Storia della letteratura italiana/Nascita della prosa volgare: differenze tra le versioni
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Nel Duecento il latino e il francese continuano a essere considerate le lingue più adatte alla composizione letteraria. La prosa in volgare, rispetto alla poesia, si sviluppa quindi con un certo ritardo. Il primo a fornire i nuovi modelli per il volgare è il grammatico bolognese Guido
Al Trecento risale una raccolta di novelle con finalità morali e pedagogiche scritte in volgare fiorentino, di autore anonimo, intitolata il ''Novellino''.
== Le prose dottrinali e morali ==
Cospicui sono gli scritti di carattere dottrinale e morale che vengono composti in volgare e in francese, come il ''Libro della composizione del mondo'' di Restoro d'Arezzo (seconda metà XIII secolo), una
Le opere più importanti sono però il ''Trésor'' (''Li livres dou Trésor'') di [[../Brunetto Latini|Brunetto Latini]], scritto in lingua d'oïl ma poi tradotto in volgare in due edizioni, e, dello stesso autore, ''Il Tesoretto'', un poema allegorico-didattico rimasto incompiuto ricalcato sul ''Roman de la rose''. [[../Dante Alighieri|Dante]] considererà una fonte preziosa per la sua ''Commedia'', citandolo come maestro ideale nel XV canto dell<nowiki>'</nowiki>''Inferno''.
Molte altre prose del Duecento sono
Altri esempi
== Le prose retoriche ==
Di maggiore valore letterario sono alcune opere di carattere retorico che vedono un innalzamento dell'espressione letteraria e un certo sforzo artistico nel raffinare le forme dialettali, come nella ''Rettorica'' di Brunetto Latini, nel ''Fiore di rettoricas'' erroneamente attribuito a Guidotto da Bologna ma opera di Bono Giamboni, e soprattutto le trentasei ''Lettere'' di
== La novellistica ==
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=== Il ''Novellino'' ===
{{vedi source|Novellino}}
Il ''Novellino'' o ''Le cento novelle antiche'' è una silloge di cento brevi novelle che contengono racconti biblici, leggende cavalleresche o di carattere mitologico scritte da un autore ignoto verso la fine del
Fin dalla prima novella, l'autore chiarisce che si rivolge a «cuori gentili e nobili», allo scopo di fornire loro modelli di cortesia a cui conformarsi. Il libro tuttavia, oltre a raccogliere frasi e aneddoti di epoca antica e moderna, indugia sulla figura del re Federico II, mostrando un orientamento politico favorevole alla fazione ghibellina e un attaccamento all'ideale cortese di cui il sovrano era considerato un modello.
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== Storiografia ==
Sono esempi la ''Cronique des Veniciens'' di Martino Canal (seconda metà del XIII secolo), redatta in francese, che
== Marco Polo e il ''Milione'' ==
{{vedi source|Milione}}
[[File:Marco Polo at the Kublai Khan.JPG|thumb|Marco Polo e il Gran Khan in una miniatura di un'edizione del ''Milione'']]
Nato a Venezia nel 1254 in una famiglia di mercanti, Marco Polo dal 1271 al 1295 compie
''Il libro di Marco Polo detto Milion'', più semplicemente noto come il ''Milione'', ha conosciuto grande fortuna ed è stato tradotto in toscano, in francese (versione attribuita a un ignoto copista chiamato Grégoire) e latino (a opera del frate Francesco Pipino da Bologna). Del testo ci sono giunte quindi diverse versioni, raccolte in vari codici. Il principale è però il manoscritto 1116 conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi e scritto in una lingua franco-italiana. Si ritiene che questo sia il testo più vicino all'originale composto da Rustichello, che è andato perduto e che doveva essere stato redatto a partire da alcuni appunti di Marco Polo in francese ma con elementi veneti.<ref>{{cita libro|autore=Marco Polo|titolo=Il Milione|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1990|pp=17-20|altri=scritto in italiano da Maria Bellonci}}</ref>
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