Storia della letteratura italiana/Dante Alighieri: differenze tra le versioni
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Dante Alighieri è stato il più grande letterato italiano
Nella natia Firenze Dante matura, accanto ai più importanti letterati del suo tempo (come Guido Cavalcanti), la sua formazione poetica.
== La vita ==
[[File:Bargello - Kapelle Fresko 2a.jpg|thumb|left|Dante Alighieri in un affresco di Giotto conservato al Museo del Bargello di Firenze]]
Dante nasce tra il maggio e il giugno del 1265 a Firenze, figlio di Alighiero di Bellincione e di donna Bella. La sua è una famiglia di parte guelfa appartenente alla piccola nobiltà cittadina (anche se le origini aristocratiche vantate da Dante sono oggi messe in dubbio). Poco si conosce sulle prime fasi della sua vita. Riceve con ogni probabilità un'educazione accurata: nel canto XV dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'' dice di essere stato allievo di [[../Brunetto Latini|Brunetto Latini]]. Inizia presto a comporre poesie e subisce sicuramente l'influsso dei provenzali, dei siciliani, di
A partire dal 1295 Dante partecipa alla vita politica della città.
Tra il giugno e l'agosto del 1300 è eletto tra i priori, la massima magistratura prevista dall'ordinamento cittadino. In questo ruolo appoggia l'esilio per i capi dei due partiti, tra cui c'è anche Cavalcanti. Nell'ottobre del 1301 partecipa a
Un momento importante nella vita di Dante coincide con l'elezione di Arrigo VII di Lussemburgo a imperatore nel 1308. Il sovrano intende ripristinare l'autorità imperiale sull'Italia, accendendo nell'animo di molti le speranze di una nuova era di pace e giustizia. Dante probabilmente assiste all'incoronazione dell'imperatore a Milano nel 1310 e scrive varie epistole allo scopo di favorire la sua impresa. Tuttavia queste speranze si spengono con l'improvvisa morte di Arrigo VII nel 1313. Nel
Il suo esilio prosegue in altre città italiane: è di nuovo a Verona, presso
== La ''Vita nuova'' ==
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La ''Vita nuova'' è una raccolta di rime giovanili accompagnate da un commento e un'interpretazione in prosa, entrambi scritti dall'autore stesso. Spesso chiamata ''libello'', si pensa che le poesie della ''Vita nuova'' siano state selezionate e messe insieme dopo la morte di Beatrice, quindi tra il 1291 e il 1296. Alcune liriche sarebbero tuttavia precedenti: Dante ha iniziato a scriverle nel 1286, dapprima per varie donne e poi, in un secondo momento, per '''Beatrice'''. Lo schema dell'opera riprende un modello molto diffuso nella letteratura latina medievale, quello del ''De consolatione philosophiae'' di Boezio. Il risultato è un romanzo in cui brani di prosa sono intervallati da sonetti e canzoni, secondo il modello delle ''rezos'' provenzali.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=92}}</ref>
Vi si trova l'ideale storia d'amore tra la donna e il poeta, narrata secondo
{{trama libro|testo=Dante incontra per la prima volta Beatrice a nove anni, provando da subito un sentimento d'amore. La rivede quando è diciottenne e ne riceve il saluto, dal quale gli sembra di ottenere la beatitudine.
Il libro è suddivisibile in tre parti: nella prima si descrivono gli effetti dell'amore sull'innamorato, la seconda è dedicata alla lode di Beatrice e il terzo alla sua morte.<ref name="Baldi4">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dante | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=4 }}</ref> Lo stesso poeta avvisa che il nome della donna è reale ma ha anche una valenza simbolica: l'amata è infatti in grado di donare beatitudine. Secondo i commentatori antichi è forse da identificare con una certa Bice de' Portinari, figlia di Folco Portinari e moglie di Simone dei Bardi. L'amore per lei viene posto da Dante come fulcro di tutta la sua vita sentimentale e intellettuale. Da un lato viene presentato come l'evento centrale della sua giovinezza, dall'altro segna l'evoluzione della sua poetica da una fase toscana all'accettazione dello stilnovismo, in modi però del tutto originali.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=93}}</ref> Lo stesso titolo, ''Vita nuova'', sottolinea il rinnovamento spirituale avvenuto nell'esistenza del poeta grazie a questo amore eccezionale.
