Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-SAM navali: differenze tra le versioni

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Dopo il 1945, lo sviluppo dei sistemi di difesa aerea navale furono alquanto erratici. Nel '54 i caccia navali vennero messi sotto controllo della Difesa Aerea di terra, per il rischio crescente di un attacco occidentale dall'aria. Ma col tempo la difesa delle installazioni della Marina e delle navi ritornò ad essere d'importanza crescente. Tra le soluzioni escogitate, la modifica di 5 sottomarini 'Whiskey' e due dozzine di dragamine in unità di osservazione aerea; le navi T.43 e T.58, e i sottomarini, appositamente modificati (rispettivamente Pr. T-43GR e T.58GR, e per i sub, Pr.640), vennero dotati di radar capaci di 300-500 km di portata, per dare l'allarme precoce, funzionando come 'picchetti radar'.
 
Nel dopoguerra, i piani quinquennali tornavano al concetto delle grandi navi da battaglia e portaerei. Tuttavia questo era chiaramente al di fuori delle capacità economiche e tecniche sovietiche e così il Primo e il Secondo Piano Quinquennale vennero smentiti dalla realtà; al posto delle corazzate vennero poi pensati gli incrociatori da battaglia Pr.82, modificati in Pr.82R con lanciamissili quadrinati a prua e a poppa, con armi di ricarica, per i nuovi P-5. Questi missili erano destinati all'attacco di bersagli di terra con armi nucleari, poi verso il 1955 venne risistemato il progetto per attaccare le navi portaerei americane. Ma quell'anno venne bloccata la costruzione degli incrociatori e parte delle loro armi venne rielaborata per i picoclipiccoli Pr.58 (Kynda nella classifica NATO), da costruirsi pare in 10 esemplari, ma poi limitate a 4 soltanto. Esse non avevano più i cannoni da 305 mm, ma solo le artiglierie da 76 binate e i missili SAM V-600, i VOLNYA, i missili in sviluppo dal '55 come versione navale del terrestre S-125 (SA-1), ancora peraltro da mettere in sviluppo. Questi rappresentarono i primi missili SAM sovietici ed erano su rampa binata M-1. Dato che si pensava, all'epoca, che sul mare le armi nucleari sarebbero state usate in maniera massiccia (dopotutto, in mare non vi sono certo città con milioni di abitanti che possano 'limitare' la scelta), si pensò presto a disperdere maggiormente le flotte sovietiche in azione. Si pensò che ogni nave avrebbe dovuto quindi avere una sua capacità contraerea specifica, ma non tutte potevano avere una sufficiente capacità antiaerea contro ogni tipo di bersaglio. Così venne fuori un progetto nave contraerei da affiancare ai Pr.58; i grandi caccia che dovevano operare di scorta agli incrociatori Pr.82R vennero rivisti con l'eliminazione di due delle 4 torri da 76, formando così una classe di navi missilistiche armate con il Volnya, designate caccia, ma di fatto simili in dimensioni agli incrociatori Pr.58. Essi sarebbero stati la spina dorsale della flotta sovietica sui mari, ovvero i Pr.61 Kashin. Ma queste navi non erano sufficienti per fornire una valida protezione antiaerea, e così vennero escogitate altre soluzioni per ottenere una capacità di copertura d'area<ref>Slade, Stuart: ''Sistemi a.a. Sovietici e americani a confronto'', RID Apr 1995 p.38-43</ref>.
 
