzionale, o quasi istituzionale, per uso sinagogale, proprio come ciascuna ha sviluppato la propria liturgia completata da un'intera gamma di libri orazionali per tutte le occasioni. Cioè, tutti e tre i gruppi leggono la stessa Torah, ma la leggono differentemente. Similmente, in linea di principio condividono la stessa tradizione rabbinica, sebbene le loro convinzioni differiscano grandemente.
 
Ebrei anglofoni di tutte le denominazioni usavano favorire il ''Commentary on the Pentateuch and Haftorahs'' di J. H. Hertz, discusso in PARTE I.1 e PARTE III.6. Altri commentari, come il ''Soncino Chumash'' di A. Cohen, che consisteva di un compendio dei principali commentari "classici",<ref>A. Cohen (cur.), ''The Soncino Chumash''.</ref> hanno goduto di popolarità locale, ma nessuno è stato così accettato come quello di Hertz. Negli ultimi anni il ''Commentary'' di Hertz ha perso terreno, non solo a causa delle sue posizioni sociali (sulle razze e l'imperialismo, per esempio) e delle informazioni che contiene ormai obsolete – dopotutto, si potrebbe dire la stessa cosa di Rashi – ma perché non rispecchia più le convinzioni identificative delle denominazioni stesse. Riformati e conservatori trovano Hertz troppo sbrigativo col la critica storica, mentre i più fondamentalisti tra gli ortodossi lo considerano eterodosso.