Torah per sempre/Demografia contro ragione: il futuro della religione ebraica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
capitolo e wikibook completati
mNessun oggetto della modifica
Riga 123:
 
Desidero quindi concludere questo mio ultimo capitolo con una bella e interessante lettera del poeta e drammaturgo austriaco [[w:Rainer Maria Rilke|Rainer Maria Rilke]] all'amica Ilse Erdman:
{{q|''Cara Ilse,<br/>[...] Al di fuori di una poesia, di un quadro, di una metafora, di una architettura o di una musica, la sicurezza si può raggiungere forse solo a costo di una ben precisa limitazione di sé, chiudendosi nel recinto di una porzione di mondo che si conosce e si è scelta, in un ambiente che ci è noto e comprensibile, nel quale sia possibile disporre di sé in modo efficace e immediato. Ma possiamo davvero desiderare una condizione del genere? La nostra sicurezza deve invece in qualche modo trasformarsi in una relazione con il tutto, con il mondo nel suo complesso; essere sicuri per noi significa conoscere l'innocenza del torto e accettare la capacità del dolore di tramutarsi in forma; significa rifiutare i nomi per onorare, come fossero nostri ospiti, i singoli collegamenti e legami che il destino nasconde dietro ogni nome; significa nutrimento e rinuncia fino a sprofondare nello spirito, [...] significa non sospettare di nulla, non tenere nulla a distanza, non considerare nulla come un Altro irriducibile, significa spingersi oltre ogni concetto di proprietà e vivere di acquisizioni spirituali e mai di possessi reali [...]. Questa sicurezza tutta da osare accomuna le ascese e le cadute della nostra vita e in questo modo dona loro un senso. Accogliere la vastità dell'insicurezza: in un'infinita insicurezza anche la sicurezza diviene infinita. [...].<ref>R.M. Rilke, ''La vita comincia ogni giorno'', L'orma, 2017, p. 53.</ref>}}
 
== Note ==