La prima, nei tardi anni 50' fu il Pr.70E, ovvero la modifica di uno dei grossi incrociatori 'Sverdlov' (Pr.68B) con un sistema di lancio per SA-2 (ovvero il V-750 Volkhov su rampa M-2, ovvero l'SA-2 navalizzato), modificato nel '58 come nave missilistica e dando origine al primo incrociatore SAM della Marina russa. L'idea era allettante, poter sfruttare una nave così grande che avrebbe senz'altro potuto ospitare anche i grossi e ingombranti sistemi d'arma antiaerei dell'epoca. Gli americani stavano facendo lo stesso con alcune delle loro grandi unità della stessa categoria (e così anche varie marine Europee, tra cui la MMI che armò il Garibaldi con lanciamissili Terrier e persino con la predisposizione per i Polaris nucleari balistici, poi non applicati), e con discreto successo. ma nel caso dei Sovietici le cose non andarono per il verso giusto: nonostante avesse le capacità teoriche di arma di difesa d'area, il sistema andò incontro a dei problemi e del resto, non garantiva una grande capacità bellica, visto che era presente, per la rampa binata, solo un totale di 13 missili, già sufficiente -assieme ai sistemi radar- a togliere le due torrette trinate da 152 mm di poppa. L'SA-2 era un'arma già ingombrante a terra, ma in mare la sua taglia rendeva difficile l'integrazione con la piattaforma. Eppure non forniva che le prestazioni che gli americani avevano con il Terrier, assai più piccolo e -essendo a propellente solido- tutto sommato più facile da maneggiare e conservare. Inoltre i missili RIM-8 Talos, a statoreattore, erano in grado di superare largamente in gittata l'arma sovietica e nondimeno, restare relativamente piccoli. Così ogni paragone di efficienza tra la nave sovietica e, per esempio, il nuovo USS Long Beach, era del tutto negativo. La nave americana rimase prototipo, ma aveva due rampe binate Terrier a prua con 120 missili e la rampa binata Talos a poppa, con altri 48 ordigni; il tutto era servito da avanzatissimi radar di controllo, in particolare il FRESCAN, che dava quella sovrastruttura alta e squadrata, a 'grattacielo', così caratteristica della nave. Si trattava di un radar a scansione elettronica antenato dell'AEGIS, ma dal funzionamento tutto sommato non soddisfacente, se alla fine degli anni '70 venne rimosso e sostituito con sistemi elettronici convenzionali. I pannelli ancora visibili sulla sua sovrastruttura erano in realtà corazze in kevlar per la protezione della plancia. A questo si aggiunga che si trattava anche del primo incrociatore nucleare, con i conseguenti vantaggi pratici. Mentre gli americani riuscivano a costruire una nave antesignana dell'AEGIS seppure con i sistemi elettronici disponibili negli anni '50, e anzi, superare teoricamente le navi più recenti con una dotazione di 168 missili SAM e motore nucleare, i Sovietici, su di una nave dalle dimensioni del tutto simili (circa 220 m e 20.000 t) fallirono l'integrazione del pur modesto sistema SA-2 terrestre. Anche se il Long Beach rimase esemplare unico, la differenza tecnologica era evidente. I Sovietici, che non sarebbero mai riusciti a far funzionare un radar di scoperta analogo (lo 'Sky Watch' si è rivelato un fallimento) nemmeno decenni dopo, non ebbero molto da fare se non convenire sulla realtà delle cose. La conversione dei grossi incrociatori 'Sverdlov', che pure erano disponibili un parecchi esemplari e di base, dalle caratteristiche superate ma con molto spazio per gli aggiornamento, venne abbandonata e l'unica convertita nel Pr.70E passò in riserva negli anni successivi. Per i Sovietici rimase solo una strada: mentre gli americani avrebbero potuto integrare le loro difese navali contro un attacco aereo, con navi capaci di proteggere grandi formazioni con la loro elettronica, le unità russe avrebbero dovuto disperdersi e affrontare gli attacchi ognuna pienamente libera (se non altro) di sfruttare le sue risorse. Questo era un problema per grandi formazioni, ma non era il caso di quelle sovietiche, che non formavano certo Carrier Group. Ogni nave era se non altro libera dalla preoccupazione di proteggere le altre (eccetto le unità da sbarco o ausiliarie) e questo, seppure meno efficiente, semplificava i sistemi di comando e controllo.