Caccia tattici in azione/USAAF-5: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia
mNessun oggetto della modifica
Riga 371:
 
====I consigli di Kit Carson====
La prima impressione è quella che conta. Kit Carson disse del Mustang: ''Aveva l'aspetto di una macchina competente: solido, pulito, pratico. Mi piaceva soprattutto il carrello a zampe larghe.. non c'era il pericolo che ti tradisse cappottando, magari con il vento al traverso''. ''L'elica quadripala era una novità per me: silenzioso simbolo di potenza''. Carson andò all'estremità dell'ala e la scosse cercando di farla dondolare con tutte le sue forze. La trovò rigida. ''Bene. Io odio quelle alucce elastiche che fingono di essere rigide (a chi si sarà riferito? Certo non al robusto P-39, forse allo Spitfire?). Salito sull'aereo, controllato tutto, ossigeno, freno inserito ecc, inserimento batterie e così via. Al primo tentativo (il Mustang non aveva modelli biposto, così era necessario esordire da soli) di accensione solo due o tre cilindri si accesero, ma non bastarono a muovere l'elica da 154 kg (nemmeno molti, la Rotol tripala dello Spitfire pesava ben 227 kg). Al secondo tentativo, lentamente, due-tre dei cilindri si accesero per volta e alla fine l'aereo si ritrovò con il motore a 1.200 giri, sebbene fosse ancora 'fiacco' a tale basso regime, sferragliando e scoppiettando abbondantemente per via dell'incrocio tra valvole di aspirazione e scarico. A 2.300 giri per scaldare l'aereo, 1.500 giri, poi autorizzazione al decollo con rullaggio un po' a zig-zag. Sopra le 60 mph il timone faceva effetto e contrastava la coppia dell'elica. Sollevato il ruotino di coda, la visibilità è migliorata con il muso in orizzontale; a 3.000 giri/min il motore ruggiva sonoramente, e l'aereo si stacca da terra.'' Kit Carson ricorderà quel primo incontro con il P-51B Mustang, il 28 dicembre 1943. Era nata una grande passione rimasta nei decenni successivi per questo potente caccia, che il campagnolo dello Iowa (Leonard Carson è il suo vero nome, arruolatosi l'anno prima e già esperto sui vari PT-22, BT-33 e AT-6, P-40 e P-39) non dimenticò mai.
 
Passò l'Atlantico sulla QUEEN ELIZABETH. Una rapida traversata di appena 5 giorni e mezzo. Il transatlantico britannico era così veloce che nessuna unità di scorta poteva stargli dietro (non per un percorso così lungo, almeno), e portare ben 14.000 persone per ogni traversata. Nessun sommergibile era in grado di attaccarla, anche se poteva sempre tenderle un agguato in qualche punto strategico, dove si spera vi fossero abbondanti navi di scorta, almeno costiere. Di fatto, questo transatlantico (a differenza di quelli che operarono in Mediterraneo, tre dei quali affondati dall'HMS Upholder) rimase invulnerabile agli attacchi dei sottomarini, anche se poteva sempre essere attaccato dagli aerei, e se sì, sarebbe stata una perdita ben maggiore persino del Titanic. Diventato sottotenente a 10 dollari al mese più supplemento di 75 dollari per l'impiego in guerra, Carson divenne un pilota dell'USAAF basata in Gran Bretagna, nel Suffolk. Carson si impratichì subito del caccia, trovandolo eccezionale per accelerazione e velocità. Poi, in missioni che duravano anche 7 ore, scortava i bombardieri. Stranamente, la RAF usò invece i suoi Mustang Mk I come aerei da cooperazione con l'esercito (24 squadroni) e poi i 1.800 Mk III e IV con il Merlin in altri 21 squadroni della II TAF e sette nel Mediterraneo, fino al novembre 1946.