Missione a Israele/Paolo e Gesù: differenze tra le versioni

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Questi profeti si rivolgevano manifestamente alle speranze religiose e non ad un'insurrezione pratica; i loro seguaci erano civili, non guerriglieri pronti a combattere le forze armate romane. Che bisogno c'era comunque di portar armi, dato che Dio stava per intervenire? Tuttavia Roma li levò di mezzo comunque. Vedevano di brutto le folle che si ammassavano intorno a capi carismatici nativi e non facevano distinzioni tra speranze apocalittiche e azioni sediziose.
 
Nessun sovrano nell'antichità guardava favorevolmente raduni di massa non autorizzati: data la piramide sociale e del potere nelle società antiche, tali raduni potevano facilmente sembrare – e forse diventare – minacce per coloro che stavano al potere. Un esempio pertinente qui è quello di [[w:Giovanni Battista|Giovanni il Battista]]. I Vangeli presentano Giovani come araldo di Gesù, una sorta di Elia per Gesù Messia. Predicando un messaggio apocalittico di pentimento e di ira divina, Giovanni riceve penitenti presso il Giardano. Matteo trasferisce il messaggio di Gesù a Giovanni: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" ({{passo biblico2|Matteo|3:2}}; cfr. {{passo biblico2|Marco|1:15}}). Tutti e quattro gli evangelisti rappresentano Giovanni come una figura popolare con discepoli suoi propri e molti ascoltatori: "Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme" dice Marco ({{passo biblico|Marco|1:5}}); "moltitudini/folle", dice Luca ({{passo biblico|Luca|3:7,10}}). Venne decapitato dal sovrano ebreo della Galilea, Erode Antipa, per averlo offeso criticando il suo matrimonio con sua nipote ({{passo biblico2|Marco|6:14-29}}).
 
Flavio Giuseppe racconta la storia in maniera diversa. Narrando la sconfitta di Antipa nel 39 e.v. per mano del suo vicino orientale e già suocero, il re [[w:Nabatei|nabateo]] [[w:Areta IV|Areta]], Flavio Giuseppe fa un salto indietro all'anno 28 circa, a Giovanni:
[[File:William Dobson - The Executioner with the Head of John the Baptist - Google Art Project.jpg|200px|right|thumb|''Decapitazione di Giovanni il Battista'', olio di [[w:William Dobson|William Dobson]], (1640)]]
{{q|Per alcuni ebrei, la distruzione dell'esercito di Erode [nel 39] sembrava una vendetta divina, e certamente una vendetta giusta, per il suo trattamento di Giovanni, soprannominato il Battista. Poiché ''Erode lo aveva condannato a morte'', sebbene fosse un bravo uomo, e avesse esortato gli ebrei a condurre vite rette, di praticare la giustizia verso i propri simili e devozione verso Dio, e quindi di unirsi nel battesimo [cioè, immersione]. Secondo lui questa era cosa preliminare necessaria per essere ben accetti a Dio... quale consacrazione del corpo, implicando che l'anima fosse già stata purificata con la giusta condotta. Quando anche ''altri si unirono alle folle intorno a lui, poiché erano molto eccitate dalle sue parole, Erode se ne allarmò''. Un'eloquenza che aveva un così grande effetto sulla gente ''avrebbe potuto condurre ad una qualche forma di sedizione'', poiché sembrava che [le gente] potesse essere guidata da Giovanni in qualsiasi cosa facessero. Erode decise che sarebbe stato molto meglio fare la prima mossa ed eliminarlo prima che il suo operare conducesse ad una rivolta... Giovanni fu portato in catene alla fortezza di Machaeras...ed ivi giustiziato. Ma gli ebrei furono dell'opinione che l'esercito fu distrutto per vendicare Giovanni, poiché Dio desiderò infliggere danno ad Erode.|Flavio Giuseppe, ''AJ'' 18.116-19}}
Certe differenze distinguono il caso di Giovanni il Battista da altre figure profetiche in Giudea. Un'importante differenza è la loro collocazione. Gerusalemme ed il deserto giudeo, dove i profeti radunavano i loro seguaci, erano sotto la diretta giurisdizione romana. Giovanni operava e vagava "nel deserto" roccioso vicino al fiume Giordano prima che si butti nel Mar Morto. Egli immergeva le persone che venivano da lui in entrambe le sponde del fiume, la sponda occidentale in Giudea, la sponda orientale nella regione di perea, parte del territorio dell'ebreo Antipa. Gli altri profeti promettevano di dare "segni" – potenti opere prodotte divinamente – mentre Giovanni sembra essersi limitato ad esortare ad una riforma morale e purificazione corporea, missione profetica di tipo differente.
 
Inoltre, la missione di Giovanni sembra si fosse stabilita da tempo, e le persone che ricevevano il suo messaggio, sia discepoli che altri, evidentemente andavano e venivano. Ma gli altri profeti descritti da Flavio Giuseppe ammassavano e mobilitavano grandi seguiti a volte in anticipazione di un evento miracoloso spettacolare (che poi non avveniva). Possiamo supporre che il livello di energia nervosa, anticipazione dirompente, ed entusiasmo popolare fosse molto più alto nel secondo gruppo.
 
Infine, Erode Antipa arrestò Giovanni, lo fece portare in una prigione isolata e lo fece decapitare lì — un'esecuzione relativamente sommessa e ordinata, che attesta nuovamente la mancanza di grandi assembramenti di seguaci. I profeti dei segni ed i loro seguaci, in constrasto, erano gli obiettivi di decisive azioni militari romane, e molti perirono insieme ai loro capi. Da questi ultimi casi possiamo quindi dedurre che, se tali profeti ammassavano folle, coloro che stavano al potere reagivano in maniera più forte e distruttiva. Tuttavia il timore di sedizioni, stimolate dalla popolarità dei relativi leader – come nel caso di Giovanni – sembra comune nella reazione sia di Roma che di Antipa. Un seguito popolare non sarebbe mai risultato gradito ad una qualsiasi autorità al potere.
 
Abbiamo cominciato il nostro sforzo per capire il perché Paolo chiamasse Gesù il Messia figlio di Davide, esaminando i significati del termine nel periodo tra i Maccabei e la Mishnah, da circa il 200 p.e.v. al 200 e.v. Le confusioni culturali e politiche del periodo ellenico stimolarono una quantità di varie concezioni del ruolo;
 
 
 
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Biografie cristologiche|Interpretare Gesù in contesto|Riflessioni su Yeshua l'Ebreo}}