Caccia tattici in azione/USN-2: differenze tra le versioni
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I Corsair ebbero picchi di efficacia impressionanti, e forse nessun altro reparto come il VMF-323 'Death Rattler', che su Okinawa si accreditò 124,5 vittorie senza alcuna perdita. Anche considerando che molte di esse erano su kamikaze, si tratta di un risultato eccezionale.
[[File:F4U-4 Corsair of VF-871 aboard USS Essex (CV-9) off Korea in 1952.jpg|300px|right|thumb|La vista di un Corsair imbarcato diverrà comune solo nel dopoguerra, quando i piloti raggiunsero maggiore esperienza. Soprattutto fu vero durante la Guerra di Corea]]
Presto i Corsair vennero anche a contatto con i nuovi caccia giapponesi, come i Ki-84 e soprattutto gli N1K-2 Shiden: tipica fu la battaglia di Kure, contro il 343 Kokutai, in cui circa 15 aerei per parte vennero abbattuti durante un intero giorno. I Giapponesi rivendicarono circa 50 aerei, la realtà come al solito era diversa, ma fu così anche per gli Americani<ref>Galbiati F, articolo in Storia Militare luglio 2007</ref>. Vale la pena ricordare nel dettaglio quella giornata di battaglie aeree: mattina del 19 marzo 1945, dalle 16 portaerei della TF58 si levarono circa 300 aerei, di cui 52 Hellcat e 20 Corsair (VBF-10) destinati ad attaccare con razzi e bombe, diretti contro vari aeroporti per neutralizzarli. Il primo scontro
[[File:5in_FFAR_F4U_MAG-33_Okinawa_Jun1945.jpg|300px|right|thumb]]
Ogni tipo di bersaglio era legittimo per i Corsair, cosa ancora più vera quando cominciarono ad usare ampiamente tecniche di attacco in picchiata con i razzi da 127 mm HVAR (e anche i 165 mm SAP, più rari), nonché bombe da 227 e 454 kg. Oramai, alla fine della guerra, i bombardieri in picchiata erano sempre meno richiesti mentre i cacciabombardieri erano diventati molto più apprezzati, per numerose ragioni tra cui la versatilità d'impiego, e il fatto che oramai potevano caricare almeno altrettante bombe di qualunque altro monomotore. Assieme agli Hellcat furono così i primi ad attaccare la grande corazzata Yamato e la sua scorta, appena prima che essa venisse travolta dai bombardieri in picchiata e dai siluri, mentre tentava di arrivare a Okinawa per arenare la nave e concorrere alla difesa costiera: aveva appena il carburante per il viaggio d'andata (2.500 t) e così in ogni caso l'equipaggio della corazzata sapeva che non sarebbero tornati più indietro.
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