Missione a Israele/Dio e Israele: differenze tra le versioni

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Sappiamo molto di più delle antiche leggi ebraiche che regolavano la purezza di quanto non sappiamo di quelle pagane, perché le leggi ebraiche sono tuttora pubblicate: la loro istituzione, insieme al corretto protocollo delle offerte, costituisce gran parte della materia stabilita da Dio con Mosè nei primi libri della Bibbia. La narrazione biblica specifica la purezza come condizione per la persona che si avvicina alla Presenza Divina — nel linguaggio della storia, che appare davanti alla [[w:Tabernacolo (ebraismo)|tenda dell'incontro]]; nel periodo di Gesù, che va al Tempio. ''Impurità'' in questo contesto è uno stato reale, oggettivo, solitamente temporaneo. Tale stato lo si può incorrere tramite certi processi corporei naturali (e spesso involontari), come l'eiaculazione, mestruazione, parto o aborto, o vari perdite genitali. Alcune sostanze o oggetti contaminanti – cadaveri umani specialmente; ma anche malattie esfolianti (la "lebbra" biblica, che poteva affliggere non solo le persone, ma anche gli abiti, le case e la mobilia); i corpi di certi animali – potevano causare impurità tramite contatto e anche prossimità. La Scrittura presume che tutti a un dato momento si sarebbero trovati in tale condizione impura per un dato periodo – era quasi impossibile evitarla – e gran parte delle persone erano in tale condizione gran parte del tempo. Ma la Scrittura prescriveva anche i mezzi per rimuovere l'impurità. Un sistema di "lava-e-aspetta" – immersione e osservanza di un periodo di tempo liminale (fino al tramonto; sette giorni; quaranta giorni: variava a seconda dei casi) – mondava dalla maggioranza delle impurità.
 
[[File:Mikvew near the temple mount in Jerusalem.jpg|right|260px|thumb|Antica [[w:Mikveh|mikveh]] vicino al [[w:Monte del Tempio|Monte del Tempio, Gerusalemme]]]]
Molte di queste leggi sulle impurità regolavano specificamente l'accesso al Tempio. In linea di principio riguardavano tutto Israele, sebbene i sacerdoti avessero, a causa delle loro speciali responsabilità cultiche, regole purificatorie aggiuntive a seconda dei loro compiti. Le Grandi Festività in particolare provocavano grandi sforzi per assicurare che i pellegrini fossero nelle condizioni giuste di purezza per avvicinarsi a Dio: oltre alle descrizioni che rimangono nella letteratura antica, le nostre testimonianze si riscontrano proprio nelle pietre del Tempio stesso, dove a tutt'oggi tracce di una gran quantità di vasche d'immersione si ritrovano quali mute immagini del gran numero di ebrei che le usavano mentre si avvicinavano all'altare. Il Tempio era strutturato e preparato per accogliere innumerevoli moltitudini di adoratori.
 
La sola immensità del Tempio e i reperti archeologici della sua tecnologia delle purificazioni indicano un ulteriore fatto culturale e sociale riguardo all'ebraismo antico che lo distingue dal paganesimo tradizionale. Le religioni delle culture maggioritarie dell'antichità erano locali; man mano che uno passava da santuario a santuario, da bosco sacro a una divinità, a una valle o montagna sacra a un'altra divinità, uno incontrava le regole peculiari a tale sito del tale dio individuale. I sacerdoti di quel culto si assicuravano che i visitatori si familiarizzassero e osservassero tali regole peculiari, in modo da non profanare l'altare e quindi incorrere nell'ira della rispettiva divinità. L'adorazione cultica del Dio di Israele, parimenti, si trovava collocata a Gerusalemme, intorno all'altare, nel santuario; parimenti, i suoi sacerdoti (e i loro assistenti, i [[w:Leviti|Leviti]]) sovrintendevano. Ma, a differenza del paganesimo, l'ebraismo non veniva circoscritto dalla località e di conseguenza l'istruzione del culto non dipendeva da un contatto diretto coi suoi sacerdoti. La conoscenza delle sue tradizioni, l'etichetta, persino i dettagli del suo santuario circolavano ampiamente grazie al suo strumento letterario unico, la [[w:Tanakh|Bibbia]]. Pertanto l'ebraismo poteva ''viaggiare'' ovunque, dappertutto, intatto perché ''viaggiava'' con il Libro. Ed era da ogni luogo, da ovunque si trovassero, che gli ebrei volontariamente inviavano i loro contributi annuali o vi andavano in pellegrinaggio loro stessi. Il culto ebraico era anche locale; ma l'istruzione nel culto, grazie alla Bibbia, era universale.
 
 
== Pratica e tradizione ==
{{Immagine grande|Second Temple view.jpg|830px|Modello del [[w:Secondo tempio di Gerusalemme|Secondo Tempio di Gerusalemme]]}}
Due istituzioni in particolare permisero questa ampia trasmissione della cultura religiosa ebraica. La prima, privata, fu la casa e la famiglia; la seconda, pubblica, fu la [[w:sinagoga|sinagoga]].
 
