Storia della letteratura italiana/Crepuscolarismo: differenze tra le versioni
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Il 1º settembre 1910 appare sul quotidiano ''La Stampa'' una recensione del critico Giuseppe Antonio Borgese alle liriche di Marino Moretti, Fausto Maria Martini e Carlo Chiaves, dal titolo ''Poesia crepuscolare''. La metafora del crepuscolo
Negli stessi anni in cui si diffonde uno spirito di rivolta fondato sul vitalismo e sull'individualismo, propenso a vedere nell'intellettuale e nello scrittore il protagonista della storia e il creatore delle forze dell'avvenire, si sviluppano anche esperienze poetiche
== Caratteristiche ==
Gli aspetti più banali della vita, privi di ogni ornamento e liberi dal peso della tradizione, sono accomunati dal bisogno di compianto e di confessione, dal rimpianto per i valori tradizionali persi e da una perenne insoddisfazione che non si sfoga in ribellione ma cerca solamente tranquilli angoli del mondo e luoghi conosciuti dell'anima in cui rifugiarsi. Inoltre, i crepuscolari rifiutano la poetica celebrativa di Carducci e l'esasperato estetismo di D'Annunzio.
Uno dei primi crepuscolari, [[../Futurismo#Corrado Govoni|Corrado Govoni]], in una lettera del 1904 inviata all'amico Gian Pietro Lucini, offre un esempio dei temi di questa poesia:
{{quote|Ho sempre amato le cose tristi, la musica girovaga, i canti d'amore cantati dai vecchi nelle osterie, le preghiere delle suore, i mendichi pittorescamente stracciati e malati, i convalescenti, gli autunni melanconici pieni di addii, le primavere nei collegi quasi timorose, le campane magnetiche, le chiese dove piangono indifferentemente i ceri, le rose che si sfogliano sugli altarini nei canti delle vie deserte in cui cresce l'erba; tutte le cose tristi della religione, le cose tristi dell'amore, le cose tristi del lavoro, le cose tristi delle miserie.}}
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A questi contenuti corrisponde una coerente scelta linguistica. I crepuscolari tendono a ridurre la poesia a prosa e cercano un verso che, pur mantenendo il ritmo poetico, rompa con la metrica tradizionale e rimanga nell'ambito della prosa. Questo desiderio di un linguaggio prosastico e privo di ogni forma aulica e classicistica conduce alla piena affermazione del verso libero.<ref name="Ferroni863" />
Tra il 1899 e il 1904 nascono i primi testi crepuscolari a opera di un gruppo romano raccolto intorno a Tito Marrone,
== Le raccolte ==
La produzione dei crepuscolari si concentra principalmente nel primo decennio del XX secolo e si esaurisce lentamente nel corso degli anni dieci. Di seguito si riporta l'elenco cronologico delle opere dei poeti crepuscolari ricostruito da Giuseppe Farinelli:<ref>{{cita libro | Giuseppe | Farinelli | Perché tu mi dici poeta?, Storia e poesia del movimento crepuscolare | 2005 | Carocci | Roma | p=33 }}</ref>
▲| 1899 || ''Cesellature'' di Tito Marrone
▲| 1901 || ''Le gemme e gli spettri'' e ''Le rime del commiato'' di Tito Marrone
▲| 1903 || ''Le fiale'' e ''Armonia in grigio et in silenzio'' di Corrado Govoni;<br /> ''Tutti li angioli piangeranno'' di Giulio Gianelli
▲| 1904 || ''Liriche'' di Tito Marrone;<br /> ''Mentre l'esilio dura'' di Giulio Gianelli;<br /> ''Dolcezze'' di Sergio Corazzini
▲| 1905 || ''Fuochi d'artifizio'' di Corrado Govoni;<br /> ''L'amaro calice'' e ''Le aureole'' di Sergio Corazzini;<br /> ''Fraternità'' di Marino Moretti;<br /> ''I cavalli bianchi'' di Aldo Palazzeschi
▲| 1906 || ''Piccolo libro inutile'' e ''Libro per la sera della domenica'' di Sergio Corazzini;<br /> ''Le piccole foglie morte'' di Fausto Maria Martini
▲| 1907 || ''Gli aborti'' di Corrado Govoni;<br /> ''Panem nostrum'' di Fausto Maria Martini;<br /> ''Lanterna'' di Aldo Palazzeschi;<br /> ''La via del rifugio'' di Guido Gozzano;<br /> ''La rinunzia'' e ''Un giorno'' di Carlo Vallini
▲| 1908 || ''Intimi vangeli'' di Giulio Gianelli;<br /> ''La serenata delle zanzare'' di Marino Moretti
▲| 1909 || ''Liriche'' di Sergio Corazzini;<br /> ''Poemi'' di Aldo Palazzeschi;<br /> ''Canti brevi'' di Nino Oxilia
▲| 1910 || ''Poesie provinciali'' di Fausto Maria Martini;<br /> ''Poesie scritte col lapis'' di Marino Moretti;<br /> ''Sogno e ironia'' di Carlo Chiaves; ''L'incendiario'' di Aldo Palazzeschi
▲| 1911 || ''Poesie elettriche'' di Corrado Govoni;<br /> ''Poesie di tutti i giorni'' di Marino Moretti;<br /> ''I colloqui'' di Guido Gozzano
▲| 1913 || ''L'incendiario II'' di Aldo Palazzeschi
▲| 1915 || ''L'inaugurazione della primavera'' di Corrado Govoni;<br /> ''Il giardino dei frutti'' di Marino Moretti
▲| 1918 || ''Gli orti'' di Nino Oxilia
A questo elenco occorre aggiungere le raccolte inedite di Tito Marrone ''
== Sergio Corazzini ==
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[[File:Sergio Corazzini.jpg|thumb|Sergio Corazzini]]
Tra i primi testi che possono essere definito "crepuscolari" ci sono le raccolte di Sergio Corazzini (Roma, 6 febbraio 1886 – Roma, 17 giugno 1907). Durante la sua breve esistenza, minata dalla tubercolosi, Corazzini è stato impiegato presso una compagnia di assicurazioni,
Nelle sue composizioni Corazzini sperimenta in modo audace il verso libero
== Guido Gozzano ==
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[[File:Marino Moretti.jpg|thumb|Marino Moretti]]
Marino Moretti nasce a Cesenatico il 18 luglio 1885 in una famiglia piccolo-borghese. Trascorre un'infanzia difficile, e nel 1901 si trasferisce a Firenze, dove stringe amicizia con Palazzeschi. Esordisce come poeta nel 1905
Lontano dai modelli culturali in voga in quegli anni, Moretti all'inizio guarda al modello di Pascoli, di cui tenta di riprendere il linguaggio dell'intimità e delle cose concrete. Rimane tuttavia estraneo all'idealizzazione delle piccole cose, e non segue alcuna ricerca di sensi nascosti. Le sue raccolte pubblicate negli anni dieci sono segnate dal vuoto totale e dall'abbandono di ogni valore. Il poeta non partecipa al dibattito culturale, non ha mezzi tecnici e non ha neanche capacità di vita. I suoi versi sono permeati da una malinconica rassegnazione, con un linguaggio neutro in cui i richiami letterari sono ridotti al minimo. Su questa base, Moretti costruisce una leggera melodia, che è al tempo stesso cinica ma affettuosa.<ref name="Ferroni867" />▼
▲Lontano dai modelli culturali in voga in quegli anni, Moretti all'inizio guarda
== Note ==
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