Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Corea del nord-2: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Corretto: "strisce" |
ortografia |
||
Riga 42:
Ma oramai la marea stava montando: i Nordisti potevano sopraffare, come fecero, i Sudisti; ma non potevano anche vincere contro gli Americani e le altre truppe ONU. Se all'inizio della guerra non c'era nemmeno un carro sotto il 38° parallelo, alla fine di agosto ve n'erano circa 500: tra questi il 6° Btg a Taegu in qualità di riserva mobile dell'8a Armata, il 70° Btg per la 1a Divisione di Cavalleria, il 73° e il 72° Btg, nonché il 1° Marine Tank Battalion, per un totale di 500 carri, di cui la metà erano M26 Pershing, come a dire mezzi della classe dei Tigre o degli Stalin. E dall'altra parte, la 105a Brigata Corazzata contava solo su circa 40 carri efficienti. Ma soprattutto c'era la marina Alleata, che su suggerimento di McArthur eseguì il famoso sbarco a Inchon, dove venne attaccata l'omonima città portuale vicina a Seul con il X Corpo anfibio. Questo comprendeva la 1a Divisione Marines, 7a ID US army e il 73° Btg corazzato. Il 16 settembre, dopo quasi 3 mesi di guerra, arrivarono dal mare gli LVTP-3 che assaltarono la penisola di Wolmi-do, che proteggeva l'accesso al porto. Dopo avere sorpreso la difesa coreana e distrutto con un M26 l'unico corazzato trovato, una blindo leggera BA-64, gli Americani si mossero verso Inchon. Nonostante che i Coreani sapessero dello sbarco tramite l'intelligence sovietica che aveva personale infiltrato in Gran Bretagna, Kim Sung II volle ignorare il pericolo, ordinando di continuare ad attaccare il perimetro di Pusan perché sperava che in poco tempo la difesa sarebbe stata travolta e la penisola conquistata interamente. Ammesso che questo potesse placare gli Americani, la cosa non era più fattibile con tutti i rinforzi sopraggiunti e con la superiorità aerea conquistata dagli Alleati. Era oramai tardi per sognare la vittoria totale, che sarebbe stata un caposaldo preziosissimo per proiettare il Comunismo anche allo stesso Giappone. Era soprattutto troppo tardi; gli americani, sfruttando la loro supremazia navale, arrivarono in massa tagliando le comunicazioni della penisola nella sua zona occidentale che era la più facile da percorrere (un po' come se in Italia si attaccassero le coste Tirreniche). I difensori disponibili a Inchon erano pochi: tra questi c'era il 42° Rgt con 18 T-34, supportato poi, ma solo dopo lo sbarco, dal 43° Rgt della famosa 105a Brigata, che aggiunse un'altra dozzina di carri. Già il 16 settembre una cp del primo dei due tentò, con circa 10 carri, di fermare gli americani: impresa disperata, questi avevano la superiorità aerea in cielo e già a terra gli M26; 3 T-34 vennero distrutti dagli aerei e tre dai carri. Il 17 i Marines sorpresero 6 T-34 i cui equipaggi facevano colazione, lungo la direttrice di marcia per la base aerea di Kimpo, e li distrussero con i Pershing e i cannoni SR; altri vennero colpiti dai Super Bazooka nei giorni successivi. Alla fine 24 carri Nordisti vennero perduti. Dopo l'annientamento del 42° Rgt fu la volta del 43°, che perse 12 carri il 25 settembre, di cui sette dai Pershing, che travolsero anche le barricate sulle strade erette dai Nordisti. I carri M4 persero uno dei loro da parte dei T-34, ma distrussero 8 carri nemici che per lo più erano stati interrati in posizioni difensive, poi altri tre carri che contrattaccavano, mentre altri 4 vennero colpiti da un'altra compagnia di M4 durante l'entrata a Seul, passando da Suwon, ad occidente. Poi gli Americani diressero a Sud per aggredire di spalle i Nordisti, e questa cp di carri eliminò altri 4 T-34, colpiti dai suoi M4 e M26.
Nel frattempo, dalla sacca di Pusan oramai debitamente rafforzata, venne programmata una nuova offensiva contro i Nordisti. Questi il 1 settembre usarono i reggimenti corazzati 16 e 17 e attaccarono con perdite pesanti da entrambe le parti, ma senza il successo finale che all'epoca sarebbe stato forse sufficiente per annullare anche l'operazione a Inchon. Dopo le notizie da Inchon i Nordisti furono demoralizzati e la controffensiva da Pusan ebbe luogo secondo la pianificazione, appena dopo: prima si parlava del 17, poi ci si accontentò del 21 settembre, quando i Nordcoreani, resisi conto da tempo di essere contro un avversario sempre più forte, erano oramai già demoralizzati. All'esercito Nordista fu ordinato di risalire verso Seul, ma per lo più cercò scampo verso la parte orientale della penisola, che era più montuosa e lontana dall'offensiva nemica. Anche la 105a Brigata, nominata ai tempi felici della conquista di Seul 'Divisione Corazzata Seul', era adesso in ritirata, lasciando dietro di
Era fatta, oramai la preparazione e la resistenza delle truppe di Pyongyang era collassata e gli americani erano all'inseguimento dei coreani su entrambe le coste della penisola. Ma McArthur esagerò, spingendole fino al fiume Yalu che segnava il confine storico con la Cina. Questa non era contenta, e lo aveva fatto capire bene, di eventuali azioni di sconfinamento. Ma i Cinesi erano al contempo molto più interessati ad inseguire i Nazionalisti con un grande assalto anfibio a Taiwan, assalto che però non ci sarebbe mai stato. In effetti, nemmeno l'idea di una Corea riunificata sotto l'egidia americana ai loro confini era allettante, specie dopo che gli americani, inizialmente presi di sprovvista, avevano dimostrato di essere ancora -grattata un po' di ruggine- quei 'mastini della guerra' che avevano vinto 5 anni prima l'ultimo conflitto mondiale. A malincuore, la Quarta Armata Campale Cinese ebbe ordine di distaccare il XII Gruppo d'Armate con la 38a, 39a e 40a Armata per fronteggiare l'Ottava Armata sulla costa occidentale coreana. I Cinesi misero invece la 42a Armata per fermare i Sudcoreani e i Marines sulla parte orientale della penisola, specialmente attorno al lago Chosin. Altre due armate erano in riserva: XIII gruppo d'Armate 'Volontari del Popolo'. In tutto c'erano 18 divisioni disponibili per la difesa e la controffensiva.
|