Piemontese/Varietà locali: differenze tra le versioni

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*In provincia di Cuneo:
**Piemontese di Saluzzo, nelle pianure dell'antico Marchesato, è considerato l'Alto-Piemontese, in quanto la parlata torinese antica si è conservata intatta a Saluzzo mentre a Torino si è modernizzata. A Saluzzo e nei suoi dintorni è ancora diffusa la forma interrogativa e la seconda persona singolare del presente indicativo terminante per -es, che è un retaggio latino. Il Piemontese di Saluzzo non suona straniero, né strano alle orecchie dei torinesi, quanto piuttosto "antico". Nelle vallate il dittongo "ài" molto frequente in koiné diventa "èi": es: Vràita>Vrèita fàit>fèit dàit>dèit andàit>andèit.
**Piemontese di Cuneo: il capoluogo è stato completamente torinesizzato, e non è più significativo distinguerlo da quello di Torino. È limitato a un accento. Le uniche particolarità riguardano la paròla "altro" che in koiné è ''àutr'', e relativi composti che diventano: àutr>èitr nojàutri>nàitr vojàutri>vàitr loràutri>loràitr. Già le varietà delle frazioni di Cuneo si differenziano ancora sensibilmente, invece, dal capoluogo, e dunque da Torino, per la presenza di numerosi arcaismi: metafonesi di ò tonica (nòm 'nome' / neumi 'nomi'; òss 'osso' / euss 'ossa; tòch 'pezzo' / teuch 'pezzi'; bòsso 'spina' / beusso 'spine'; soe e toe 'suoi e tuoi'); totale assenza del pronome clitico soggetto (l'ha dime 'mi ha detto' e non a l'ha dime); conservazione di -s alla seconda persona singolare dei verbi plurisillabici (ti cantes 'tu canti'); presenza di lessemi come cora 'quando', après 'dopo', mèor 'maturo', tuba 'fumo'.
**[[Piemontese/Piemontese delle Langhe|Piemontese delle Langhe]], parlato nel Roero, ad Alba, Bra, fino a Mondovì e Ceva
*A sud-est (pronvince di Asti e Alessandria):