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=== Le rime giovanili: dai modi toscani allo stilnovo ===
[[File:Dante Gabriel Rossetti Beata Beatrix Pastel 1872.jpg|thumb|Dante Gabriel Rossetti, Beata Beatrix, dipinto a olio, 1872, Chicago Art Institute]]
Come si è visto, oltre a quelle confluite nella ''Vita nuova'', Dante compone in gioventù altre poesie. Alcune seguono i modi toscani, altre invece risentono dello
A queste si aggiunge la cosiddetta "tenzone" con l'amico Forese Donati. Sono sei sonetti, tre dei quali scritti da Dante e tre da Donati, contenenti scambi reciproci di accuse e ingiurie. Sono molto probabilmente il risultato di un esercizio letterario, che segue lo schema della tenzone e i modelli della letteratura comico-realistica. In ogni caso, Dante dimostra una forte carica virulenta e una grande capacità di rappresentazione, ben superiore
=== Le "rime petrose" ===
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== Il ''De vulgari eloquentia'' ==
[[File:De vulgari eloquentia.tif|thumb|Una copia del 1577 del ''De vulgari eloquentia'']]
Nel ''De vulgari eloquentia'' Dante approfondisce le tematiche linguistiche e letterarie già presenti nel ''Convivio'', di cui è contemporaneo. Originariamente prevedeva quattro libri, ma ci sono giunti solo il primo, completo, e tredici capitoli del secondo, più parte del quattordicesimo. La lingua scelta è il latino, la più diffusa nell'ambiente dotto
Fin dal primo libro, Dante sofferma la propria attenzione sul volgare italiano, la lingua del sì. Vengono individuati quattordici dialetti, sette dei quali sono a est dell'Appennino e sette a ovest. Nessuno di questi, però, può assurgere al rango di lingua letteraria, adatta all'ideale di poesia alta che aveva attraversato tutta la cultura italiana del Duecento. D'altra parte, la stessa frammentazione politica della penisola impedisce il sorgere di una simile lingua. Sarebbe infatti necessario che tutti gli intellettuali italiani si riunissero in un'unica corte.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=98 }}</ref>
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=== Il genere e i modelli ===
Nell'epistola a
Nella ''Divina Commedia'' è possibile riconoscere la coesistenza di vari generi. Con il suo poema Dante vuole
Per ideare la struttura della sua grande opera Dante riprende i modelli diffusi nella cultura medievale. Certamente i primi riferimenti sono la Bibbia e il libro VI dell<nowiki>'</nowiki>''Eneide'' di Virgilio, in cui Enea discende agli inferi e riceve delle rivelazioni profetiche dalle ombre dei defunti. Per la ricostruzione dell'aldilà ha probabilmente usato come fonti alcuni scritti mistici, come la ''Visione di San Paolo'', la ''Navigazione di San Brandano'', il ''Purgatorio di San Patrizio'', il ''Libro delle Tre Scritture'' di Bovesin De La Riva, il ''De Jerusalem coelesti'' e il ''De Babilonia civitate infernali'' (entrambi di Giacomino Veronese). A questi si possono aggiungere il ''Roman de la Rose'' e i due poemi didascalici di Brunetto Latini, il ''
=== Le basi filosofiche e culturali ===
La rappresentazione dantesca dei regni celesti trae spunto dalla concezione aristotelico-tolemaica del cosmo. La Terra si trova al centro dell'universo, avvolta dalle sfere dell'aria e del fuoco e dai nove cieli, mossi dall'amore per Dio, che si trova nell'empireo. Il pianeta è suddiviso in due emisferi: al centro di quello boreale (compreso tra il Gange e le colonne d'Ercole) si trova Gerusalemme, ai cui antipodi, nell'emisfero australe, è situata invece la montagna del purgatorio, col paradiso terrestre in cima; l'inferno è una cavità conica situata sotto Gerusalemme, all'opposto del purgatorio.
I fondamenti filosofici della ''Commedia'' derivano invece dalla scolastica, e in particolare dal pensiero di Tommaso d'Aquino, che nella sua ''Summa theologiae'' aveva compiuto una sintesi tra cristianesimo e aristotelismo. Oltre a questo filone che tenta di fondare la fede su basi razionali, sulla scorta di Aristotele, è però riconoscibile anche un afflato mistico ispirato ad Agostino d'Ippona. Il viaggio nell'aldilà non è quindi solo un percorso intellettuale ma uno slancio mistico che porta ad annullarsi in Dio.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dante | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=11 }}</ref> Questo percorso è rimarcato dalla successione delle tre guide che Dante ha durante il viaggio. Nell'inferno e nel purgatorio è accompagnato da Virgilio, allegoria della ragione. Questa da sola non può però raggiungere le vette della conoscenza divina e a partire dal paradiso terrestre deve quindi lasciare il posto alla teologia, personificata da Beatrice. Per giungere
Sullo sfondo c'è l'incrollabile fede che Dante ha di possedere la verità. Secondo la visione tipicamente medievale del mondo, la conoscenza non è ricerca di sapere, poiché la Rivelazione ha già spiegato tutto. L'uomo non deve cercare nuove conoscenze, ma semplicemente adeguarsi a un bagaglio di nozioni che sono già date. È invece folle chi cerca di investigare, con la sola ragione, i misteri di Dio che sono di per sé inconoscibili. L'universo inoltre è retto da un ordine mirabile, in cui tutto trova la sua giustificazione e il suo fine nella volontà di Dio. Elementi tra di loro contrastanti esistono e hanno un senso proprio perché sono inseriti in questo ordine divino. Allo stesso modo il poema di Dante si pone come un'imitazione del «libro di Dio», e può registrare ogni aspetto della realtà, dai più bassi e umili ai più elevati e sublimi.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dante | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp=11-12 }}</ref>
=== Trama e struttura dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno'' ===
[[File:Gustave Doré - Dante Alighieri - Inferno - Plate 1 (I found myself within a forest dark...).jpg|thumb|Dante nella selva oscura (''Inferno'',
Passiamo ora ad analizzare trama e struttura di ciascuna cantica, a cominciare dall<nowiki>'</nowiki>''Inferno''.
