Utente:AlePas97/Chimica Forense/Campionamento: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Aggiustamenti forma
modifica note
Riga 1:
La fase del campionamento è la fase essenziale quando si esegue una perizia. Si tratta di una fase molto delicata ed importante in quanto eseguire un campionamento non corretto porta alla vanificazione dell'analisi e al conseguente invalidamento del risultato ottenuto<ref> Slide </ref>. Tale procedura è affidata a tecnici qualificati <ref> Slide </ref>. Il campionamento costituisce infatti la prima fase dell’intera procedura di analisi e la cui qualità dei risultati è strettamente correlata alla qualità del campione prelevato. Per eseguire un corretto campionamento esistono 3 obiettivi validi per qualsiasi tipo di sostanza che vanno tenuti ben presenti<ref> PForensic Chemistry: Fundamentals and Applications, J.A.22 Siegel, Wiley Blackwell, 2015, pag. 22 </ref>:
* la rappresentatività, ovvero il campione che viene prelevato deve ben rappresentare il materiale in oggetto di indagine. Deve quindi contenere al suo interno tutte le caratteristiche della matrice di partenza e le relative proporzioni tra i componenti;
* la casualità nel prelievo;
* la corretta dimensione del campione prelevato, si tratta di un aspetto particolarmente influenzato dall'omogeneità del campione oggetto di analisi. Tanto più il campione è omogeneo e tanto minore sarà la quantità necessaria da prelevare per garantire un'adeguata rappresentatività.
 
Per rendere una procedura di campionamento valida è importantissimo che il campione da analizzare sia scelto randomicamente tra tutti i campioni dello stesso tipo. Si definisce infatti il campionamento randomico come la selezione di alcuni membri di una popolazione in modo tale che ogni membro appartenente ad essa possa essere scelto e che ognuno di questi abbiano la stessa identica probabilità di essere scelti (probabilità che in ogni caso dev'essere diversa da zero). Il campionamento casuale non è sinonimo di "a casaccio" ma prevede una certa pianificazione per garantire la casualità. <ref> PForensic Chemistry: Fundamentals and Applications, J.A.22 Siegel, Wiley Blackwell, 2015, pag. 22 </ref>
Il campionamento casuale può essere suddiviso in due categorie <ref> PForensic Chemistry: Fundamentals and Applications, J.A. Siegel, Wiley Blackwell, 2015, pag. 23 </ref>:
* Con sostituzione (SWR): il campione prelevato dalla popolazione viene sostituito una volta scelto.
* Senza sostituzione (SWOR): il campione selezionato viene rimosso dalla popolazione e non viene più reinserito (potrà quindi essere scelto una sola volta).
Dal momento che è estremamente complicato selezionare un campione in modo totalmente randomico senza che vi sia un errore di pregiudizio, per garantire il principio di casualità nella selezione del campione si procede numerando ogni oggetto presente nella popolazione e, successivamente, si utilizza un generatore casuale di numeri per scegliere quale oggetto deve essere prelevato ed analizzato. Purtroppo però a livello pratico questo approccio è molto difficile da utilizzare, soprattutto per popolazioni contenenti migliaia di unità, quindi per garantire la randomicità a livello pratico si procede suddividendo tutti i campioni della popolazione in base ad alcune caratteristiche che hanno in comune. Una volta creati questi sotto-gruppi si pongono all'interno di una "scatola nera" e si procede con l'estrazione del campione che verrà successivamente analizzato.
Tale metodo di scelta del campione riduce al minimo ogni possibile errore di pregiudizio compiuto dall'operatore nello scegliere, garantendo la casualità nella scelta <ref> PForensic Chemistry: Fundamentals and Applications, J.A.24 Siegel, Wiley Blackwell, 2015, pag. 24 </ref>.
 
Esistono 2 principi fondamentali che vanno sempre rispettati quando si effettua un campionamento <ref> PForensic Chemistry: Fundamentals and Applications, J.A.24 Siegel, Wiley Blackwell, 2015, pag. 24 </ref>:
* le proprietà del campione devono essere le stesse di quelle della popolazione da cui è stato prelevato;
* ogni unità presente nella popolazione deve avere la stessa identica possibilità di essere selezionata.
 
Un altro aspetto da tenere sempre a mente durante il campionamento è che piccoli errori commessi in questa prima fase vengono difficilmente corretti nel corso delle analisi successive<ref> PForensic Chemistry: Fundamentals and Applications, J.A.24 Siegel, Wiley Blackwell, 2015, pag. 24 </ref> e che anzi, tale errore tenderà a propagarsi. Per cui un errore anche molto piccolo commesso durante la fase di campionamento può compromettere irrimediabilmente il risultato finale dell'analisi.