Se definiamo "casa" funzionalmente come il luogo dove si cucina, si mangia, si dorme e si concepiscono e crescono i figli, constatiamo gran parte della gamma domestica d'applicazione della legge biblica. La famiglia ebraica era l'ambiente più immediato nell'ambito della quale uno osservava le leggi alimentari e le leggi di purezza che governavano i tempi permessi dei rapporti sessuali (sempre intesi tra coppie sposate); dove uno pregava, istruiva i bambini e osservava il Sabbath. Lo ''[[w:Shemà|Shemà]]'', allora come adesso la preghiera principale nell'ebraismo, ricapitola questa definizione degli aspetti di vita ebraica. La prima parte del testo della preghiera proviena da {{passo biblico2|Deuteronomio|6:4-5}}:
{{q|Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.}}
Gli stessi Vangeli Sinottici attestano la centralità di questa preghiera nel I secolo. Quando gli viene chiesto da un altro ebreo a Gerusalemme...
{{q|"Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.|{{passo biblico2|Marco|12:29-30}} e parall.}}
Le parole di Gesù fanno obliquamente riferimento ai [[w:Dieci Comandamenti|Dieci Comandamenti]], dati in un passaggio che precede lo ''Shemà'', in {{passo biblico2|Deuteronomio|5}}:
# Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Non avere altri dèi di fronte a me.
# Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra...
# Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio...
# Osserva il giorno del Sabbath per santificarlo... Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è il Sabbath per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno...
# Onora tuo padre e tua madre...
# Non uccidere.
# Non commettere adulterio.
# Non rubare.
# Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
# Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.
 
Una vasta gamma di testimonianze antiche sia in ebraico che in greco – Flavio Giuseppe, il Vangelo di Matteo, le prime tradizioni rabbiniche nella [[w:Mishnah|Mishnah]] (testo del tardo II secolo, primi del III), i Rotoli del Mar Morto, frammenti di questi versetti rinvenuti a Qumran – comprovano quanto fosse diffusa, sia in terra d'Israele sia nella Diaspora, l'osservanza ebraica di queste prescrizioni e come venissero interpretate. La frase nello ''Shemà'' che ingiunge di ricordarsi della Parola di Dio "quando ti coricherai e quando ti alzerai" portò all'usanza di recitare lo ''Shemà'' due volte al giorno a casa, svegliandosi e prima di coricarsi. Imprimersi "questi precetti" nel cuore suggerisce studio e contemplazione.
 
[[File:תנך מזוזה ירושלים (4080373628).jpg|right|130px|thumb|<small>[[w:Mezuzah|Mezuzah]] con effige del [[w:Muro Occidentale|Muro Occidentale]] e la parola ירושלים</small>]]
[[File:A set of Tefillin.jpg|left|180px|thumb|<small>''[[w:Tefillin|tefillin]]'' correnti</small>]]
Il testo dello ''Shemà'' continua con un'altra direttiva riguardo a "questi precetti": "Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte" ({{passo biblico2|Deuteronomio|6:8}}). Questo comando venne interpretato letteralmente. Frasi bibliche, copiate e affisse a porte e cancelli di case ed edifici ebrei, sono le ''[[w:Mezuzah|mezzuzot]]'' dello ''Shemà'': nei tempi antichi gli ebrei osservanti, come anche le loro controparti moderne, affiggevano brani della Torah all'entrata delle proprie abitazioni. Tali brani, contenuti in astucci quadrati di cuoio con cinghie da legare alla testa e al braccio, sono chiamati ''[[w:Tefillin|tefillin]]'', o filatteri. Frammenti di ''mezzuzot'' e di ''tefillin'' sono stati rinvenuti tra i testi di Qumran (fornendo quindi una datazione prima del 68 e.v., quando la comunità venne distrutta dalla Decima Legione romana nel corso della guerra giudaica). Il Gesù di Matteo implicitamente istruisce i suoi seguaci sull'uso corretto dei ''tefillin'': non devono essere larghi come quelli dei farisei ({{passo biblico|Matteo|23:5}}). I ''tefillin'', indossati quando si prega, potevano quindi essere messi per le devozioni a casa.
 
Il Deuteronomio specificamente presuppone l'istruzione religiosa in casa. "Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: Che significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore nostro Dio vi ha date? tu risponderai a tuo figlio..." ({{passo biblico|Deuteronomio|6:20}}); "insegnerete [le mie parole] ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua" ({{passo biblico|Deuteronomio|11:19}}; il passaggio da vv. 13 a 21 servono da secondo paragrafo nello ''Shemà''). Tali istruzioni nei comandamenti da osservare in casa sarebbero serviti anche nel corso della settimana, mettendo da parte un giorno ogni sette. Durante il Sabbath, non si dovevano far affari o eseguire lavori. Cucinare, attività considerata lavoro, veniva fatta in anticipo tempo prima (che portò molti osservatori apgani a presumere, erroneamente, che il Sabbath fosse giorno di digiuno). La famiglia si riuniva per un giorno di riposo e per studiare la Legge.
 
 
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[[Categoria:Missione a Israele|Dio e Israele]]