Storia della filosofia/Duns Scoto: differenze tra le versioni
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Poco si sa di Duns Scoto, se si escludono le sue opere. Si pensa che sia nato tra il 1265 e il 1266, in una famiglia importante della regione. Duns Scoto ricevette l'abito religioso dei frati minori a Dumfries, dove suo zio, Elias Duns, era guardiano.<ref>{{cita web|url=http://www.duns.bordernet.co.uk/history/dunsscotus.html|opera=Duns, Scotland|titolo=People of Note: John Duns Scotus|archive-url=https://web.archive.org/web/20070927015131/http://www.duns.bordernet.co.uk/history/dunsscotus.html|archive-data=27 September 2007|url-status=dead}}</ref>
La prima data certa della sua vita è quella della sua ordinazione sacerdotale a St Andrew's, Northampton, in Inghilterra, il 17 marzo 1291. L'età canonica minima per ricevere gli ordini sacri era 25 anni e si presume generalmente che sarebbe stato ordinato non appena gli fosse stato permesso.<ref>Williams 2002, [https://books.google.com/books?id=VRV9Tr_A-98C&lpg=PP1&pg=PA2#v=onepage&q&f=false p. 2]</ref><ref>{{cita web |last=Brampton |first=C. K. |titolo=Duns Scotus at Oxford, 1288–1301 |journal=Franciscan Studies |anno=1964 |volume=24 |issue=Annual II |pages=5–20}}</ref> Il fatto che i suoi contemporanei lo chiamassero Johannes Duns, seguendo la pratica medievale di chiamare le persone con il loro nome cristiano seguito dal loro luogo di origine, suggerisce che provenisse da Duns, nel Berwickshire, in Scozia.
Secondo la tradizione, Duns Scoto fu educato in uno studium francescano, dietro la chiesa di St Ebbe a Oxford, dove si erano trasferiti i frati minori quando l'università di Parigi fu dispersa nel 1229–30. A quel tempo vi sarebbero state circa 270 persone, di cui circa 80 sarebbero stati frati.
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La principale opera di Duns Scoto è il suo commento alle ''Sentenze'' di Pietro Lombardo, che contiene quasi tutte le opinioni filosofiche e gli argomenti per i quali è ben noto, inclusa l'univocità dell'essere, la distinzione formale, inferiore all'unità numerica, la natura individuale o ecceità, la sua critica alla teoria dell'illuminazione divina sostenuta da Enrico di Gand e il suo famoso argomento per l'esistenza di Dio. Del suo commento esistono diverse versioni. La versione di riferimento è l'''Ordinatio'' (noto anche come ''Opus oxoniense''), una versione rivista delle lezioni tenute a Oxford. La revisione iniziale fu probabilmente iniziata nell'estate del 1300. Era ancora incompleta quando Scoto partì per Parigi nel 1302. Anche le lezioni originali furono trascritte e recentemente pubblicate come ''Lectura''.
Le altre due versioni dell'opera sono gli appunti di Scoto per le conferenze di Oxford, recentemente pubblicate sotto al titolo ''Lectura'', il cui primo libro fu probabilmente scritto a Oxford alla fine degli anni
Al tempo di Scoto, questi "commentari" alle ''Sentenze'' non erano più commenti letterali. Il testo originale di Pietro Lombardo è stato invece utilizzato come punto di partenza per discussioni molto originali su argomenti di interesse teologico o filosofico.
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== Metafisica ==
=== Realismo ===
Scoto è generalmente considerato un realista in quanto trattava gli universali come reali.
=== Univocità dell'essere ===
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Duns Scoto ha sostenuto che è meglio ricorrere un argomento metafisico per dimostrare l'esistenza di Dio, piuttosto che al più comune argomento fisico del movimento<ref>Lectura I, d. 2, q. 2, 40</ref> sostenuto da Tommaso,<ref>Summa Contra Gentiles, I, 13</ref> seguendo Aristotele. Sebbene la versione contenuta nel ''De Primo Principio'' sia la versione più completa e definitiva, di solito la manualistica ripropone la dimostrazione contenuta nell<nowiki>'</nowiki>''Ordinatio''. Questa è la versione che sarà seguita anche qui.
In breve, Scoto inizia la sua dimostrazione spiegando che ci sono due punti di vista che dobbiamo considerare per sostenere l'esistenza di un essere effettivamente infinito. Anzitutto dal punto di vista delle
Il Primo Essere è intellettuale e volitivo, e l'intelletto e la volontà sono identici all'essenza di questa natura suprema. Il Primo Essere è anche essere infinito. Mentre discute dell'infinità di Dio, Scoto fa rivivere l'argomento di Anselmo e risponde alla critica secondo cui Anselmo compie un salto illecito dal concetto alla realtà. Infine, dà una risposta affermativa alla domanda se esista un essere effettivamente infinito.
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La domanda successiva dell<nowiki>'</nowiki>''Ordinatio'' si occupa dell'unicità della natura divina così dimostrata.
Sostiene poi che "una causa efficiente è semplicemente prima così che né può essere un effetto né può, in virtù di qualcosa di diverso da
# Qualcosa può essere prodotto.
# Può essere prodotto da
# Non può essere prodotto da niente, perché il niente non causa niente.
# Non può essere prodotto da
# Pertanto, da un altro; si chiami A questo altro.
# Se A è il primo, allora siamo arrivati alla conclusione.
# Se A non è il primo, ma anche un effetto, torniamo a 2). A è prodotto da
# Dal 3) e 4), diciamo che è prodotto da un
# Una serie ascendente infinita è impossibile.
# Pertanto, ecc.
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