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=== Trama e struttura del ''Purgatorio'' ===
[[File:Pur 24.jpg|thumb|Dante e Virgilio si congedano dalle anime dei golosi (''Purgatorio'',
Il purgatorio è un monte altissimo che si trova agli antipodi di Gerusalemme, nel mezzo dell'oceano. Ha un forma tronco-conica e si è formato dalla terra che si è spostata nel momento in cui è nato l'inferno. Usciti all'aperto, Dante e Virgilio si ritrovano
Alle pendici del monte è posto un antipurgatorio, in cui sostano le anime in attesa che inizi il cammino di purificazione. Vi si trovano gli scomunicati, i pigri a pentirsi, i morti di morte violenta, i principi negligenti. La purificazione avviene nel purgatorio, a cui si accede dopo aver superato una porta custodita da angeli. Il monte è diviso in sette cornici, che ne percorrono i fianchi e corrispondono ai sette vizi capitali. Anche in purgatorio, come all'inferno, vale la legge del contrappasso. Le colpe in questo caso sono classificate secondo la dottrina dantesca dell'Amore, che distingue in:
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=== Trama e struttura del ''Paradiso'' ===
[[File:Paradiso Canto 31.jpg|thumb|Dante e Beatrice davanti alla Candida Rosa (''Paradiso'',
Nel paradiso si conclude il viaggio di Dante. Nel mondo della ''Commedia'', la terra ha forma sferica e occupa il centro del sistema. Sopra la sfera terrestre si trova la sfera del fuoco, che a sua volta è sovrastata da un sistema di nove sfere celesti. Ciascuna di esse è in movimento, è occupata da un pianeta o da una stella ed è abitata da una diversa schiera di angeli. Tutte queste sfere sono circondate dall'Empireo, che è la sede di Dio e che imprime il movimento a tutti gli altri cieli.
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Nei primi tre si trovano le anime di quanti hanno praticato la virtù teologale della temperanza e che quindi hanno moderato le passioni. I cieli dal IV al VI ospitano le virtù della prudenza, della fortezza e della giustizia. Nel VII cielo ci sono infine gli spiriti che si sono dedicati alla vita contemplativa. È importante sottolineare che questa distinzione non comporta gradi diversi di beatitudine. Ogni anima occupa la posizione voluta per lei da Dio, e quindi ognuna di esse è appagata in quanto partecipa della volontà divina.
Nel cielo delle Stelle fisse Dante assiste al trionfo di Cristo e di Maria, celebrato da tutti i santi. Deve anche sostenere un esame teologico su fede, speranza e carità condotto dagli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Nel cielo del Primo Mobile, il più veloce, Dante vede Dio rappresentato come un punto luminoso, circondato da nove cerchi di luce, che corrispondono alle nove schiere angeliche. Da qui il poeta passa all'Empireo, dove vede le anime come saranno dopo il giudizio universale. Vestite di bianco, siedono in un enorme anfiteatro, la «
Beatrice torna quindi a occupare il suo posto ed è sostituita da san Bernardo, che prega la Vergine di intercedere per Dante presso Dio. Seguendo la luce divina, il poeta si fonde con Dio e arriva a comprendere i suoi misteri.
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=== Tecniche narrative ===
[[File:Gustave Dore Inferno2.jpg|thumb|Virgilio affronta i diavoli nella quinta bolgia dell'ottavo cerchio (''Inferno'',
La ''Commedia'' è un'opera narrativa, raccontata in prima persona da Dante (è quindi un '''racconto autodiegetico'''). Del poema Dante è allo stesso tempo autore (''auctor'') e protagonista dell'azione (''agens''), ed è investito della missione di ammonire i suoi contemporanei riferendo ciò che solo lui, consapevole di questo suo compito, ha avuto il privilegio di vedere.
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