Missione a Israele/Paolo e Gesù: differenze tra le versioni

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== ''"A uno lo Spirito concede il dono di far guarigioni": Opere e Potenza'' ==
La convocazione della ''ekklēsia'' a Corinto deve essere stata una scena alquanto tribolata. La lettera di Paolo ce ne dà un'idea: divisione e confronto («Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!» {{passo biblico2|1Corinzi|1:12}}); dispute riguardo a se si potesse mangiare cibo precedentemente offerto a idoli — alcuni pensavano di sì, altri di no, e altri ancora si sentivano moralmente nauseati ({{passo biblico|1Corinzi|8:1-13}}); rifiuto di condividere cibo al pasto eucaristico comune ("Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere?" {{passo biblico|1Corinzi|11:22}}). Il loro comportamento era così cattivo, che Paolo si scalda e ammonisce: "È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti" ({{passo biblico|1Corinzi|11:30}}). Alcuni membri, fiduciosi della sapienza a loro rivelata, continuarono a comportarsi alla vecchia maniera anche dopo il battesimo, bevendo in eccesso, fornicando, rubando, adorando gli antichi dei ("Con questi tali non dovete neanche mangiare insieme!" {{passo biblico|1Corinzi|5:11}}). Mentre alcuni profetizzavano, altri farneticavano con discorsi incomprensibili, in ''[[w:glossolalia|glossolalia]]'' ("Se, per esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi?" {{passo biblico|1Corinzi|14:23}}).
La convocazione della ''ekklēsia'' a Corinto deve essere stata una scena alquanto tribolata.
 
Nonostante li loro difetti e la loro confusione, questi Gentili, sosteneva Paolo, erano stati ricolmi dello spirito di Dio. Ispirati, erano quindi parimenti potenziati:
{{q|Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro ''il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli''[letteralmente, "opere di potenze"]; a un altro il dono della ''profezia''; a un altro il dono di ''distinguere gli spiriti''; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.|{{passo biblico2|1Corinzi|12:4-11}}}}
Lo spirito era giunto a questi Gentili tramite il battesimo, diceva Paolo, incorporandoli quindi nel "corpo di Cristo" di cui erano i membri individuali: "Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra" ({{passo biblico2|1Corinzi|12:13-14}}). Ed è questo spirito, da Dio, tramite Cristo, che permette loro di operare tali atti carismatici.
 
Nel Vangelo di Matteo, forse quaranta anni dopo la lettera di Paolo, troviamo una simile collocazione di azioni attribuite ai successivi seguaci di Gesù. Da notare, queste azioni non attestano la loro appartenenza alla vera comunità. Al contrario: in questo episodio, verso la fine del Sermone della Montagna, il Gesù di Matteo ammonisce di quello che dirà a certi cristiani, nonostante le loro azioni carismatiche, quando li incontrerà nel Giudizio finale:
{{q|Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, ''non abbiamo noi profetato'' nel tuo nome e ''cacciato demòni'' nel tuo nome e ''compiuto molti miracoli'' nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità".|{{passo biblico2|Matteo|7:21-23}}}}
Il potere di guarire, profetizzare, e fare miracoli non non è si autentica da sé, come potrebbe sembrare dal brano di Paolo. Qui Matteo dice invece che questo potere – che lui, o il suo Gesù, non disputa (il passo ''non'' dice "Signore, non abbiamo forse fatto potenti opere in tuo nome?" "No, voi pensaste di farle, ma in realtà non fu così") – non sistema un bel nulla. Lo ''status'' religioso o spirituale della persona deve basarsi su altri criteri.
 
Gli scribi nel Vengelo di Marco avevano pensato di Gesù in modo simile ({{passo biblico2|Marco|3:22-27}}. Quando Matteo ripete e aggiusta la stessa storia, gli "scribi" diventano "Farisei"; Luca dice semplicemente "alcuni", {{passo biblico2|Matteo|12:22-37}}; {{passo biblico2|Luca|11:14-23}}). Secondo Marco, Gesù aveva viaggiato per tutta la Galilea cacciando demoni; sanando i febbricitanti, i posseduti, e coloro che soffrivanio di varie malattie; curando un lebbroso, un paralitico, e un uomo con la mano avvizzita; e infine nominando "dodici" a predicare e cacciare demoni a loro volta ({{passo biblico2|Marco|3:14-15}}).