Filosofia presocratica e socratica/Parmenide e l'eleatismo: differenze tra le versioni

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Con '''[[w:Parmenide|Parmenide]]''' (c. 515/510 – c. 590 a.C.) la ricerca cosmologica dei presocratici viene rivoluzionata radicalmente. Nato a Elea in Magna Grecia da una famiglia aristocratica, fu iniziato alla filosofia dal pitagorico Amina<ref>DK 28 A 1</ref> e a sua volta fondò una scuola nella città natale. Risultato della sua speculazione è un poema intitolato ''Sulla natura'' (''Perì physeos''), nel quale per primo affronta il problema dell''''essere''', gettando le basi dell''''ontologia'''.<ref>Reale, pag. 135</ref> Le sue conclusioni sull'unità e immutabilità di ''ciò che è'' segneranno profondamente i filosofi a lui contemporanei e successivi, e daranno vita a un vivace dibattito tra i sostenitori della sua posizione (tra cui spiccano gli allievi Zenone e Melisso) e chi invece difenderà l'esistenza del mutamento e della molteplicità degli enti (i cosiddetti «[[Filosofia presocratica e socratica/Pluralisti|pluralisti]]»).
 
==LELe TREtre VIE DI PARMENIDEvie==
La filosofia parmenidea parte dal presupposto che essere (''to on''), linguaggio e pensiero coincidano: «È necessario dire e pensare che l'essere è».<ref>DK 28 B 6</ref> Il pensiero e il linguaggio presuppongono necessariamente che ciò di cui si pensa o si parla esista, e ogni volta che si esprime un giudizio su qualcosa, di questo qualcosa si sta dicendo che è. Ne consegue che è impossibile dire o pensare ciò che non è.