Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Dalla periferia al centro in America: differenze tra le versioni

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{{Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo}}
[[File:Jewish Population by US States.jpg|thumb|380px|Popolazione ebraica negli USA]]
L'America, alla fine della [[w:Prima Guerra Mondiale|Prima Guerra Mondiale]], era diventata il più grande centro ebraico del mondo, sia come entità numerica che come influenza. Gli immigranti continuarono ad affluire fino alla metà degli anni '20 e quindi la loro preoccupazione inizialmente fu quella di insediarsi e assimilarsi positivamente e ordinatamente nel nuovo ambiente. Dovevano trovare casa e occupazione, imparare la lingua e diventare accettabili agli occhi dei cittadini americani. Nella letteratura degli ebrei americani troviamo una sensibilità predominante per l'identità etnica e l'assimilazione. Il fatto fisico di essere ebrei sollevava la questione della lealtà etnica, della religione come determinante della propria condizione, della possibilità di matrimoni misti, del significato di americanismo. La narrativa ebrea americana del periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale illustra ampiamente questo focalizzarsi su una varietà di sembianze e talenti.<ref name="USA1">Per le notizie generali e la valutazione critica complessiva si vedano [http://books.google.com/books?id=nUDbttcSl08C&printsec=frontcover&source=gbs_ViewAPI#v=onepage&q=&f=false Stephen H. Norwood e Eunice G. Pollack (curatori), ''Encyclopedia of American Jewish history'', 2 voll., 2007.]</ref>